Thylacocephala

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Thylacocephala
Ankitokazocaris chaohuensis. Ricostruzione.
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
ClasseThylacocephala
Pinna et al., 1982
Ordini

Con il termine tilacocefali (Thylacocephala, dal greco θύλακος thylakos cioè "sacco" e κεφαλή kephalēs "testa") si indica una classe estinta di artropodi con carapace bivalve e addome ridotto non segmentato, di affinità incerta e tuttora in discussione, occorrenti dal Paleozoico inferiore al Cretacico. La classe è stata istituita originariamente su materiale fossile proveniente dal giacimento fossilifero tipo konservat-lagerstätte di Osteno (Giurassico inferiore - Sinemuriano), da esperti del Museo civico di storia naturale di Milano.

Distribuzione stratigrafica

I fossili appartenenti a questo gruppo sono piuttosto rari, ma hanno una distribuzione stratigrafica ampia, che va dall'Ordoviciano superiore (Sandbiano)[1] al Cretacico superiore (Santoniano),[2]. È incerta (e oggetto di discussione) la loro presenza fin dal Cambriano.[3][4][5][N 1] La loro distribuzione geografica è quasi ubiquitaria: si rinvengono infatti in Australia, Giappone, Cina, Austria, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Spagna, Scozia, Slovenia, Libano, Madagascar, Stati Uniti, Messico.[6]

Descrizione

Morfologia generale di un tilacocefalo.[7]

La morfologia di questo gruppo è peculiare:[8][9] si tratta di artropodi a marcata simmetria bilaterale, caratterizzati da un carapace sottile e non mineralizzato a due valve identiche unite nella regione dorsale (prive di una struttura a cerniera definita), lateralmente compresso, di forma sub-ovale, ellittica o sub-trapezoidale, che racchiude quasi tutto il corpo ad eccezione dell'estrema parte posteriore. Addome ridotto non flessibile; appendici caudali e telson tipicamente assenti. Otto paia di branchie generalmente ben sviluppate. La conservazione del materiale fossile, anche per la presenza del carapace che avvolge le parti molli, non offre una visione esaustiva della segmentazione del corpo (numero e distribuzione dei somiti), che è tuttora materia di discussione tra gli esperti.

Il margine dorsale separa le due valve del carapace e la sua parte frontale reca una cresta che si prolunga in un rostro più o meno lungo e affilato. La parte anteriore del carapace è concava e mostra un paio di occhi composti globulari, sovente ipertrofici, che sporgono da un incavo situato tra il rostro frontale e il margine del carapace. Questi occhi nei fossili meglio conservati presentano un fitto pattern regolare con elevata densità di ommatidi, simile a quello di crostacei attuali.[10] Presenza di alcune (almeno 5) appendici cefaliche corte e scarsamente conosciute dal materiale fossile: probabilmente due paia di brevi antennule, tre paia di appendici mascellari e una sorta di labbro che formano l'apparato boccale dell'organismo.[11]

Ricostruzione di Paraostenia voltuensis e principali elementi morfologici.

La nota più caratteristica[8][9][12] è la presenza di tre paia di lunghe appendici raptatorie,[N 2] prensili, genicolate[N 3] e dotate di spine, talora provviste di chele), che sporgono dal margine antero-ventrale del carapace, di cui il terzo paio particolarmente sviluppato. Il margine posteriore del carapace è concavo e beante, e da esso sporge la parte posteriore del corpo (quando conservata), che reca diverse (7-8, fino a 11) serie di segmenti pleurali rettangolari orientati perpendicolarmente al margine stesso, che recano appendici ventrali poco sviluppate, stiliformi e filamentose, con funzione probabilmente natatoria e/o deambulatoria, simili ai pleopodi presenti nella parte ventrale dell'addome dei crostacei, decrescenti in dimensioni verso la parte posteriore. I margini anteriore e/o posteriore possono essere dotati di spine; talvolta si ha un rostro posteriore. Le appendici, nei fossili meglio conservati, evidenziano la presenza di setae.[13]

