Pino Donaggio

Pino Donaggio
Pino Donaggio negli anni 60, a inizio carriera
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenerePop
Colonna sonora
Musica d'autore
Periodo di attività musicale1959 – in attività
EtichettaColumbia, Carosello, Produttori Associati
Album pubblicati8
Studio8
Sito ufficiale

Giuseppe Donaggio, detto Pino (Burano, 24 novembre 1941), è un cantautore e compositore italiano.

Come cantautore, il suo brano più noto, Io che non vivo (senza te) ha venduto - nelle varie versioni e cover - oltre 80 milioni di copie in tutto il mondo.[1] Come compositore di colonne sonore ha collaborato, tra gli altri, con registi come Brian De Palma (nel cui lungo sodalizio ha musicato ben sette film, tra i quali Omicidio a Luci Rosse e Vestito per uccidere), Dario Argento, Tinto Brass e Pupi Avati.[2]

Biografia

Gli esordi come cantautore (1959-1976)

Cresce in una famiglia di musicisti (il padre Italo aveva collaborato anche con Sergio Endrigo agli albori della sua carriera[3][4]) e a dieci anni comincia a studiare il violino, prima al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e poi al Giuseppe Verdi di Milano, dove collabora anche con il maestro Claudio Abbado, che lo vuole nell'orchestra "I Solisti di Milano". È presente fra i primi violini al primo concerto de "I Solisti Veneti" diretti da Claudio Scimone all'Olimpico di Vicenza nel 1959 e ha collaborato con "I Solisti" fino al debutto a Sanremo. Nella seconda metà degli anni cinquanta scrive brani per altri cantanti, ma nel 1959 scopre il rock and roll e incide i primi dischi. Debutta al Festival di Sanremo 1961 con Come sinfonia, un brano classicheggiante che rivela i suoi trascorsi di conservatorio, arrangiato e diretto da Angelo Giacomazzi e rieseguito da Teddy Reno. Come sinfonia ottiene un notevole successo discografico, arrivando primo in classifica per tre settimane ed è poi inciso anche da Mina; non mancano tuttavia nel suo primo repertorio motivi più semplici, come Pera matura e Il cane di stoffa.

Torna a Sanremo nel 1963 e ottiene il terzo posto con Giovane giovane, un twist eseguito in coppia con Cocky Mazzetti che arriva in prima posizione per due settimane. Questa canzone dà anche il nome al gruppo che lo accompagna dal vivo e su disco, appunto i Giovani Giovani, composti da Sandro Orlandini alla batteria, Armando De Cillis al basso, Alberto Bandel al pianoforte (poi sostituito da Gianni De Sabbata) e Nico Lo Muto alla chitarra. Ancora un pezzo intimista nel Festival di Sanremo 1964 (Motivo d'amore), per arrivare all'edizione successiva con quello che sarà il suo maggiore successo, Io che non vivo (senza te) che arriva prima in classifica per tre settimane.

La canzone viene presentata in seconda esecuzione da Jody Miller, ma un'altra cantante presente alla stessa edizione del Festival, Dusty Springfield, decide di farla sua e di inciderla una volta tornata a Londra. Nella sua versione in lingua inglese, intitolata You Don't Have to Say You Love Me, il brano fa il giro del mondo entrando nelle classifiche di vendita di moltissimi paesi. Numerosi artisti di fama internazionale, tra cui Elvis Presley, vorranno includerla nel loro repertorio, tanto che You Don't Have to Say You Love Me è divenuta con gli anni un classico di tutti i tempi. Dopo altre partecipazioni a Sanremo (Una casa in cima al mondo, Io per amore, Le solite cose), a "Un disco per l'estate" (Quando è sera nel 1964, Pensa solo a me nel 1965, Svegliati amore nel 1966, Un brivido di freddo nel 1967 e Il sole della notte nel 1968), al Festival delle Rose (Gianni) e a "Canzonissima", il suo successo commerciale come cantante comincia a declinare.

Scaduto il contratto con la Columbia, casa discografica con cui aveva esordito, firma con la Carosello che tenta il rilancio attraverso nuove partecipazioni a Sanremo (Che effetto mi fa, 1970, L'ultimo romantico, 1971, Ci sono giorni, 1972). Nel 1976 si avvicina alla canzone "impegnata", pubblicando per la Produttori Associati l'album Certe volte..., che vede all'armonica la collaborazione del giovane cantautore veronese Massimo Bubola, che firma anche il testo di Naturale, e alla batteria Tullio De Piscopo. Una canzone di questo disco, Mario, diventerà molto nota tre anni dopo nell'interpretazione di Enzo Jannacci.

