Nel 1933 il paese di Licciana aggiunse l'attuale secondo nome in omaggio ai patrioti Anacarsi e Biagio Nardi, nativi della frazione di Apella[5][6].
Geografia fisica
Il comune di Licciana Nardi si estende lungo la vallata del Taverone, affluente di sinistra del Magra, nella regione storica della Lunigiana. Il capoluogo comunale si sviluppa lungo la sponda destra del torrente.
Le frazioni del comune di Licciana Nardi sono: Amola paese ove si tiene la sagra delle focaccette, Apella, Baccana, Bastia, Canalescuro, Cisigliana, Corte, Costamala, Cuccarello, Deglio, Gabanasco, Galea, Maestà dei Saldi, l'area commerciale del Masero, Monti - anticamente chiamato Venelia, è il paese più grande e in continua espansione: conta attualmente più di 2 000 abitanti; vi è collocata la famosa pieve di Venelia -, Panicale, Paretola, Ponte Taverone, Pontebosio, Ripola, Salano, Taponecco, Tavernelle, Terrarossa, Varano e Villa di Panicale.
Storia
La prima notizia documentata di Licciana è del 1255, ma la sua esistenza come posto di guardia per l’abbazia di Linari è sicuramente antecedente. È un tipico esempio di borgo sviluppatosi nel fondovalle con funzioni di sbarramento militare.[8][9]
Della fortificazione del paese si occuparono i Malaspina succeduti ai Maregnano.
Nel 1535 Licciana, per privilegio imperiale, appare unica signoria del marchesato di Villafranca. Sulla piazza principale si affaccia il castello, trasformato nei secoli XV e XVI in palazzo fortificato e sede residenziale, oggi si presenta come un palazzo signorile di foggia cinquecentesca, collegato con un passaggio sopraelevato al matroneo della chiesa.[8][9]
Il sistema delle antiche fortificazioni di Licciana comprendeva la rocca e un ampio giro di mura bastionate e turrite, ancora in parte superstiti, e un fortilizio sull’opposta sponda del Taverone, chiamato castello di Piano, interessante esempio di architettura militare. Il borgo che risale al XIII secolo presenta portali in arenaria di buona fattura e sfocia nella piazza del Municipio dove si trova il monumento ossario di Anacarsi Nardi. Di fronte, la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo che fu distrutta dal Marchese Giacomo Malaspina. La ricostruzione terminata nel 1705 presenta una pianta a croce greca al cui centro si eleva la cupola.[8][9]
L'origine del borgo di Licciana, situato nella stretta valle del Taverone, è da correlarsi alla presenza dell'importante direttrice di transito di fondovalle che, detta "Strata Lizane" o via di Linari, collegava i territori d'oltre Appennino alla media Val di Magra.
Secondo le indagini di Ubaldo Formentini, solo nel secolo XIII furono incrementati i transiti viari nella valle del Taverone che favorirono la nascita del borgo di Licciana:"... Nel corso del secolo XIII la strada di Linari sgombrata dalle piccole signorie di derivazione estense che precedentemente s'erano infittite sul suo percorso e venuta sotto il governo unitario dei grandi marchesati malaspiniani fu riaperta ai traffici cittadini, forse primamente per opera dei Lucchesi".
Al 1255 risalgono le prime memorie scritte relative al toponimo Licciana. Sempre secondo le indagini del Formentini anteriormente al sec.XIII Licciana sarebbe stato uno dei villaggi che formavano il vico di San Valeriano, cappella dipendente dalla pieve di Venelia e documentata dalle decime degli anni 1297-1299. La cappella, ricordata negli estimi del 1470-71, sarebbe identificabile con la cappella cimiteriale di San Rocco costruita con un paramento murario romanico, successivamente intonacato.[8][9]
L'importanza del borgo in dipendenza del percorso viario portò ad un rapido sviluppo edilizio ed economico, lo stesso che spinse i Malaspina a fortificare tra i secc. XIV e XV l'intero nucleo abitato. Sembra risalire infatti al secolo XV la torre che fronteggia la strada provinciale, ultima testimonianza di una complessa e articolata cinta muraria. La documentazione scritta rivela che a partire dagli inizi del secolo XIV i Malaspina esercitarono a Licciana la riscossione di gabella, che divenne particolarmente esosa nei secoli successivi. Con l'indipendenza del feudo di Licciana e con il ridimensionamento dei territori da esso dipendenti, i rapporti tra i marchesi divennero particolarmente tesi. In una relazione della seconda metà del settecento di Pietro Leopoldo D'Asburgo Lorena si trova: "Le disunioni che seguono in campagna derivano dalla gente dei feudi, che è assai cattiva e malcontenta dei feudatari, in specie del conte di Richecourt e del marchese Malaspina di Licciana"[8][9]
Verso la fine del XIX secolo, la cittadina toscana ha dato i natali a Giovanni Attilio Piastri, emigrato successivamente in Australia, trisavolo del pilota automobilistico Oscar Piastri.