Con domanda del 22 luglio 1882 Domenico Bellisomi, nominato cavaliere per aver costruito insieme ad Ercole Belloli le tranvie Alessandria-Casale e Alessandria-Sale, nonché concessionario della linea Tortona-Sale, richiese al prefetto di Alessandria un decreto di pubblica utilità al fine di costruire una tranvia tra Alessandria e Altavilla Monferrato; la convenzione per la costruzione della linea fu stipulata il successivo 2 dicembre con l'imprenditore Vincenzo Remotti, subentrato nel frattempo a Bellisomi[1], il quale aveva superato la concorrenza del noto banchiere francese Alfonso Raoul Berrier-Delaleu[2]. Il collaudo della linea fu effettuato il 23 agosto 1883; cinque giorni dopo la tranvia entrava in esercizio[2].
Con decreto ministeriale del 18 febbraio 1896 Remotti ottenne l'autorizzazione per costruire ed esercire una tranvia a vapore da Asti a Montemagno[3], aperta nel 1900 fino ad Altavilla Monferrato, dove si connetteva alle tranvie provenienti da Alessandria e da Casale Monferrato[3]. La gestione delle linee afferenti ad Altavilla Monferrato fu affidata alla Società Anonima delle Tramvie Astigiane, costituitasi nel 1897 per costruire ed esercire la Asti-Montemagno, rilevando nel contempo la gestione delle tranvie Asti-Canale e Asti-Cortanze[4]. La società nel 1908 fu ribattezzata Società Astese-Monferrina di Tramvie e Ferrovie (SAMTF).
Nel 1926 la SAMTF passò in gestione governativa[5], sotto la quale fu redatto un progetto per l'ammodernamento delle linee sociali che prevedeva la completa ricostruzione della Alessandria-Altavilla come ferrovia economica a scartamento normale da esercitare con automotrici a gasolio[6].
Il 1º luglio 1932 cessò la gestione provinciale (nel frattempo subentrata alla gestione governativa) delle linee astesi-monferrine, alla quale si sostituì la Società Anonima Ferrovie Elettriche Riunite (FER), nuova denominazione della SAMTF, che presentò un progetto di elettrificazione della rete sociale, mentre da un carteggio del 1933[7] si trova traccia della proposta di utilizzo di un'automotrice Laviosa; tali tentativi non ebbero successo e il 30 dicembre 1935 la linea, insieme alle altre della FER (fallita nello stesso anno), cessò l'attività, sostituita da autobus[8].
Caratteristiche
La linea tranviaria era a binario singolo a scartamento normale di 1445 mm. Si sviluppava per 19,508 km, quasi completamente in sede promiscua[6]. La pendenza massima era del 27,7 per mille, il raggio minimo delle curve di 40 metri; la velocità massima ammessa era di 18 km/h[9].
Il capolinea di Alessandria, in comune con le tranvie per Casale e per Sale, si trovava in corso Crimea, dove successivamente fu costruito il Palazzo di Giustizia[10].
La linea condivideva con la tranvia per Casale la tratta fino al Bivio San Michele, quindi toccava le località di Quargnento e Fubine prima di raggiungere il capolinea di Altavilla Monferrato, situato in località Cittadella, da cui si poteva raggiungere Asti e Casale Monferrato.
La stazione di Altavilla Monferrato, trasformata dopo la chiusura della linea in autostazione dell'ARFEA, ospita dal 1998 il Museo dei Tramways a vapore ed elettrici[11].
Materiale rotabile
Il parco rotabili della SAMTF, impiegato promiscuamente su tutte le linee sociali a scartamento normale, risultava composto tra il 1927 e il 1930 da dodici locomotive a vapore, 30 rimorchiate a due assi e 70 carri merce[12].
Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani vol. 8 e 9. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
Domenico Testa, Vicende storiche della stazione di Asti, Tipografia Minigraf, Scurzolengo, 1985.