La 59ª edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte è stata inaugurata a Venezia il 23 aprile 2022 (con pre-apertura il 20, 21 e 22 aprile), è stata chiusa il 27 novembre,[1] e si è svolta sotto la direzione artistica dell'italianaCecilia Alemani che ha scelto come titolo della manifestazione Il latte dei sogni.[2]
Il 20 aprile si è tenuta la conferenza stampa di presentazione nella sede di Ca' Giustinian e in diretta streaming.[3]
Il 23 aprile si è tenuta la cerimonia di inaugurazione e di premiazione nella Sala delle colonne di Ca' Giustinian e in diretta streaming.[4][5]
Nella conferenza stampa di chiusura, il presidente Cicutto e la direttrice Alemani hanno riassunto i dati della 59ª Biennale Arte: nei 197 giorni di apertura oltre 800 000 biglietti venduti, per il 59% provenienti dall'estero, «la più alta affluenza di pubblico nei 127 anni di storia della Biennale di Venezia», a cui vanno aggiunte le 22 498 presenze in pre-apertura e 10 000 giornalisti accreditati.[6]
Premessa
Inizialmente era programmata nel 2021, anno nel quale si è tenuta la 17ª Mostra Internazionale di Architettura, a sua volta prevista nel 2020 e posticipata a causa della Pandemia di COVID-19.[7] Di conseguenza nel 2022 la Biennale Arte viene a coincidere con la manifestazione documenta 15 di Kassel.
Mostra internazionale
La direttrice della mostra, Cecilia Alemani, che aveva già curato il Padiglione italiano alla 57ª Biennale Arte del 2017, ha scelto come titolo Il latte dei sogni (The Milk of Dreams) da un libro di fiabe dell'artista surrealista Leonora Carrington nel quale ogni cosa può essere trasformata con l'immaginazione. «La Mostra si concentra in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra».[8]
Hanno partecipato all'esposizione 191 artiste e 22 artisti provenienti da 58 paesi, di cui 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni, 1 433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni, presentate in dialogo con lavori storici che vanno dall'Ottocento ai giorni nostri.[9]
L'esposizione si è articolata negli spazi del Padiglione centrale, ai Giardini della Biennale, e nel complesso dell'Arsenale (Corderie, Artiglierie, Gaggiandre e Giardino delle Vergini).
Nella prima sala del Padiglione centrale era esposta la scultura Elefant (1987) di Katharina Fritsch (Leone d'oro alla carriera), realizzata in poliestere verde scuro a grandezza naturale e nei minimi dettagli di un elefante impagliato.[10]
Nella quarta sala del Padiglione centrale era esposta l'installazione site specificNAUfraga (2022) di Cecilia Vicuña (Leone d'oro alla carriera), realizzata per la Biennale 2022 e dedicata alla fragilità (fraga) della laguna di Venezia.[11]
Lungo il percorso espositivo tra il Padiglione centrale e le Corderie, il pubblico ha potuto anche visitare cinque piccole mostre tematiche (o capsule), allestite dallo studio di design "Formafantasma":[12]
Una foglia, una zucca, un guscio, una rete, una borsa, una tracolla, una bisaccia, una bottiglia, una pentola, una scatola, un contenitore. All'inizio delle Corderie si trovava la quarta capsula storica, ispirata alle opere della scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin e alla sua teoria della narrazione che identifica la nascita della civiltà non nell'invenzione delle armi ma negli oggetti utili alla raccolta, al sostentamento e alla cura.[14] In questa sezione le sculture ovoidali dell'artista surrealistaBridget Bate Tichenor erano accostate alle sculture in gesso di Mária Bartuszová, alle sculture sospese di Ruth Asawa e alle creature ibride di Tecla Tofano. Le opere storiche convivevano accanto ai vasi antropomorfi di Magdalene Odundo e ai quadri di Pinaree Sanpitak, e le video installazioni di Saodat Ismailova.[13]
La Mostra internazionale è stata affiancata da 80 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia.
I paesi presenti per la prima volta erano cinque: Camerun, Namibia, Nepal, Oman e Uganda.
