Nella presente pagina sono riportate informazioni sugli allenatori e i presidenti dell'Associazione Sportiva Roma, societàcalcisticaitalianaper azioni con sede nella città di Roma.
Tornò a Roma per altre due stagioni (1987-1988 e 1988-1989) raggiungendo un terzo posto. Infine, nel 1997 il presidente Franco Sensi lo richiamò per sostituire l'esonerato Carlos Bianchi in tandem con l'allenatore della squadra Primavera Ezio Sella. Con dodici stagioni è non solo l'allenatore più longevo ma anche quello più vincente della storia della Roma.[3]
Luciano Spalletti ha guidato la squadra per sette campionati, dal 2005 al 2009 e dal 2016 al 2017 conquistando due Coppe Italia (2006-2007, 2007-2008) e una Supercoppa. Durante questo periodo ha raggiunto quattro secondi posti, un terzo posto e un sesto posto, due quarti e un ottavo di finale in UEFA Champions League, un ottavo di finale di UEFA Europa League. Durante la sua quinta stagione, si è dimesso dopo sole due giornate, per ritornare a gennaio 2016 dopo l'esonero di Rudi Garcia.[4]
Il tecnico francese Rudi Garcia nel campionato 2013-2014 ha raggiunto il record assoluto di dieci vittorie nelle prime dieci giornate ad avvio stagione,[11] mentre lo svedese Nils Liedholm, tra le stagioni 1980-1981 e 1981-1982, stabilì il proprio record di 30 risultati utili consecutivi in campionato, frutto di quindici vittorie e quindici pareggi.[12]
Elenco cronologico
Di seguito l'elenco cronologico degli allenatori della Roma.[13]
Di seguito i nominativi degli allenatori militanti nella Roma destinatari di riconoscimenti conferiti dagli organismi calcistici nazionali e internazionali.[13]
A Roma, Foschi diventò presidente della Fortitudo Pro Roma e nella primavera del 1927 avviò con l'Alba Audace del deputato Ulisse Igliori e con il Roman dell'avvocato Vittorio Scialoja le trattative per la fusione di tre squadre capitoline: il 7 giugno a Roma, nella palazzina acquistata dalla Famiglia Foschi nel 1911, sita in Via Forlì 16 (adiacente a Viale Regina Elena), fu ratificato l'accordo che diede vita all'Associazione Sportiva Roma (il primo ordine del giorno con la divisione delle cariche societarie è stilato il 22 luglio 1927, in via degli uffici del vicario 35), di cui venne nominato primo presidente lo stesso Italo Foschi.[8]
Sacerdoti ebbe un ruolo molto importante nella trattativa tra le società Alba, Fortitudo e Lazio che nel 1927 avrebbe portato alla nascita della Lupa; la difficile trattativa sulla fusione aveva nei debiti che le tre società volevano vedersi riconosciuti un ostacolo che poteva essere decisivo per far fallire la trattativa.[8] L'ostacolo fu superato allorché i dirigenti del Roman vennero convocati da Italo Foschi in sostituzione dei dirigenti della Lazio. Renato Sacerdoti e Pietro Crostarosa (tramite le banche delle quali erano referenti) garantirono le somme di denaro necessarie per colmare i debiti ed immisero nel nascituro club il denaro necessario per rinforzare la nuova squadra.[8]
Subentrò nel 1928 ad Italo Foschi come commissario straordinario e sotto la sua presidenza che la Roma affrontò l'ultimo campionato prima dell'avvento del girone unico e venne costruito Campo Testaccio.[8] La sua prima presidenza terminò nel 1935, anno in cui, poiché ebreo, venne fatto vittima di campagne di stampa ed in seguito arrestato e mandato al confino.[9] Terminata la seconda guerra mondiale Renato Sacerdoti rientrò nell'organico della società sportiva, dapprima come "eminenza grigia", poi, nel 1949, come vicepresidente; con la Roma nella serie cadetta Renato Sacerdoti venne richiamato alla presidenza della società e ne rimarrà a capo fino al 1958.[9]
Dopo il primo abbandono di Sacerdoti, Scialoja farà da traghettatore nel 1935 prima dell'arrivo di Betti.[8]
Igino Betti
In seguito alla breve presidenza di Sciajola, nel novembre 1935 Betti passò al comando. Portò nella capitaleAlfréd Schaffer, l'allenatore del primo scudetto. Nel 1941 lasciò la presidenza giallorossa ma nel 1957 creò la fondazione omonima, per donare i fitti del suo immobile a chi ne aveva veramente merito.[8]
Nato a Parma, successore di Betti dal 10 giugno 1941, ex funzionario dell'Agip noto soprattutto per essere il presidente del primo scudetto romanista nella stagione 1941-1942. Seguirono stagioni difficili e nel 1944 Bazzini lasciò la presidenza.[9]
Pietro Baldassarre
Nel giugno 1944 venne nominato commissario straordinario, mentre il 18 novembre diventò ufficialmente presidente. Il periodo a capo della Lupa fu difficile, trovandosi la squadra a elevata distanza dalle squadre che occupavano le prime posizioni e non riuscendo a superare il 14º posto.[9]