La seconda carriera come autore di colonne sonore (1973-presente)

Nel 1973 esordisce come musicista di colonne sonore con il thriller A Venezia... un dicembre rosso shocking (Don't Look Now) di Nicolas Roeg. Il film è un successo clamoroso e gli vale il premio della stampa inglese, conferito dalla prestigiosa rivista Films and Filming, per la migliore colonna sonora dell'anno.[5] Il regista Marcello Aliprandi lo chiama per musicare Corruzione al palazzo di giustizia con Franco Nero e Un sussurro nel buio, un altro thriller in cornice veneziana. Proprio mentre sta musicando quest'ultimo, Donaggio viene contattato da Brian De Palma che, avendo apprezzato il suo lavoro con Roeg, gli chiede di realizzare una colonna sonora nello stile di Bernard Herrmann, appena scomparso; il risultato è eccezionale. Nonostante il film successivo di De Palma, Fury, venga musicato da John Williams, il regista statunitense richiama Donaggio per Home Movies, ammettendo che la sua musica è più funzionale al suo cinema.

Pino Donaggio nel 1965

Comincia uno dei sodalizi più celebri nella storia del cinema, che confeziona capolavori del rapporto immagine-musica come Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse. Nel 1993, De Palma richiama Donaggio per Doppia personalità. Nel frattempo Donaggio, diventato richiestissimo, si specializza in colonne sonore per horror raffinati come Un'ombra nel buio con Lauren Bacall, Déjà vu, Trauma di Dario Argento, ma è anche uno dei compositori preferiti da giovani cineasti destinati a diventare famosi come Joe Dante (Piraña e L'ululato). Donaggio non disdegna nemmeno la commedia di Non ci resta che piangere della coppia Benigni - Troisi, 7 chili in 7 giorni con Verdone e Pozzetto, Il mio West con Pieraccioni e Bowie, drammi sociali come Il caso Moro e Giovanni Falcone entrambi di Giuseppe Ferrara e l'erotismo sofisticato di Liliana Cavani per Interno berlinese. Proprio per la Cavani, Donaggio realizza una delle sue migliori colonne sonore, quella per il drammatico Dove siete? Io sono qui con Chiara Caselli. Con il maestro dell'erotismo Tinto Brass, Donaggio compone la colonna sonora di tre film: Così fan tutte (1992), Monella (1998) e Tra(sgre)dire (2000).

Nel 1995 viene chiamato da Claudio Fragasso per Palermo Milano solo andata con Giancarlo Giannini e Stefania Sandrelli con il quale vince il primo Globo d'oro come migliore colonna sonora. Inizia così un rapporto di simbiosi professionale e d'amicizia consolidato nel tempo che lo porterà a firmare tutte le colonne sonore dei film del regista Claudio Fragasso, fino all'ultimo del 2016, La grande rabbia. Nel 2008 ottiene una nomination ai David di Donatello per la miglior canzone, sempre con un film di Fragasso, Milano Palermo - Il ritorno, oltre a firmare anche le due miniserie per Mediaset Operazione Odissea (1999), Blindati (2000), e il film TV, per Mediaset La banda (2001).

Sempre molto attivo per la televisione, Donaggio è tornato all'horror statunitense con il brillante Il figlio di Chucky, in cui cita con ironia gli stilemi musicali resi celebri in Carrie e Horror Puppet. Tra i suoi lavori più recenti, quelli per i film di Sergio Rubini e soprattutto La terra e Colpo d'occhio. Negli ultimi anni c'è stata una grande collaborazione tra Pino Donaggio e Rai Fiction; Donaggio è quindi l'autore delle musiche di molte fiction italiane, tra cui quelle della serie Don Matteo. Nel 2013 compone la colonna sonora del film Patrick: Evil Awakens diretto da Mark Hartley, remake del film Patrick del 1978. L'11 febbraio 2015 è ospite durante la seconda serata del 65º Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti ricevendo il Premio alla Carriera Festival di Sanremo. Nel febbraio 2018 viene scelto come presidente della giuria di esperti per il 68º Festival di Sanremo dal direttore artistico Claudio Baglioni.[6] Da giugno 2018 è al lavoro come autore del nuovo album di Massimo Ranieri che uscirà nella primavera del 2019, con la produzione di Mauro Pagani.

Nel 2019 gli viene assegnato il Premio Tenco alla carriera.[7]

Da tempo lontano dalle scene, nel novembre 2021 è ospite di Serena Bortone nel programma Oggi è un altro giorno, facendosi intervistare tra carriera e vita privata. Inoltre dopo tantissimi anni dall'ultima volta, torna a cantare Io che non vivo, grande celebre successo che lo fece arrivare all'apice della popolarità.