Il 27 febbraio 2022, tre giorni dopo l'invasione russa dell'Ucraina, gli artisti Kirill Savchenkov e Alexandra Sukhareva e il curatore Raimundas Malašauskas (lituano) hanno comunicato di rinunciare al progetto del Padiglione russo,[18] mentre il 2 marzo la Direzione della Biennale ha comunicato la volontà di aiutare la delegazione dell'Ucraina[19] dopo che il 25 febbraio l'artista Pavlo Makov e i curatori avevano espresso dubbi sulla possibilità di organizzare il Padiglione ucraino.[20]
Inoltre il 15 aprile la Direzione della Biennale ha messo a disposizione lo Spazio Esedra dei Giardini per il progetto Piazza Ucraina, un allestimento realizzato dall'artista multidisciplinare Dana Kosmina, formato da un monumento ricoperto da sacchi di sabbia, come sta avvenendo nelle città ucraine.[21] Secondo la curatrice della Biennale Cecilia Alemani: «La nostra speranza è di creare con Piazza Ucraina una piattaforma di solidarietà per la popolazione ucraina».[22]
Il Padiglione Italia, a cura di Eugenio Viola, era costituito da un'opera di Gian Maria Tosatti che occupava l'intero spazio delle Tese delle Vergini, nell'Arsenale;[23][24] un'installazione multidisciplinare site specific, che fa riferimento all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,[25] suddivisa come un'azione teatrale in due tempi: Storia della notte (ascesa e declino del sogno industriale italiano) e Destino delle comete (la natura, oltraggiata, non perdona l'umanità)[26]
Il Padiglione Italia è stato inaugurato il 22 aprile dal ministroDario Franceschini.[27]
Jamal Uddin Ahmed, Mohammad Iqbal, Harun-Ar-Rashid, Sumon Wahed, Promity Hossain, Mohammad Eunus, Marco Cassarà, Franco Marrocco, Giuseppe Diego Spinelli
Liceo Artistico Guggenheim e Palazzo Ca' Bernardo Molon
The Time of the Chimeras
Francis Nathan Abiamba (Afran), Angèle Etoundi Essamba, Justine Gaga, Salifou Lindou, Shay Frisch, Umberto Mariani, Matteo Mezzadri, Jorge R. Pombo, NFT[38] (Kevin Abosch, João Angelini, Marco Bertìn (Berxit), Cryptoart Driver, Lana Denina, Alberto Echegaray Guevara, Genesis People, Joachim Hildebrand, Meng Huang, Eduardo Kac, Giulia Kosice, Julio Le Parc, Marina Nuñez, Miguel Soler-Roig, Miguel Ángel Vidal, Burkhard von Harder, Gabe Weis, Clark Winter, Shavonne Wong, Wang Xing, Alessandro Zannier, ZZH)
Liu Jiayu, Wang Yuyang, Xu Lei, Central Academy of Fine Arts (CAFA) Institute of Sci-Tech Arts+Tsinghua Laboratory of Brain and Intelligence (TLBI) Group Project
Cypher Art Collective of Grenada: Oliver Benoit, Billy Gerard Frank, Ian Friday, Asher Mains, Susan Mains, Angus Martin, Samuel Ogilvie; Giancarlo Flati; Identity Collective; Anna Maria Li Gotti; Nino Perrone; Rossella Pezzino de Geronimo; Marialuisa Tadei
The Art of Holding Hands as we break through the sedimentary cloud
Dante Buu, Lidija Delić & Ivan Šuković, Darko Vučković, Jelena Tomašević, Art Collection of Non-Aligned Countries (Zuzana Chalupova, Rene Portocarrero, unknown author from Iraq and Bernard Matemera)
Renn (artista principale), omaggi e opere in collaborazione con Roland Blum (fotografie del deserto) e Studio Amebe (percorso introduttivo Cercare per credere)
Il Padiglione Venezia, ai Giardini della Biennale e gestito dal Comune di Venezia, a cura di Giovanna Zabotti, ha ospitato Alloro,[103][104] simbolo della metamorfosi, che «ha fondamentalmente tre temi di fondo: l’avvicinamento dell’uomo alla natura, la forza della donna e la metamorfosi spiegata dall'arte.»
Nelle prime due sale si trovavano: Portali del duo di artiste Goldschmied & Chiari, Best Wishes di Ottorino De Lucchi e, al centro del percorso, l'installazione Lympha, il mito di Dafne e Apollo reso in chiave moderna dall'artista Paolo Fantin con il gruppo Ophicina, accompagnato dal brano musicale Gocce di alloro, realizzato da Pino Donaggio.
