La A310 fu presentata nel 1971 al salone dell'automobile di Ginevra, intesa come sostituta della A110. Più che rispetto a quest'ultima, però, la A310 voleva anche essere un richiamo alla GT4, una coupé a 2 posti più 2 prodotta fino a fine anni sessanta e con la quale la A310 condivise il telaio; infatti, mentre la A110 era una piccola berlinetta, la A310 (e poi le sue eredi GTA e A610) si posizionava nella categoria delle gran turismo. Ciò costituì uno dei motivi del mancato successo della A310. Essendo percepita come una vettura meno sportiva rispetto alla A110, si rivelò meno attraente per gli appassionati del marchio che l'avevano attesa a lungo, visto che la fabbrica di Dieppe aveva già annunciato con un certo anticipo l'arrivo della nuova vettura.Da ricordare come la nuova vettura venne definita,nella pubblicità ufficiale,come "L'Alpine del padre di famiglia". La A310 fu l'ultima auto immaginata da Jean Rédélé prima di lasciare la Alpine nel 1978.[4]
La A310 proponeva linee completamente nuove rispetto a quelle arrotondate della A110; era stata disegnata da Michel Beligond, ispirandosi alle linee della Monteverdi Hai 450 SS. Era infatti caratterizzata da forme spigolose, secondo lo stile dell'epoca. I proiettori anteriori non erano più tondeggianti e ricoperti da una carenatura sporgente, ma erano rettangolari, a filo con il muso, in 2 blocchi da 3 fari non separati. Posteriormente, il padiglione era anch'esso spigoloso e la coda era caratterizzata da un lunotto semicoperto dalla tipica "tegolatura" presente su alcune sportive dell'epoca, come per esempio le Lamborghini Miura. Tale soluzione venne però presto eliminata. Il look era reso più aggressivo in fiancata dai grossi parafanghi bombati.[5]
Della sua antenata, la A310 riprendeva la meccanica delle ultime versioni (motore posteriore e trazione posteriore), a sua volta ripresa dalla R16. Il motore era un 4 cilindri da 1605 cm³ in grado di erogare una potenza massima di 125 CV a 6.000 giri/min, con una coppia motrice di 144 N·m a 5.000 giri/min, la velocità massima era di 215 km/h. Il dato era leggermente inferiore alla A110 per il maggior peso. Il cambio era a 5 marce ed i freni erano a disco sulle quattro ruote. Questa è stata la prima versione commercializzata ed era siglata 1600 VE.[6][5]
Proprio le prestazioni inferiori ne limitarono il successo: la vettura non era vista come un'evoluzione della A110, ma come una involuzione. Inoltre nel 1973 la A110, destinata a rimanere in listino fino al 1977, arrivò a vincere il Mondiale Rally e ciò fece sì che l'opinione pubblica si rivolgesse ancor di più a favore della piccola berlinetta degli anni '60.
Nel 1973 la A310 ricevette l'alimentazione ad iniezione elettronicaBosch, già introdotta sulla R17 Gordini, guadagnando linearità di erogazione. La potenza aumentò leggermente (di soli 2 CV), a 127 CV a 6.450 giri/min, con una coppia motrice di 150 N·m a 6.000 giri/min, la velocità massima era di 210 km/h. Questa è stata la seconda versione della 4 cilindri commercializzata ed era siglata 1600 VF.[7]
Per far fronte alla carenza di vendite, nel 1975 fu proposta anche una versione economica, equipaggiata da un propulsore da 1.647 cm³ e da soli 95 CV (a 6.000 giri/min, con una coppia motrice di 128 N·m a 4.000 giri/min e una velocità massima di 190 km/h), senza peraltro ottenere risultati di vendita adeguati. Questa è stata la terza e ultima versione della 4 cilindri commercializzata ed era siglata 1600 VG.[8]
Una differenza estetica tra queste 3 versioni è il posizionamento delle prese d'aria NACA, nelle versioni a carburatore (VE e VG) esse sono in alto vicino al parabrezza, mentre nella versione a iniezione (VF) esse sono in basso vicino ai fari. La versione VA (V6) non ha prese d'aria sul cofano anteriore o ai lati di esso. Una differenza principale tra la 4 cilindri e la 6 cilindri sono i fari anteriori: nella 4L sono 6 in due blocchi "uniti" da 3, mentre nella V6 sono 4 in due blocchi "distanziati" da 2.
