Dista poco più di 5 km dal Capo Linguetta e circa 15 km dal porto di Valona.
Presenta una forma vagamente romboidale, è lungo 4,25 km da nord-ovest a sud-est, e largo al massimo 2,70 km, per una superficie totale di 5,70 km². Raggiunge un'altezza massima di 337 m. L'isola è disabitata e ha coste molto ripide, salvo verso l'approdo situato nel golfo di San Nicolò a nord-est.
Geologicamente l'isola è il prolungamento dei Monti Acrocerauni della prospiciente penisola di Valona ed è costituita, come quest'ultima, da marnesabbiose e da calcarifossiliferi grossolani che emergono dal mare secondo una piccola catena montuosa disposta da nord-nord-ovest a sud-sud-est, particolarmente scoscesa sul lato sud-ovest, esposto al largo. In buona parte brulla, l'isola ha una modesta copertura vegetale a macchia mediterranea.
Alcuni geografi la considerano parte dell'arcipelago delle isole Diapontie, appartenenti politicamente alla Grecia, pur non essendoci accordo unanime in merito[2][3][4][5][6].
«Su Saseno la Repubblica di Venezia pose il suo vessillo nel 1389. Vi restò piantato fino al 1815, quando l'isola passò sotto protettorato britannico. I greci incorporarono Saseno nel 1864, per restituirla all'Albania finalmente indipendente con la Conferenza di Londra del 1913. Nel dicembre del 1914 il Regno d'Italia occupò Saseno e Valona, per ritirarsi nel 1915 a seguito dell'invasione austro-ungarica e farvi ritorno nel maggio del 1916. Con la prima guerra mondiale, l'Albania divenne protettorato italiano e sull'isola fu stabilita una base militare. Durante il fascismo sorsero le prime opere di fortificazione, ma anche strade, case, scuole e teatri. [...] Pare che lo stesso Mussolini avesse anche lì la sua villa. Una presenza che la seconda guerra mondiale spazzò via. L'Albania comunista del leader partigiano Enver Hoxha consegnò Saseno al blocco orientale.[8]»
Nota come Σάσων (Sason) presso gli antichi greci e romani, è così citata da Lucano.
Il 30 ottobre 1914 fu occupata dal Regno d'Italia, fino a quando, dopo la prima guerra mondiale, il 18 settembre 1920, grazie ad un accordo italo-albanese (accordo di Tirana del 2 agosto 1920, in cambio delle pretese italiane su Valona) e ad un accordo con la Grecia, entrò a far parte dell'Italia che la voleva per la sua posizione strategica all'imbocco del Mare Adriatico.
Dal 1997 al febbraio 2009 fu base per il 28º gruppo navale[10][11] per reprimere i traffici illeciti tra l'Italia e l'Albania.[12] Vi si trovano inoltre le installazioni (inclusi un faro e varie fortificazioni) costruite durante l'amministrazione italiana degli anni 1914-1943.
Durante la Guerra Fredda, gli albanesi, assieme ai sovietici, costruirono una base navale per sottomarini di classe Whiskey, e un impianto di armi chimiche/biologiche sull'isola e nelle aree circostanti.[13] Dopo la caduta del comunismo, quattro sottomarini rimasero nel porto di Pasha Limani nella baia di Valona.[13]
Clima
Saseno ha un clima mediterraneo con inverni miti ma con alte escursioni termiche; le estati sono invece miti e con sbalzi termici limitati. Le precipitazioni piovose ammontano a 811 mm annuali.
Dal 1923 al 1943, furono usati francobolli italiani con la sovrastampa SASENO, che sono molto difficili da trovare.
La prima emissione fu di 8 esemplari, predisposta soprastampando francobolli italiani emessi dal 1901 al 1922, tutti con l'effigie del re Vittorio Emanuele III: i valori vanno dai 10 centesimi rosa alla lira bruno-verde.