In uno studio più recente, sono state riscontrate in talune forme ulteriori strutture enigmatiche[14]:

  • una struttura sub-rettangolare allungata posteriore alla serie di segmenti pleurali, recante setae nella parte distale, che potrebbe essere interpretata come un "telson" ridotto (forse corrispondente alla parte interpretata come addome nella descrizione originaria di Ostenocaris cypriformis);[15]
  • una "struttura circolare" concentrica situata sul "telson", interpretabile forse come ano oppure come statocisti;
  • un paio di "strutture ovali" piatte situate subito dietro le appendici raptatorie, caratterizzate da una ampia superficie e margini recanti setae, probabilmente con funzioni natatorie o forse di ventilazione delle branchie.

Superficie esterna convessa; spesso si osserva una carena dorsale dove si uniscono le due valve del carapace e talora carene e solchi laterali longitudinali più o meno sviluppati. Ornamentazione generalmente non molto sviluppata, con striature, corrugamenti, serie lineari o concentriche di tubercoli o piccole depressioni (pori)[16], e talvolta sottili coste verticali sinuose.[17][18]

Classificazione e caratteristiche morfologiche

I tilacocefali sono stati in origine riconosciuti come crostacei di un nuovo genere tra i fossili del giacimento sinemuriano di Osteno, sul Lago di Lugano. Inizialmente, queste forme vennero assegnate ad un nuovo genere di cirripedi (Ostenia cypriformis Arduini, Pinna, Teruzzi 1980)[19] Questa forma, ad un esame di maggiore dettaglio comprendente l'asportazione meccanica del carapace, considerate le peculiarità dei dettagli anatomici riconosciuti, venne più tardi assegnata ad una nuova classe di artropodi incertae sedis (Thylacocephala Pinna, Arduini, Pesarini, Teruzzi 1982),[20] della quale tuttavia veniva ipotizzata un'affinità filogenetica rispetto ai cirripedi.[21] Al momento dell'istituzione non venne data una definizione formale della classe, bensì sei caratteristiche diagnostiche:[22]

  • porzione anteriore del cephalon enormemente sviluppata, modificata in forma di sacco, provvista di cuticola a scleriti, contenente il sacco ovarico; occhi assenti;
  • carapace cefalico univalve racchiudente gran parte del cephalon e tutto il torace;
  • antennule, antenne e massillipede molto sviluppati, uniramosi[N 4], modificati in appendici ambulatorie;
  • apparato boccale composto di mandibole e maxille filtranti;
  • torace ridotto rispetto al cephalon, composto da un primo segmento modificato in senso cefalico seguito da 8 somiti dotati, ciascuno, di una coppia di corti toracopodi;
  • addome fortemente regredito e non segmentato.

Dopo questo primo lavoro pionieristico, varie osservazioni e controversie nell'ambito della comunità scientifica hanno portato a una revisione rispetto alla descrizione e all'interpretazione originaria;[23] tra i principali elementi di novità:

  • la presenza di residui di organismi (pesci, uncini di cefalopodi, resti di crostacei) entro il sistema digestivo;[24]
  • il riconoscimento di occhi composti di notevoli dimensioni (precedentemente interpretati come "sacco cefalico" privo di occhi), che hanno portato a correzioni sostanziali nell'interpretazione di questi organismi, non più come organismi sessili (solo occasionalmente e limitatamente deambulanti) bensì mobili e probabilmente predatori;[24]
  • il "sacco ovarico" descritto originariamente (contenente elementi interpretati come uova)[25] si è rivelato in realtà un insieme di elementi vertebrali di pesci (quindi parte del contenuto dell'apparato digerente),[26] rendendo improbabile la presenza di strutture riproduttive nel segmento cefalico; questo implicherebbe anche la presenza di uno "stomaco" posto in posizione molto avanzata (tra gli occhi e poco dietro di questi) mentre l'"intestino" molto sviluppato ad anse descritto originariamente corrisponde in realtà alle strutture branchiali;[27]