Nel 1976, fu realizzata una versione da corsa, siglata 1800 VC.[9][10]
La crisi della casa, fece sì che la Renault dovette intervenire ed acquistare interamente la Alpine e prenderne interamente la gestione.
"Alpine Renault A310 V6" del 1980
Nel 1976 arrivò un restyling della vettura ad opera di Robert Opron: in particolare un nuovo frontale con i fari separati (in 2 blocchi da 2) e, a posto del troppo piccolo motore di 1,6 litri, venne introdotto il motore PRV V6 da 2.664 cm³, in grado di erogare 150 CV a 6.000 giri/min, con un picco di coppia di 201 N·m a 3.500 giri/min. Questo motore era una rivisitazione del più "tranquillo" V6 da 125 CV della R30. La maggior potenza venne accompagnata dall'adozione dei freni autoventilanti. Questa versione era siglata 2700 VA.[11][12]
La velocità massima era di 225 km/h, il che la poneva in concorrenza con la Porsche 911 dell'epoca, con la quale condivideva l'architettura costruttiva (motore e trazione posteriore), e con la Porsche 924.
Nel 1980 la A310 V6 fu oggetto di una grande evoluzione meccanica e estetica (2700 VA II versione o fase 2), che prevedeva assetto ruote e cerchi della Renault 5 Turbo, nuovi scudi anteriori e posteriori, ali ingrandite e scudo posteriore con la nuova iscrizione "Renault-Alpine", in luogo della precedente "Alpine-Renault".[11][13]
Nel 1981 arrivò una versione equipaggiata da un pacchetto "GT", comprendente cerchi maggiorati da 15 pollici ed appendici aerodinamiche più grandi e siglata 2700 VAA Pack GT; questa venne seguita l'anno dopo da una versione denominata Boulogne, equipaggiata dalla nuova evoluzione del PRV, della cilindrata di 2.849 cm³ ed in grado di sviluppare 193 CV di potenza massima.
La A310 uscì di produzione alla fine del 1984, lo stesso anno iniziò la produzione della sua erede: la Alpine GTA.
Alpine A310 2700 VA: dal 1976 al 1984, motore PRV a 6 cilindri a 2 carburatori, uno monocorpo e uno doppio corpo Solex
Versioni modificate
A310 V6 2700 VAA Pack GT: nel 1981 la Alpine propone un kit carrozzeria derivato da quello della versione da competizione gruppo 4, ma senza nessuna modifica al motore.
A310 V6 Boulogne: nel 1982 Bernard Pierangeli – all'epoca direttore del Centro Alpine di Boulogne-Billancourt – realizza la versione Boulogne con un nuovo motore da 2,8 litri alimentato da due carburatori triplo corpo Weber, esso sviluppava 193 CV (142 kW) e spingeva l'auto a 235 km/h; anche la carrozzeria era modificata tramite il Pack GT.
A310 1800 VC: con motore Renault-Gordini da 1.774 cm³, a 2 carburatori o a iniezione, erogante più di 200 CV (147 kW) tra 7.500 e 8.000 giri al minuto e con una coppia massima di 19,5 kg⋅m (191,2 N⋅m) tra 6.500 e 7.000 giri/min; 15 esemplari furono realizzati nel 1976.[14]
La Alpine A310 dovrebbe essere stata prodotta fino alla fine del 1984, ma la commercializzazione è continuata durante il 1985; ciò dovrebbe spiegare le differenze entro le cifre della tabella precedente e quelle della tabella successiva. Diverse fonti sono concordi nelle cifre della produzione, ovvero 11.616 esemplari, di cui 2.340 L4 e 9.276 V6; tuttavia le cifre non concordano perfettamente se si comparano gli esemplari per anni di produzione e i numeri di serie per anno.
Sul corpo vettura veniva punzonata una targhetta ovale che, oltre al tipo e al numero di serie del veicolo, riportava un codice di 3 cifre che identificava il tipo di allestimento, relativo al Paese cui era destinato:
^(FR) Alpine A310 V6: « Superfrench », su boitierrouge.com, 30 ottobre 2014. URL consultato il 20 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2017)..