La terza sala era occupata dalle opere vincitrici del concorso Artefici del nostro tempo, realizzate da giovani artisti under 35.
La mostra si concludeva in un piccolo "bosco" di alloro, all'esterno del Padiglione.
Progetti speciali
La video installazione"U Scantu": A Disorderly Tale dell'italiana Elisa Giardina Papa (n. 1979) è stata esposta a Forte Marghera all'interno della Polveriera austriaca. L'opera reinterpreta il mito siciliano delle donne di fora ("donne di fuori"), che la tradizione orale descrive al contempo femminee e mascoline, umane ma in parte animali, benevole eppure vendicative.[105]
La statunitense Sophia Al-Maria (n. 1983) ha presentato il progetto Tiger Strike Red, ispirato all'automa Tigre di Tippu che rappresenta una tigre intenta a dilaniare un soldato britannico, realizzato per il sultano Fateh Ali Tipu nel 1790. L'opera è stata presentata presso il Padiglione delle Arti Applicate, nelle Sale d'armi dell'Arsenale, in collaborazione con il Victoria and Albert Museum (V&A) di Londra.[106]
Eventi collaterali
30 eventi collaterali, approvati dalla curatrice Alemani e promossi da enti e istituzioni pubbliche e private senza scopo di lucro, sono stati organizzati in numerose sedi della città di Venezia, proponendo un'ampia offerta di contributi e partecipazioni, tra i quali alcuni maestri del Novecento come Louise Nevelson, Lucio Fontana, Antony Gormley e Ha Chong-Hyun.[107][108]
Meetings on Art
Dal 7 all'11 giugno 2022, al Teatro Piccolo Arsenale, si è tenuto Meetings on Art: cinque giorni di conversazioni, conferenze e proiezioni in presenza di artiste, studiosi, curatrici, pensatrici e scrittori provenienti da vari campi di interesse per discutere di Leonora Carrington e di altre artiste surrealiste in relazione ad argomenti come «la metamorfosi, il fallimento delle forme binarie di genere, l'occulto, l'alchimia, la magia e le epistemologie indigene; la svolta postumana; il nostro rapporto con la Terra e con le tecnologie; la pratica della fabulazione e gli approcci femministi alla curatela.»[109]
In occasione del convegno Meetings on Art di giugno è stata presentata la ristampa anastatica del volume Materializzazione del linguaggio, pubblicato nel 1978 in occasione dell'omonima mostra nell'ambito della 38ª Esposizione internazionale d'arte, e ispiratrice della capsula Corpo orbita.[110]
Il 4 ottobre 2022, al Teatro Piccolo Arsenale, si è tenuto il convegno sul tema Il queer e l'inquietante. L'incontro è stato sulle «questioni della materialità di vita e morte, la categoria della thingness, l'animazione del non umano e la disumanizzazione e la morte dell'umano attraverso le lenti del queer e dell'inquietante, della razza, della sessualità e del genere.»[111]
Il 5 ottobre 2022, presso la Biblioteca della Biennale, si è tenuta una giornata di studi dedicata a Giorgio Celiberti, artista che partecipò alla Biennale Arte 1948.[112]
Il 6 ottobre 2022, al Teatro Piccolo Arsenale, si è tenuto il convegno sul tema Reincanto del mondo. Per la femminista Silvia Federici «reincantare il mondo» significa «riconnettere ciò che il capitalismo ha diviso: il nostro rapporto con la natura, con gli altri e con i nostri corpi» (Silvia Federici, Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei «commons», Verona, Ombre Corte, 2021).[113]
Il 13 ottobre 2022, presso la sede di Ca' Giustinian, è stata presentata la rivista Dune. Scritture su moda, progetto e cultura visuale (Vol. 003, n. 001, Shortcuts, settembre 2022)[114], diretta da Maria Luisa Frisa, direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali all'Università Iuav di Venezia[115], edita da Flash Art.[116]
Il 9 novembre 2022, presso la Biblioteca della Biennale, l'Archivio storico della Biennale ha tenuto un incontro dedicato all'artista Alberto Martini.[117]
Il 25 novembre 2022, la Biblioteca dell'Archivio Storico della Biennale ha ospitato la presentazione del libro di Francesco Bonami, già direttore della 50ª Biennale Arte del 2003, Bello, sembra un quadro. Controstoria dell'arte.[118]