Negli anni successivi, queste forme sono state revisionate e riconosciute in un gran numero di ambiti di età, orizzonti stratigrafici e condizioni diverse di fossilizzazione, portando al riconoscimento della maggior parte delle caratteristiche note di queste forme, tra le quali in particolare:[28]

  • l'organizzazione bivalve del carapace;
  • la funzione raptatoria delle appendici toraciche;
  • la presenza di appendici posteriori con funzione deambulatoria o natatoria;
  • la presenza (verificata per lo meno in alcune forme) di antennule e antenne ventralmente al rostro, elemento che le avvicina ai crostacei e che rende improbabile l'origine delle appendici raptatorie dalla modificazione di antenne.[29]

Il quadro della fisiologia e delle relazioni filogenetiche di queste creature è tuttavia ancora lontano da un completo chiarimento.[30]

Classificazione interna

La classe dei tilacocefali è suddivisibile in due ordini[35]:

  • Concavicarida Briggs & Rolfe, 1983, costituita da tilacocefali con un carapace dotato di un apparato rostrale prominente che sovrasta anteriormente un incavo ottico ben definito;
  • Conchyliocarida Secrétan, 1983, formata da tilacocefali dotati di un incavo visivo e un rostro mal definiti e di occhi situati sulla superficie di un "sacco" cefalico di grandi dimensioni.

Questa suddivisione pone l'accento sull'organizzazione dell'apparato visivo e sugli annessi elementi dell'esoscheletro ma non evidenzia differenze in altri elementi anatomici (appendici, segmentazione).[32]

Attualmente si riconoscono da una ventina a una trentina di generi, alcuni di posizione sistematica controversa.

  • Ainiktozoon
  • Ankitokazocaris
  • Atropicaris
  • Austriocaris
  • Bohemiacaris
  • Clausocaris
  • Concavicaris
  • Convexicaris
  • Coreocaris
  • Dollocaris
  • Harrycaris
  • Keelicaris
  • Kilianicaris
  • Kitakamicaris
  • Mayrocaris
  • Microcaris
  • Ostenocaris
  • Paraostenia
  • Parisicaris
  • Protozoea
  • Pseuderichthus
  • Pseodoprotozoea
  • Thylacocephalus
  • Yangzicaris

Forme problematiche

  • Rugocaris Tintori et al. 1986, costituito dall'unica specie R. indunensis, istituita contestualmente e basata su un unico reperto di 46x29 mm dal Domeriano di Induno Olona, interpretato come una singola "valva" di carapace di tilacocefalo, di forma sub-triangolare con ornamentazione a 12 "rughe" trasversali (verticali) e un breve "rostro" posteriore.[36] Si tratta in realtà di un fossile problematico, che più recentemente[37] è stato ritenuto, dubitativamente, come possibile frammento di un fossile più grande, anche se il taxon non è stato invalidato per una certa somiglianza morfologica con Keelicaris deborae Teruzzi e Charbonnier 2017 (Cretacico superiore del Libano).[38]
  • Zhenghecaris. Basato sulla specie Zhenghecaris shankouensis Vannier et al. 2006, di discussa attribuzione sistematica, che viene dagli istitutori attribuita ai Thylacocephala,[3] mentre successivamente è stata interpretata come parte del carapace di un artropode primitivo radiodonte.[4] Le argomentazioni da entrambe le parti non sono conclusive, e la posizione sistematica di questo taxon rimane incerta.[5]

