In nome generico (Aegilops) deriva da una parola greca (aegiles) il cui significato è: "preferito dalle capre"; ed è stato dato a causa della sua presunta somiglianza con gli aegiles, una pianta la cui identità è incerta (era inoltre un'erba amata dalle capre).[4] L'epiteto specifico (cylindrica) indica una infiorescenza più o meno a forma cilindrica.[5]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico croato Nicolaus Thomas Host (1761 - 1834) nella pubblicazione "Icones et Descriptiones Graminum Austriacorum" (Icon. Descr. Gram. Austriac. 2: 6, t. 7 - 1802)[6] del 1802.[3]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 6 dm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[7][8][9][10][11][12][13][14]
La parte aerea di queste piante è fascicolata. I culmi possono essere anche molto numerosi con portamento ginocchiato-ascendente o, altre volte, prostrato-diffuso.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e rigonfia. La consistenza è fogliare e può essere provvista di padiglioni auricolari falcati.
Ligula: la ligula membranosa, a volte cigliata, è tronca. Lunghezza: 0,5 mm.
Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari e piatte con aspetto glauco e superficie più o meno pubescente. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 5 mm; lunghezza 12 cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere non sono ramificate e sono formate da alcune spighette per nodo con la forma di una pannocchia spiciforme di aspetto cilindrico. Le spighette sono erette (da 4 a 7) e sono subuguali; alla base sono inoltre presenti 1 - 2 spighette vestigiali. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[15]), anche se le successive ramificazioni la fanno apparire a spirale. L'asse dell'infiorescenza è fragile (a volte la disarticolazione può avvenire ai nodi dell'infiorescenza). Lunghezza dell'infiorescenza: 5 – 7 cm (massimo 11 cm escluse le reste).
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, più o meno cilindriche e non rigonfie, a volte sessili, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 a 7 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume persistenti.
Glume: le glume, con forme ovali, oblunghe o ellittiche, non sono carenate ma con apice bidentato; la consistenza è coriacea; le venature, prominenti, sono da 3 a 11; in genere sono più corte dei fiori. Le glume della spighetta terminale sono provviste di una resta allungata. Lunghezza: 8 mm.
Palea: la palea è un profillo con alcune venature e margini cigliati; di solito è meno lunga del lemma.
Lemma: il lemma (carenato o no) a volte è pubescente; l'apice può essere acuminato ed ha una resta; le venature sono da 7 a 11. Lunghezza del lemma: 8 mm. Lunghezza della resta: 4 – 6 mm.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate; spesso sono cigliate ai margini.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è lungo 1/3 della lunghezza del frutto ed è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[16]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono gli incolti e i ruderi. È considerata una specie infestante. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[18]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano i seguente piano vegetazionale: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Aegilops cylindrica appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Tassonomia
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[11][20]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Aegilops fa parte della sottofamiglia Pooideae, tribù Hordeeae.[7][8]
Filogenesi
Il genere Aegilops fa parte della tribù Hordeeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Hordeeae. All'interno della supertribù, la tribù Hordeeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[21]
Il genere Aegilops si presenta con una "evoluzione reticolata"[22] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).