Francesco Botticini nacque a Firenze nel 1446 come Francesco di Giovanni ed era infatti il figlio di Giovanni di Domenico, un discreto pittore specializzato nell'illustrazione di carte da gioco.[2][3]
Fu proprio dal padre che Francesco apprese probabilmente i primi insegnamenti elementari della pittura.[2] Il 22 ottobre 1459, a soli tredici anni, Francesco entrò come apprendista salariato presso la bottega dell'affermato maestro Neri di Bicci, ma, come testimoniato dalle Ricordanze dello stesso Neri, già il 24 luglio 1460 se ne andò via dalla sua bottega.[2][3][4]
Della sua attività giovanile, tra il 1465 e il 1470 circa, se ne sono occupati particolarmente gli storici dell'arte Everett Fahy e Luciano Bellosi.[2] Ad esempio, Fahy e Bellosi gli attribuiscono parti di una smembrata predella già a lungo attribuita ad Andrea del Castagno, ovvero composta dalla Crocifissione della National Gallery di Londra, la Risurrezione della Frick Collection di New York, la Flagellazione della collezione di Bernard Berenson a Settignano, l'Ultima Cena di Edimburgo (quest'ultima però non uniforme alle altre e forse da escludere dal gruppo).[2][5][6][7] Da queste tavolette è già possibile individuare i caratteristici modi stilistici del Botticini, che, seppur con ancora reminiscenze arcaiche, sono visibilmente orientati verso la maniera di Andrea del Verrocchio.[2]
Nel 1469 sembra che avesse già messo in piedi una propria bottega, vincendo importanti commissioni per pale d'altare di grandi dimensioni.[3][4] Dal 1471 in poi, fu membro della Confraternita dell'Arcangelo Raffaele e, un anno dopo, membro della Confraternita di San Luca.[4] Oltre alle grandi pale, Botticini lavorò a opere devozionali minori come varie "Madonne adorati il Cristo Bambino", un tema su cui l'artista tornò più volte, senza dubbio per la richiesta popolare dei suoi mecenati; infatti, il tema della "Madonna col Bambino" era tipico per la devozione privata nella Firenze rinascimentale.[4]
Ancora, strettamente connesse alla tavola di Tobia e i tre arcangeli, altre opere del Botticini realizzate a partire dal 1475 sono il Tobiolo e l'arcangelo Raffaele dell'Accademia Carrara di Bergamo, la grande Assunzione della Vergine della National Gallery di Londra, la Madonna col Bambino in gloria del Museo del Louvre di Parigi (già attribuita a Cosimo Rosselli), la Madonna col Bambino in trono tra santi e angeli del Metropolitan Museum of Art di New York ed il distrutto altare Rossi con il Cristo sulla croce e quattro santi di Berlino.[2]
L'aderenza ai modi del Botticelli è palese anche nel San Sebastiano del Metropolitan di New York, che deriva chiaramente dal San Sebastiano (c. 1473-74) del Botticelli alla Gemäldegalerie di Berlino e quest'aderenza può essere dovuta alla frequentazione da parte dei due artisti dello stesso ambiente verrocchiesco, come è già stato suggerito da Carlo Ludovico Ragghianti.[2] Ancora, tipica del periodo verrocchiesco ne è un chiaro esempio la tavola dell'Adorazione del Bambino alla Galleria Estense di Modena.[2][8] Ma oltre che per l'arte del Botticelli e del Verrocchio, nelle sue opere il Botticini dimostra un interesse anche per la maniera di Filippino Lippi, in particolare per quanto riguarda l'arte filippinesca di realizzare i panneggi.[2] Esempio della fase botticiniana matura, ma con ancora profondi rimandi botticelliani e filippineschi, è il tondo della Madonna in adorazione del Bambino con san Giovannino e angeli alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.[1][2] Altro esempio di opera del periodo tardo è la tavola della Incoronazione di Maria della Galleria Sabauda di Torino.[2][9]
Ancora appartenente al periodo tardo della sua attività pittorica è anche l'unica opera certa e documentata per cui è noto il Botticini, ovvero il Tabernacolo del Sacramento.[2] L'opera, iniziata nel 1484, venne commissionata dalla Compagnia della Veste Bianca per il proprio altare nella Collegiata di Sant'Andrea di Empoli e qui collocato già dal 1491, sebbene al 1504 risale ancora l'intervento del figlio pittore Raffaello Botticini.[2] L'opera è oggi custodita nella Pinacoteca Museo della Collegiata di Sant'Andrea di Empoli, nella quale è presente anche un'altra opera simile del Botticini, tuttavia collocabile ad una datazione precedente a quest'ultima.[2] Infatti, anche il Tabernacolo di san Sebastiano dimostra di appartenere alla stessa mano di quello del Sacramento, però qui l'artista non lavorò da solo ma venne aiutato dallo scultore Antonio Rossellino, che realizzò la statua centrale del santo e due angioletti inginocchiati ai lati superiori della cornice, mentre il Botticini realizzò a tempera su tavola i due grandi pannelli laterali con due Angeli che presentano i donatori e la predella con le Storie di san Sebastiano e il Martirio dei santi Marco e Marcellino.[2]
Francesco Botticini morì a Firenze il 16 gennaio 1498.[2]
La copertina fu un vero successo e secondo George Lois, che al tempo era direttore artistico della rivista e fu colui che ebbe l'idea e scelse il dipinto, quella fotografia fu ciò che galvanizzò Martin Luther King Jr., spingendolo finalmente a denunciare il conflitto in Vietnam, cosa che non aveva ancora fatto esplicitamente prima di quel momento.[10]
Madonna col Bambino in trono tra i santi Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista, c. 1470–1475, 139.5×143 cm, dipinto su tavola (Collezione Alana, Newark nel Delaware, Stati Uniti d'America)[17]
Santa Monica (o Vergine plorante secondo Lisa Venturini) (pendant col Sant'Agostino), c. 1471, 171.5×51 cm, tempera e oro su tavola (Galleria dell'Accademia, Firenze, Italia)[21]
Cristo sulla croce e quattro santi, c. 1475, 65.4×49.5 cm, olio su tavola (Opera perduta. Già a Berlino al Kaiser-Friedrich-Museum, oggi Bode-Museum, venne presumibilmente distrutta nel 1945)[25]
Vergine col Bambino in gloria circondati da cherubini, serafini, quattro angeli, santa Maria Maddalena e san Bernardo di Chiaravalle, c. 1475–1498, 188×177 cm, tempera su tavola, (Museo del Louvre, Parigi, Francia)[34][35]
Madonna col Bambino tra i santi Francesco d'Assisi, Sebastiano, Lorenzo, Bartolomeo, Giuliano e Caterina d'Alessandria, c. 1480, dipinto su tavola (Museo Bandini, Fiesole, Italia)
Madonna col Bambino in trono tra san Girolamo, san Francesco d'Assisi, sant'Antonio di Padova e san Ludovico di Tolosa, c. 1490–1498, 157×133 cm, tempera su tavola (Museo Civico di Palazzo Pretorio, Prato, Italia)
Incoronazione di Maria Vergine tra sant'Agostino, san Bernardo, san Gerolamo, san Giuliano, due angeli musicanti e la committente, c. 1490–1498, 190×187 cm, tempera su tavola (Galleria Sabauda, Torino, Italia)[9]
Deposizione di Cristo con la Madonna, san Giuseppe d'Arimatea, santa Maria Maddalena, san Bernardo e san Sebastiano, XV secolo, 152×170 cm, tempera su tavola (Badia Fiesolana, Fiesole, Italia)[50]