Stile di vita e habitat

Il modo di vita dei tilacocefali è stato a lungo dibattuto e rimane in gran parte una questione aperta. Inizialmente[39], erano interpretati come organismi sessili e filtratori, privi di occhi, parzialmente fossori[N 7] (il "sacco cefalico" era concepito come un vero e proprio organo fossorio), con affinità o convergenza evolutiva verso i cirripedi; questa interpretazione è stata in parte corretta successivamente[23] come organismi predatori, dotati di occhi composti (inizialmente interpretati come "sacco cefalico"), ma comunque essenzialmente bentonici e poco mobili; soprattutto con ridotte capacità di nuoto attivo, per la mancanza di un addome flessibile e di un telson e per le dimensioni ridotte delle appendici addominali. Osservazioni più recenti su materiale fossile meglio conservato però sembrano indicare che almeno alcune forme fossero capaci di nuoto attivo, per diverse caratteristiche[40]

Esempio del meccanismo di movimento di appendici raptatorie di canocchia. Il movimento delle appendici dei tilacocefali potrebbe essere stato in parte simile, anche se non del tutto assimilabile per differenze nella disposizione dei segmenti.
Fotografie al microscopio elettronico degli occhi del tilacocefalo devoniano Concavicaris submarinus. Sono riportati sia l'esemplare completo (a) che i particolari della microstruttura dell'occhio.[41]
  • l'assenza di appendici toraciche sviluppate per la deambulazione, differentemente dai crostacei bentonici (le appendici raptatorie non sono adeguate in quanto specializzate per la predazione);
  • il carapace relativamente sottile e non mineralizzato, quindi leggero;
  • la presenza di numerose serie di appendici stiliformi, sporgenti dal margine postero-ventrale (pleopodi?), che suggeriscono una funzione locomotoria; la presenza di setae e di una muscolatura sviluppata potrebbe implicare una funzione nectonica.[42]

Lo stile di vita predatorio è indicato dalla presenza delle appendici raptatorie, molto robuste e provviste di spine, assai simili a quelle degli attuali stomatopodi (canocchie), che probabilmente venivano proiettate in avanti molto rapidamente chiudendosi dal basso verso l'alto sulla preda, che veniva in tal modo immobilizzata, forse in parte smembrata e portata all'apparato boccale. Una conferma viene dal contenuto dello stomaco di forme fossili (Ostenocaris) del Sinemuriano (Giurassico inferiore) lombardo[23] che consiste in resti di pesci, uncini di cefalopodi e frammenti di carapace di altri crostacei (inclusi tilacocefali di dimensioni minori). Queste caratteristiche si adattano peraltro sia a un carnivoro predatore che a un necrofago (in tal caso le appendici potevano servire per smembrare carcasse di organismi morti), o a entrambi gli adattamenti.[43]

Altri, osservando che le appendici raptatorie dei tilacocefali sono differenti come numero e disposizione dei segmenti rispetto a quelle dei crostacei attuali[N 8] e quindi un movimento simile a quello degli stomatopodi sarebbe stato forse meno efficiente, propendono per un diverso meccanismo di estensione: per lo meno in alcune forme, le appendici raptatorie non sarebbero state rivolte in avanti, in asse con il corpo, ma estese a 45° circa formando una sorta di "cesto" o di rete per intrappolare le prede.[44]

La mancanza di bioturbazione nei depositi fossiliferi e di organismi sicuramente fossori associati a queste forme[45][46] depone a favore di uno stile di vita non endobionte. La presenza in diverse forme di occhi composti molto sviluppati, simili a quelli di attuali forme di crostacei necto-planctonici (Hyperiidea) sembra indicare un adattamento a condizioni di elevata profondità del battente d'acqua e conseguente scarsa illuminazione; l'alta densità di ommatidi e implicherebbe una buona risoluzione visiva, con la capacità di distinguere piccoli oggetti.[47][48] La presenza sul carapace di talune forme di allineamenti di tubercoli o di depressioni fa peraltro pensare a possibili organi bioluminescenti, analogamente ad alcuni crostacei attuali di mare profondo, finalizzati ad attirare prede, o in funzione antipredatoria, o ancora di richiamo sessuale.[26][46]

