Giuseppe Marello
Giuseppe Marello (Torino, 26 dicembre 1844 – Savona, 30 maggio 1895) è stato un vescovo cattolico italiano, fondatore della congregazione degli Oblati di San Giuseppe. È stato beatificato nel 1993 e proclamato santo da papa Giovanni Paolo II il 25 novembre 2001. BiografiaFiglio di Vincenzo Marello - originario di San Martino Alfieri - e di Anna Maria Viale - di Venaria Reale -, nacque a Torino il 26 dicembre 1844 nella parrocchia del Corpus Domini, dove lo stesso giorno fu battezzato. All'età di tre anni rimase orfano di madre e a sette anni, con il padre e il fratello Vittorio, traslocò da Torino a San Martino Alfieri, dove frequentò le scuole elementari. La vocazioneA 11 anni il padre e il piccolo Giuseppe, che aveva terminato le elementari, si recarono a Savona e visitarono il santuario della Madonna della Misericordia. Al ritorno dal viaggio Giuseppe comunicò al padre il desiderio di farsi sacerdote e il 31 ottobre 1856 entrò nel seminario diocesano di Asti. Nel giugno 1862, al termine degli studi di filosofia, lasciò il seminario e con il padre si trasferì a Torino, dove intraprese gli studi con indirizzo tecnico-commerciale. Nel dicembre 1863, gravemente ammalato di tifo, riferì di avvertire l'invito della Madonna Consolata a ritornare in seminario, le chiese la grazia della guarigione e prontamente guarì. Nel febbraio 1864 ritornò nel seminario di Asti. Il periodo giovanile trascorso a Torino fu utile per la comprensione della società e delle idee del tempo e favorì la linea educativa e sociale che impresse alla sua attività di sacerdote e vescovo, così come alla sua fondazione religiosa. Sacerdote della diocesi di AstiIl 19 settembre 1868 fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Asti e dall'ottobre dello stesso anno il vescovo Carlo Savio lo volle come suo segretario. Nel novembre 1869 accompagnò il vescovo a Roma in occasione del Concilio Vaticano I e l'allora cardinale Gioacchino Pecci ebbe modo di apprezzarne le doti e le virtù. Alla fine di luglio 1870, per la definitiva sospensione del Concilio Vaticano I, ritornò con il vescovo ad Asti, compiaciuto dalla proclamazione del dogma dell'infallibilità papale da parte di papa Pio IX. Ricoprì anche contemporaneamente vari incarichi: responsabile della buona stampa, direttore della Dottrina cristiana, direttore spirituale nel seminario dal 1880 al 1882 e nell'Istituto di Suore Milliavacca. Il 2 marzo 1880 fu nominato canonico della cattedrale e il 5 luglio 1881, in seguito alla morte del vescovo Carlo Savio, fu nominato cancelliere vescovile capitolare e dal 30 giugno 1882 cancelliere vescovile per nomina del nuovo vescovo monsignor Giuseppe Ronco. La fondazione degli Oblati di San GiuseppeNegli ultimi mesi del 1872 fondò in Asti la "Compagnia di San Giuseppe promotrice degli interessi di Gesù", dei laici che si riunivano presso la chiesa del SS. Nome di Gesù, con ruoli di apostolato e preghiera. Il 14 marzo 1878 fondò la "Compagnia di San Giuseppe" - detta poi Congregazione di San Giuseppe, Oblati di San Giuseppe o Giuseppini d'Asti -, un gruppo di giovani a servizio di un orfanotrofio presso l'Opera Pia Michelerio, in fraterna vita comune, formati a una spiritualità cristocentrica di consacrazione e umile operosità nell'imitazione di San Giuseppe, per farsi veri discepoli di Gesù Maestro. Le prime regole, scritte nel 1892 insieme a lui dai primi membri, definirono che la Congregazione di San Giuseppe "ha per scopo l'educazione cristiana della gioventù"; i sacerdoti inoltre offrono aiuto in varie forme al clero locale attraverso la predicazione e la disponibilità. Un santo socialeIl 6 ottobre 1882, per mandato del vescovo, insieme a don Giovanni Maria Sardi[1] - futuro vescovo di Pinerolo - rilevò l'amministrazione dell'Ospizio dei Cronici fondato in Asti da Francesco Cerrato. Dall'ottobre 1885 visse nell'istituzione caritativa, trasferitasi nei locali dell'ex-convento di Santa Chiara, dove aprì anche una scuola media. A motivo delle opere da lui promosse nella città di Asti, per la sensibilità sociale da lui manifestata da sacerdote, fondatore e vescovo, è annoverato tra i Santi Sociali dell'Ottocento piemontese. I santi sociali con cui ha avuto relazioni di amicizia furono:
Amici torinesi di San Giuseppe Marello furono monsignor Giovanni Battista Bertagna,[4] vescovo ausiliare di Torino dal 1884: ebbe un'amicizia rispettosa verso il professore di morale venuto nel 1878 da Torino ad insegnare nel seminario di Asti, insieme a lui canonico poi vicario generale della diocesi. Soprattutto, fu fondamentale la sua relazione con il torinese vescovo di Asti monsignor Carlo Savio, già professore della Facoltà Teologica di Torino, inoltre istitutore del futuro Re Umberto I di Savoia: egli coltivò con il vescovo Savio un'amicizia filiale facendogli da segretario e una condivisione di interessi e ideali pastorali comuni, tra i quali - alcuni ritengono - la stessa fondazione degli Oblati di San Giuseppe. Vescovo di Acqui e morte![]() Il 17 febbraio 1889 a Roma nella chiesa di Santa Maria Immacolata a via Veneto fu consacrato vescovo dal cardinale Raffaele Monaco La Valletta. Il 31 maggio 1889 inoltrò la prima lettera pastorale alla diocesi di Acqui, sulla pace. Il 16 giugno 1889 fece il suo ingresso ad Acqui. Il 2 febbraio 1890 inviò la seconda lettera alla diocesi sull'imminente visita pastorale. Il 13 aprile dello stesso anno diede inizio alla visita alle 143 parrocchie della diocesi, che concluse nel 1895: in soli sei anni di episcopato riuscì a visitare tutti i paesi della sua vasta diocesi, alcuni dei quali molto difficili da raggiungere. Il 16 dicembre 1890 ricevette la laurea honoris causa in Sacra Teologia dal Collegio teologico di S. Tommaso di Genova. Del 13 gennaio 1891 la terza lettera pastorale Sulla penitenza. Il 26 settembre 1891 partecipò a Roma al pellegrinaggio in occasione del III centenario della morte di San Luigi Gonzaga. Del 4 febbraio 1892 la quarta lettera pastorale Sull'istruzione e l'educazione in famiglia della gioventù. Dal 4 all'8 ottobre 1892 partecipò a Genova al X Congresso dei Cattolici Italiani. Il 25 gennaio 1893 trasmise la quinta lettera pastorale Sulla professione della fede e il rispetto umano. Dal 14 al 28 febbraio 1893 si recò a Roma in occasione del cinquantesimo di episcopato di Leone XIII e il 23 febbraio a Napoli al Santuario di Pompei. Il 20 gennaio 1894 inviò la sesta lettera pastorale sul Catechismo. Dal 2 al 6 settembre dello stesso anno partecipò al secondo Congresso Eucaristico nazionale a Torino. L'8 febbraio 1895 scrisse la settima lettera pastorale che ebbe per argomento Le Missioni e la propagazione della fede. Il 26 maggio 1895 era a Savona, per invito degli Scolopi, a presiedere i festeggiamenti in onore del terzo centenario della morte di San Filippo Neri. Il 27 maggio, nel Santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona celebrò la sua ultima messa. Il 30 maggio morì nell'episcopio di Savona. La sua scomparsa improvvisa e discreta, a 50 anni e 5 mesi di età, avvenne in un momento difficile e doloroso della sua vita, suscitato dalle sofferenze a motivo dell'incerto futuro degli Oblati di San Giuseppe, la famiglia religiosa da lui fondata. È sepolto ad Asti in una cappella del Santuario di San Giuseppe, situato in pieno centro cittadino. CanonizzazioneEra morto in fama di santità, dovuta anche alle numerose testimonianze di grazie ottenute; a partire dal 1924 furono avviati i processi informativi. Il 28 maggio 1948 fu introdotta la causa di beatificazione e il 12 giugno 1978, alla presenza di papa Paolo VI, venne letto il decreto sull'eroicità delle virtù. Papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato in Asti il 26 settembre 1993, come esempio e modello di carità verso tutti e di instancabile e silenziosa operosità a favore dei giovani e degli abbandonati. Con solenne decreto del 18 dicembre 2000, papa Giovanni Paolo II dichiarò: «...è stato accertato il miracolo operato da Dio per l'intercessione del Beato Giuseppe Marello, Vescovo di Acqui, Fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe d'Asti: cioè, la guarigione improvvisa, completa e duratura dei fanciulli Alfredo e Isila Chávez León, ristabiliti entrambi nello stesso tempo da broncopolmonite con febbre alta, dispnea e cianosi in pazienti con denutrizione cronica.."»
Riconosciuto il miracolo, nel corso del concistoro ordinario del 2001 per la canonizzazione di alcuni beati, Giovanni Paolo II pronunciò la sua volontà: "Per l'autorità di Dio Onnipotente, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, decretiamo che ...il Beato Giuseppe Marello... sia iscritto nell'Albo dei Santi il giorno 25 novembre 2001". Genealogia episcopaleLa genealogia episcopale è:
Tavola cronologica
Opere di San Giuseppe Marello
Note
Bibliografia
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