Il 20 giugno 1949 Restagno e altri soci rilevarono la società e il torinese ne diventò presidente, per poi dimettersi nel 1952. Degna di nota durante la sua presidenza la prima e unica retrocessione dei Capitolini in Serie B nella stagione 1950-1951 e la sua immediata promozione l'annata successiva.[9]
Pochi giorni dopo la promozione giallorossa, Romolo Vaselli diventò il nuovo presidente, ma rimase a capo del club per soli quattro mesi per via delle polemiche da parte dei tifosi che lo spingeranno a dimettersi e a lasciare il posto a Sacerdoti.[9]
Anacleto Gianni
Successe a Sacerdoti, nel 1958, e fu soprannominato "Anacleto Quinto" per contrassegnare una serie di piazzamenti della squadra al quinto posto in campionato che caratterizzeranno la sua gestione. Nonostante le spese nel calciomercato, l'unico trofeo ottenuto fu la Coppa delle Fiere 1960-1961. Si dimetterà nel 1962 lasciando il posto a Francesco Marini-Dettina.[9]
Francesco Marini-Dettina
Marini-Dettina prese le redini della Lupa dopo Gianni: fu durante la sua gestione che il club capitolino conquistò la sua prima Coppa Italia (stagione 1963-1964).[9] Inoltre fu con lui che si ebbe la "colletta del Sistina", a metà degli anni 1960, ovvero una colletta per la società che era sull'orlo del fallimento; Marini-Dettina aveva rifiutato la somma ottenuta (che era però insufficiente), ma l'immagine del club venne compromessa.[20]
Politico di professione, Evangelisti diventò presidente giallorosso dopo la lasciata di Dettina, nel 1965, quando la società era in grave crisi finanziaria, è conosciuto per essere stato il presidente che, dopo alcune importanti cessioni, completò il piano di risanamento delle casse societarie, trasformando la Magica in una società per azioni.[7]
Francesco Ranucci e Alvaro Marchini
A seguito delle dimissioni nel giugno 1968 di Evangelisti, subentrò Francesco Ranucci che mantenne la carica fino al 20 dicembre, quando gli successe Alvaro Marchini. Durante la sua presidenza è da ricordare la seconda Coppa Italia conquistata dal club capitolino.[7]
Membro del consiglio comunale di Roma e imprenditore edile, giunse nel mondo del calcio come dirigente sportivo dell'Ostia Mare, in seguito diventò massimo dirigente del settore giovanile della Roma. Rilevò il 13 giugno 1971 la proprietà giallorossa divenendone presidente.[7]
Durante il periodo in carica, la Roma, ribattezzata "Rometta", oscillò costantemente in posizioni di media classifica, fatta eccezione per i campionati 1974-1975, quando si classificò al terzo posto, e 1978-1979, durante il quale ottenne la salvezza solo alla penultima giornata. Nonostante i risultati non soddisfacenti, i Giallorossi conquistarono, nel 1972, il loro secondo trofeo internazionale, la Coppa Anglo-Italiana.[7]
Morì a Roma il 19 gennaio del 1991 per un tumore all'intestino e fino all'aprile dello stesso anno gli successe la moglie Flora, prima donna presidente di una squadra di Serie A.[21]
A Flora Viola successe Giuseppe Ciarrapico, la cui presidenza fu caratterizzata in un periodo di caos societario, acuito con l'arresto nel 1993 dello stesso presidente.[22] Dal maggio al novembre 1993 si ebbe l'"interregno" di Ciro Di Martino.[23]
Dopo una lunga malattia, morì la sera del 17 agosto 2008 all'età di 82 anni al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove si trovava ricoverato da qualche settimana per problemi respiratori; gli successe la figlia Rosella, che rimase in carica fino al 2011.[4]
Al termine della stagione 2010-2011 la squadra venne ceduta a un gruppo di imprenditori statunitensi (con una breve parentesi di presidenza di Roberto Cappelli) guidato inizialmente da Thomas DiBenedetto e dal 2012 al 2020 da James Pallotta, i cui migliori risultati sono tre secondi posti e una semifinale di Champions League.[4]
Il 17 agosto 2020 un ulteriore gruppo imprenditoriale americano, "The Friedkin Group", ha perfezionato l'acquisizione del pacchetto di maggioranza della Roma, circa l'86,6% del capitale sociale, attraverso la "Romulus and Remus Investments" (società costituita ai sensi delle leggi del Delaware). Il primo presidente della nuova proprietà è Dan Friedkin, amministratore delegato della Gulf States Toyota Distributors[24] che al suo secondo anno di presidenza vince la UEFA Europa Conference League 2021-2022.[10]
Elenco cronologico
Di seguito l'elenco cronologico dei presidenti della Roma.[19]
^La 9ª giornata del campionato viene posticipata a causa dell'incontro della nazionale Italia-URSS. Durante il recupero della partita sulla panchina sedeva gia Miró
^Nelle stagioni 1987-1988 e 1988-1989 (eccetto dalla 19ª alla 22ª giornata del campionato 1988-1989) Nils Liedholm è direttore tecnico con Angelo Benedicto Sormani come allenatore