L'habitat di elezione di queste forme, almeno nel Mesozoico, sembra essere di mare profondo, al di sotto dei 200 metri, rientrante quindi nel piano batiale, in un contesto quindi di scarpata continentale o di transizione scarpata-bacino, dominato da sedimenti fini fangosi.[49] Per le forme del Giurassico inferiore rinvenute nel bacino lombardo (Osteno - Calcare di Moltrasio), questa connotazione ambientale va declinata in un contesto locale di fondale emipelagico soggetto a episodi anossici,[45] nell'ambito di un bacino tettonico a prevalente sedimentazione torbiditica fine di materiale carbonatico, in un quadro geodinamico tettonico di rift.[50] I tilacocefali studiati nell'ambito dei famosi "fish beds" del Cretacico superiore del Libano (giacimento di Sahel Aalma)[51] sembrano ugualmente appartenere ad un contesto di mare piuttosto profondo (maggiore di 150 m), confermato dall'associazione faunistica.[2] Forme più antiche e problematiche (Cambriano inferiore) sono interpretate come predatori demersali di minore profondità (100–150 m, quindi nell'ambito della piattaforma continentale), in grado di nuotare liberamente ma legati al fondale per il nutrimento.[52] D'altro canto, alcune tra le prime forme attribuite con maggiore confidenza ai tilacocefali (Ordoviciano superiore) sono state rinvenute in un contesto di mare relativamente poco profondo (Letná Formation - Bacino Boemico) con sedimenti siltoso-arenacei ricchi di faune fossili ben differenziate, e sembrano mostrare in base alla morfologia del carapace una precoce differenziazione paleoecologica tra forme nectoniche (con carapace maggiormente "idrodinamico") e forme necto-bentoniche (con carapace massiccio e ovoidale) adattate ad ambiente con relativamente più alta energia del mezzo.[53]

I tilacocefali erano sicuramente soggetti a predazione: carapaci di tilacocefali sono stati rinvenuti nel giacimento tipo lagerstätte di Besano (Anisico-Ladinico), sul Lago di Lugano. Si tratta di carapaci più o meno frammentari inglobati entro coproliti parzialmente dissolti oppure in frammenti distribuiti sulle superfici di strato nel raggio di pochi centimetri, il che significa verosimilmente che erano inglobati in coproliti che non si sono conservati. Non si distinguono segni di morsi su tali frammenti, il che viene interpretato come frammentazione operata da denti arrotondati, del tipo di quelli appartenenti a predatori durofagi come i rettili placodonti, o squaliformi come alcuni ibodonti. I sedimenti di Besano sono euxinici, quindi non esisteva vita sul fondale per assenza di ossigeno e presenza importante di idrogeno solforato; i tilacocefali quindi sono stati predati nella parte di colonna d'acqua non prossima al fondale, oppure su fondali meno profondi e più ossigenati, da predatori che poi sono passati nuotando su acque più profonde ove i coproliti sono stati deposti. I predatori in questione sono probabilmente vertebrati (pesci e rettili) di media taglia, come quelli (specifici del Triassico) riportati.[54]; forse anche pesci ossei actinopterigi durofagi come i picnodonti, presenti dal Triassico superiore, e forme affini più antiche.[55] Si ricorda anche la presenza di carapaci di tilacocefali di minori dimensioni entro residui gastrici in esemplari di Ostenocaris cypriformis da Osteno, che implicherebbero cannibalismo intraspecifico, forse ai danni di individui giovanili.[56]
Per quanto riguarda le forme paleozoiche, vi sono non poche evidenze dal Devoniano superiore-Carbonifero di carapaci frammentati in coproliti e residui gastrici di pesci, segnatamente squaliformi primitivi (fra cui cladoselacidi).[57]

