Corropoli (Curùppië in dialetto locale) è un comune italiano di 5 128 abitanti[1] della provincia di Teramo in Abruzzo, facente parte della unione dei comuni Città Territorio-Val Vibrata.
Il territorio di Corropoli è situato nella Val Vibrata. A nord confina con i comuni di Controguerra e Colonnella, ad est sempre con Colonnella, a sud con i comuni di Alba Adriatica e Sant'Omero e ad ovest con i comuni di Controguerra e Nereto.
Nella classificazione sismica della protezione civile è identificato come Zona 2, cioè zona a sismicità media, mentre nella classificazione climatica è contrassegnato come Zona D.
Alcuni sostengono che il nome Corropoli derivi da svariate possibili espressioni latine dai diversi significati:
Secondo le fonti più accreditate, però, il suo nome viene dal latino Collis Ruppuli, ovvero "Colle di Ripoli".
Ripoli è il nome dell'insediamento neolitico che sorgeva in parte sul territorio dell'attuale comune di Corropoli. Fu il medico condotto del paese, Concezio Rosa, a scoprirlo nel 1871.
Nel III secolo a.C. l'area di Corropoli entrò a far parte della Repubblica romana insieme alle zone circostanti. I Romani costruirono sul suolo corropolese ville e templi pagani. Durante degli scavi tra gli anni '70 e '90 sono stati rinvenuti decine di manufatti in terracotta, quali anfore e ciotole, e resti di ville e strutture monastiche sono perdurati fino ai giorni nostri.
Tra il 1393 e il 1760 Corropoli è sotto il dominio degli Acquaviva, duchi di Atri. I duchi di Acquaviva furono diciannove.
A Corropoli numerosi monumenti medievali testimoniano la diffusione del cristianesimo: l'abbazia di Santa Maria di Mejulano ("la Badia"), il Monastero di Gabbiano e, più recenti, la chiesa parrocchiale di Sant'Agnese, il convento di Santa Maria degli Angeli, la chiesa di San Giuseppe e la chiesa di San Donato.
Risale al periodo tra il XV e il XVI secolo la costruzione della torre campanaria di Corropoli, che oggi è considerata il simbolo della città. Opera di mastro Antonio da Lodi e della sua scuola, fa parte di un gruppo di quattro campanili "fratelli" della provincia di Teramo (gli altri 3 sono quelli di Teramo, Atri e Campli).
Nel 1393 Corropoli passò sotto il dominio della famiglia Acquaviva. Successivamente la ricevettero in premio dal re Ferrante per averlo aiutato a reprimere una ribellione degli atriani.
Sotto gli Acquaviva, Corropoli conobbe un periodo di fortificazione: vennero costruite solide mura e un castello baronale, nel perimetro che oggi è occupato dalla piazza del paese. Dimora preferita dai Duchi di Atri, gli ultimi ruderi furono demoliti intorno al 1828. Il castello aveva sale di tortura, grandi cantine e stalle per circa 40 cavalli.
Il 12 febbraio 1528 Corropoli fu data in dote a Dorotea Gonzaga, marchesa di Bitonto.
Nel 1541 Dorotea Gonzaga donò Corropoli e altre terre a suo nipote Baldassarre Acquaviva.
Nel 1694 Corropoli apparteneva alla principessa Francesca Caracciolo, moglie di Giosia degli Acquaviva, che l'aveva avuta in dote.
Corropoli rimase agli Acquaviva fino alla scomparsa di questa famiglia, avvenuta nel 1760 con la morte della duchessa Isabella Strozzi.
Dopo la scomparsa degli Acquaviva, venne demolito il castello baronale per far spazio alla piazza Pie' di Corte ("ai piedi della corte", in riferimento agli Acquaviva).
Lo stemma e il gonfalone del comune di Corropoli sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 28 novembre 2003.[4]
«Stemma di azzurro, al castello d'oro, murato di nero, munito di tre svelte torri, rastremate, con i segmenti basamentali combacianti, la torre centrale più alta e più larga, merlate alla guelfa, la torre centrale di quattro, quelle laterali di tre, esse torri unite da due bassi muriccioli, il castello chiuso di nero, finestrato dello stesso di cinque, tre finestre nelle torri, due nel corpo del castello, fondato sulla pianura diminuita di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Abitanti censiti[5]
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