Discografia

Album in studio
Singoli
  • 1959 – Ho paura/Mia Laura
  • 1959 – Angelica/la notte verrà
  • 1960 – Dormi fra la mie braccia/No, no, mai
  • 1960 – Mi piace vivere così/Sulla verde terra
  • 1960 – Sera d'inverno/Quello che tu pensi
  • 1960 – Non ti posso lasciare/Ho paura
  • 1961 – Come sinfonia/Il cane di stoffa
  • 1961 – Tu sai/Villaggio sul fiume
  • 1961 – Pera matura/Benvenuti a Venezia
  • 1961 – Il mio sotterraneo/Oggi niente scuola
  • 1962 – La ragazza col maglione/Cielo muto
  • 1962 – La ragazza col maglione/La peliccia de vison
  • 1962 – Scusa tanto/Saint Tropez
  • 1962 – Vestito di sacco/Madison tra gli angeli
  • 1962 – Archimede Pitagorico/Oggi niente scuola
  • 1963 – Giovane giovane/Una casa d'argento
  • 1963 – Il domani è nostro/Solo nel mondo
  • 1963 – Un'isola per gli innamorati/Schiavo di te
  • 1963 – La scaletta/Un'isola per gli innamorati
  • 1964 – Motivo d'amore/In guerra con tutti
  • 1964 – Non vado a quella festa/Quando è sera
  • 1964 – Capirai/Un chiodo fisso
  • 1965 – Io che non vivo (senza te)/Il mondo di notte
  • 1965 – Sulla sabbia/Pensa solo a me
  • 1965 – Sono nato con te/L'ultima telefonata
  • 1965 – Un amore/Si chiama Maria (Columbia scmq 1877)
  • 1966 – Una casa in cima al mondo/Non ne ho colpa
  • 1966 – Io mi domando/Svegliati amore
  • 1966 – Cieli di cartone/Quando il sole chiude gli occhi
  • 1967 – Io per amore/Un angelo vivo
  • 1967 – Un brivido di freddo/Calma ragazzo
  • 1967 – Gianni/Ripensaci
  • 1968 – Le solite cose/La domenica sera
  • 1968 – Il sole della notte/Dove vai quando dormi
  • 1968 – Non domandarti/Vent'anni questa sera
  • 1969 – Una donna/Perdutamente
  • 1969 – Un'ombra bianca/Era piena estate
  • 1970 – Che effetto mi fa/Tu mi dici sempre dove vai
  • 1970 – Lei piangeva/Musica tra gli alberi
  • 1970 – Concerto per Venezia/Siamo andati oltre
  • 1971 – L'ultimo romantico/Grand'uomo
  • 1971 – Pero anoche en la palya/Immagine d'amore
  • 1971 – Un'immagine d'amore/Pero anoche en la playa
  • 1972 – Ci sono giorni/Come un girasole
  • 1972 – Perché questo un uomo non lo fa?/Un incontro casuale
  • 1973 – La voglia di vivere/Per amore
  • 1974 – Donna d'estate/Grande come una spanna
  • 1976 – L'equilibrista/Certe volte a Venezia
  • 1979 – Skin deep/Lady Fine
Raccolte
  • 1970 – Come sinfonia
  • 1988 – Pino Donaggio
  • 1995 – Il Meglio Di Pino Donaggio
  • 2004 – Made in Italy

Colonne sonore

Riconoscimenti

  • Premio Internazionale Cicognini
    • 2022 – Premiato[8].

Note

  1. ^ "Io che non vivo": i cinquant'anni di un successo planetario, Il Mattino di Padova, 22 gennaio 2015.
  2. ^ Pino Donaggio: «Mi metto al servizio delle idee del regista», Il manifesto, 12 gennaio 2017.
  3. ^ Donaggio, quarant'anni di musica "paurosa" da Sanremo a De Palma, Il Giornale, 21 dicembre 2013.
  4. ^ Sergio Endrigo, mio padre: Artista per caso, Claudia Endrigo, Feltrinelli, 2017.
  5. ^ A Venezia... un Donaggio rosso shocking!: intervista esclusiva a Pino Donaggio, Colonne Sonore settembre 2005.
  6. ^ Rockol.com s.r.l., √ Sanremo 2018, i nomi dei componenti della Giuria degli Esperti: Pino Donaggio presidente, in Rockol. URL consultato il 4 febbraio 2018.
  7. ^ Pino Donaggio, premio Tenco alla carriera: "Un solo rimpianto, non ho mai incontrato Elvis", su la Repubblica, 22 agosto 2019. URL consultato il 21 maggio 2021.
  8. ^ [1]

Altri progetti

Collegamenti esterni

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