Note

Esplicative

  1. ^ L'estensione di questo gruppo al Cambriano inferiore si basa sulla discussa attribuzione sistematica della specie Zhenghecaris shankouensis Vannier et al. 2006, che viene dagli istitutori attribuita ai Thylacocephala, mentre successivamente è stata interpretata come parte del carapace di un artropode primitivo radiodonte (Zeng et al. 2018). Le argomentazioni da entrambe le parti non sono conclusive, e la posizione sistematica di questo taxon rimane incerta (Pates et al. 2021).
  2. ^ Appendici specializzate per la predazione, atte ad afferrare e trattenere la preda per portarla all'apparato boccale; un tipico esempio è il paio di zampe anteriori delle mantidi.
  3. ^ Con giunture a forma di ginocchio.
  4. ^ Sviluppati in un solo ramo, a differenza ad esempio, dei trilobiti.
  5. ^ Entrambi, fossile e modello, sono esposti nelle sale dl Museo civico di storia naturale di Milano.
  6. ^ Nei fossili di Osteno sono presenti solo le parti basali delle appendici, molto corte. Qui sono rappresentate ipoteticamente delle estensioni a spatola formate da setae che non sono conservate nel sito di Osteno, ma risultano presenti in altre forme da altri siti
  7. ^ Infossati nel sedimento, in parte endobionti
  8. ^ Ad esempio, i segmenti di quelle della canocchia formano una "z", permettendone la chiusura completa anteriormente.

Bibliografiche

  1. ^ Van Roy et al. (2021).
  2. ^ a b Hady et al. (2024), capitolo: Sahel Aalma Lagerstätte.
  3. ^ a b Vannier et al. (2006).
  4. ^ a b Zeng et al. (2018).
  5. ^ a b Pates et al. (2021), pp. 7-8.
  6. ^ Ehiro et al. (2015),  p. 269.
  7. ^ Vannier et al. (2006), p. 206; fig. 4, modificata.
  8. ^ a b Vannier et al. (2006),  pp. 203-204; fig. 4.
  9. ^ a b Charbonnier et al. (2010),  pp. 117-121.
  10. ^ Charbonnier et al. (2010),  p. 119.
  11. ^ Vannier et al. (2006), p. 207.
  12. ^ Laville et al. (2023), pp. 10-50.
  13. ^ Haug et al. (2014), pp. 6, 7, 9, 13.
  14. ^ Laville et al. (2023), pp. 45-51; fig. 23.
  15. ^ Pinna et al. (1982), fig. 3.
  16. ^ Vannier et al. (2006), pp. 206-207.
  17. ^ Lange et al. (2001),  fig. 1-4.
  18. ^ Ehiro et al. (2015),  p. 272; fig.4.
  19. ^ Pinna et al. (1982),  p. 470.
  20. ^ Pinna et al. (1982),  pp. 476-480.
  21. ^ Pinna et al. (1982),  p. 480.
  22. ^ Pinna et al. (1982),  p. 476.
  23. ^ a b c Pinna et al. (1985).
  24. ^ a b Pinna et al. (1985), p. 373.
  25. ^ Pinna et al. (1982),  pp. 473.
  26. ^ a b Vannier et al. (2006),  p. 210.
  27. ^ Van Roy et al. (2021),  p. 2.
  28. ^ Vannier et al. (2006), p. 203-204, tab. 1.
  29. ^ Lange et al. (2001),  p. 907-911, fig. 1-4.
  30. ^ Vannier et al. (2006),  p. 211.
  31. ^ Pinna et al. (1982), p. 474, 476-477; fig. 2-4.
  32. ^ a b Vannier et al. (2006).
  33. ^ Laville et al. (2023).
  34. ^ Ehiro et al. (2015).
  35. ^ Schram (1990).
  36. ^ Tintori et al. (1986), pp. 242-243; fig. 1; il materiale iconografico del lavoro è piuttosto povero in quanto non include fotografie del reperto ma un unico disegno (fig. 1).
  37. ^ Schram e Koenemann (2021), p. 604: «We cannot be certain, but this fossil could be only a fragment of a larger entity; although a similar Cretaceous species, Keelicaris deborae, with a subtriangular carapace with rugations, clearly is a complete carapace.».
  38. ^ Charbonnier et al. (2017), p. 16; fig. 11.
  39. ^ Pinna et al. (1982), pp. 478-480.
  40. ^ Charbonnier et al. (2010), pp.119-121.
  41. ^ Jobbins et al. (2020), Fig. 3.
  42. ^ Haug et al. (2014), p. 13.
  43. ^ Vannier et al. (2006), p. 209.
  44. ^ Haug et al. (2014), pp. 13-15.
  45. ^ a b Pinna (1985), p. 171.
  46. ^ a b Charbonnier et al. (2010), p. 123.
  47. ^ Vannier et al. (2006), p. 210.
  48. ^ Charbonnier et al. (2010), p.119.
  49. ^ Charbonnier et al. (2010), p. 121.
  50. ^ Michetti et al., pp. 68-69.
  51. ^ Lange et al. (2001).
  52. ^ Vannier et al. (2006),  pp. 212-213.
  53. ^ Van Roy et al. (2021), p. 21.
  54. ^ Affer e Teruzzi (1999), pp. 5-6.
  55. ^ López-Arbarello et al. (2016), p. 45.
  56. ^ Pinna et al. (1985), Abstract.
  57. ^ Broda et al. (2015), Introduction.
  58. ^ Duffin e Patterson (1993), pp. 20-21; fig. 7a, modificato.
  59. ^ Charbonnier et al. (2010), p. 209.

Bibliografia

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此條目可能包含不适用或被曲解的引用资料,部分内容的准确性无法被证實。 (2023年1月5日)请协助校核其中的错误以改善这篇条目。详情请参见条目的讨论页。 各国相关 主題列表 索引 国内生产总值 石油储量 国防预算 武装部队(军事) 官方语言 人口統計 人口密度 生育率 出生率 死亡率 自杀率 谋杀率 失业率 储蓄率 识字率 出口额 进口额 煤产量 发电量 监禁率 死刑 国债 ...

此条目序言章节没有充分总结全文内容要点。 (2019年3月21日)请考虑扩充序言,清晰概述条目所有重點。请在条目的讨论页讨论此问题。 哈萨克斯坦總統哈薩克總統旗現任Қасым-Жомарт Кемелұлы Тоқаев卡瑟姆若马尔特·托卡耶夫自2019年3月20日在任任期7年首任努尔苏丹·纳扎尔巴耶夫设立1990年4月24日(哈薩克蘇維埃社會主義共和國總統) 哈萨克斯坦 哈萨克斯坦政府...

 

Pour des articles plus généraux, voir Ski de fond aux Jeux olympiques et Jeux olympiques d'hiver de 2006. Cet article est une ébauche concernant le ski de fond. Vous pouvez partager vos connaissances en l’améliorant (comment ?) selon les recommandations des projets correspondants. Ski de fond aux Jeux olympiques de 2006 Généralités Sport Ski de fond Éditions 20e Lieu(x) Turin Palmarès Plus titré(s)  Estonie (3) et Suède (3) Plus médaillés  Russie&...

 

موسى الصدر (بالفارسية: موسى صدر)‏  معلومات شخصية الميلاد 4 حزيران 1928 [1]قم،  إيران الوفاة 31 أغسطس 1978 (50 سنة)   اختفاء  [لغات أخرى]‏  تاريخ الاختفاء 31 أغسطس 1978[2]  مواطنة قصر بهلوي لبنان العراق  الأب صدر الدين الصدر  إخوة وأخوات رباب الصدر  أقرب...

Extinct genus of dinosaurs YinlongTemporal range: Late Jurassic, 158 Ma PreꞒ Ꞓ O S D C P T J K Pg N ↓ Fossil skull Scientific classification Domain: Eukaryota Kingdom: Animalia Phylum: Chordata Clade: Dinosauria Clade: †Ornithischia Clade: †Ceratopsia Family: †Chaoyangsauridae Genus: †YinlongXu et al., 2006 Species: †Y. downsi Binomial name †Yinlong downsiXu et al., 2006 Yinlong (simplified Chinese: 隐龙; traditional Chinese: 隱龍; pinyin...

 

فيرخنيايا سيسيرت   الإحداثيات 56°26′14″N 60°45′00″E / 56.437222222222°N 60.75°E / 56.437222222222; 60.75   تاريخ التأسيس 1950  تقسيم إداري  البلد روسيا[1]  عدد السكان  عدد السكان 1138 (2010)[2]  معلومات أخرى 624021  رمز الهاتف 34374  رمز جيونيمز 1487260  تعديل مصدري - تعديل...

 

Resolusi 446Dewan Keamanan PBBPeta wilayah yang diduduki oleh IsraelTanggal22 Maret 1979Sidang no.2.134KodeS/RES/446 (Dokumen)TopikWilayah yang diduduki oleh IsraelRingkasan hasil12 mendukungTidak ada menentang3 abstainHasilDiadopsiKomposisi Dewan KeamananAnggota tetap Tiongkok Prancis Britania Raya Amerika Serikat Uni SovietAnggota tidak tetap Bangladesh Bolivia Gabon Jamaika Kuwait Nigeria Norwegia Portugal Ceko...

Spanish politician A picture of Cristóbal Martín de Herrera Cristóbal Martín de Herrera (29 March 1831 in Aldeadávila de la Ribera, Spain – 1878 in Madrid, Spain) was a Spanish politician who served as Ministry of Public Works in the reign of Alfonso XII.[1] References ^ Cristóbal Martín de Herrera | Real Academia de la Historia. dbe.rah.es. Retrieved 2022-09-26. Authority control databases: National Spain This article about a Castilian and Leónese politician is a stub. You ...

 

Cinema of GermanyMax Schreck as Count Orlok in the 1922 film Nosferatu. Critic and historian Kim Newman declared it as a film that set the template for the genre of horror film.[1]No. of screens4,803 (2017)[2] • Per capita6.2 per 100,000 (2011)[3]Main distributorsWarner (19.5%)Walt Disney (11.5%)Sony Pictures (11.1%)[4]Produced feature films (2011)[5]Fictional128 (60.4%)Animated5 (2.4%)Documentary79 (37.3%)Number of admissions (20...

 

Kousuke Atari中 孝介Informasi latar belakangLahir13 Juli 1980 (umur 44)Naze, Kagoshima, JepangGenreShimauta, J-PopPekerjaanPenyanyiInstrumenVokalTahun aktif1999–sekarangLabelEpicSitus webatarikblog.exblog.jp Kousuke Atari (中 孝介code: ja is deprecated , Atari Kōsuke, lahir 13 Juli 1980) adalah seorang penyanyi pop asal Jepang. Ia adalah musisi otodidak, dan mementaskan gaya shimauta dari kampung halamannya. Referensi Pranala luar Wikimedia Commons memiliki media mengenai Kousuk...

إيفان يوريتش معلومات شخصية الميلاد 25 أغسطس 1975 (العمر 49 سنة)سبليت، يوغوسلافيا الطول 1.74 م (5 قدم 8 1⁄2 بوصة) مركز اللعب وسط الجنسية كرواتيا  المسيرة الاحترافية1 سنوات فريق م. (هـ.) 1993–1997 هايدوك سبليت 53 (2) 1997–2001 إشبيلية 64 (6) 2000 → ألباسيتي (إعارة) 17 (1) 2001 نادي شيبينيك&#...

 

1643 battle of the English Civil War For Second World War aerial bombing, see Leeds Blitz. Battle of LeedsPart of the First English Civil WarDate23 January 1643LocationLeeds, Yorkshire53°47′49″N 1°32′33″W / 53.7969°N 1.5424°W / 53.7969; -1.5424Result Parliamentarian victoryBelligerents Royalists ParliamentariansCommanders and leaders Sir William Savile Sir Thomas FairfaxStrength c. 2,000 c. 3,000Casualties and losses 40–50 killed460 captured2 ...