Il museo ha preso il nome dal palazzo che lo ospita. Originariamente il museo era una fortezza, costruita alla fine del XII secolo durante il regno del re capetingioFilippo II,[3] nei rifacimenti successivi fu sede reale e governativa.
La conformazione attuale del palazzo origina dai lavori ordinati da Carlo V di Francia nella seconda metà del XIV secolo.[4] Fu la sede effettiva della monarchia francese fino al 1682, quando Luigi XIV si trasferì nella reggia di Versailles. Il Louvre rimase comunque la sua sede formale fino al termine dell'Ancien Régime nel 1789. Fu il governo rivoluzionario a dare piena attuazione a progetti già avviati di trasformazione in museo, inaugurandolo come tale nel 1793, anche se il palazzo continuò a ospitare enti governativi fino agli anni novanta del novecento.
Per iniziativa del presidente Mitterrand fu sottoposto a lavori di ampliamento negli anni ottanta e novanta secondo il progetto denominato Grand Louvre, che comprende la caratteristica piramide di vetro e acciaio nel cortile principale.
Il ruolo centrale della Francia nella storia dell'Ottocento contribuì grandemente all'accrescimento della collezione museale, che comprende alcune delle più famose opere d'arte del mondo e manufatti di grande valore storico, come la stele degli avvoltoi e quella di Hammurabi.
La statua equestre di Luigi XIV rappresenta il punto di origine del cosiddetto Axe historique, anche se il palazzo non è allineato con l'asse stesso.
Accesso al museo
L'accesso principale al museo è la Hall Napoléon sotto la piramide, dove si trovano le biglietterie e gli accessi alle tre ali del museo. Vi si può arrivare direttamente dalla metropolitana, in quanto la fermata Palais Royal - Musée du Louvre porta alla zona commerciale sotterranea. Altri ingressi sono il passage Richelieu da rue de Rivoli, la porte des Lions che dà sul quai François Mitterrand e quello del jardin du Carrousel.[5]
Sezioni e collezioni
La collezione del Museo del Louvre comprende oltre 380 000 oggetti e opere d'arte[6].
Sono in esposizione permanente 35 000 opere, scelte dai curatori delle sue otto sezioni, ed esibite nei 60600m² a loro dedicati.[7] Secondo il resoconto annuale del 2005[6] i pezzi di proprietà del museo si dividono come segue:
Il vanto del museo è la sua raccolta di 11 900 dipinti (6 000 in esposizione permanente e i rimanenti conservati in deposito), che rappresenta la seconda più grande collezione di arte pittorica del mondo dopo quella del Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo in Russia.
La sezione stampe e disegni è stata notevolmente ampliata nel 1935, grazie alla donazione della collezione del barone Edmond James de Rothschild (1845 – 1934) che comprendeva più di 40 000 incisioni, quasi 3 000 disegni e 500 libri miniati.
Il museo del Louvre dispone di un grande gruppo di mecenati, costituito da associazioni e aziende[8]. L'associazione "Amici del museo" ha comprato più di 700 opere[9] per arricchirlo e aiutarlo finanziariamente.
Storia
Le origini
Il Palazzo del Louvre è il frutto di una serie di costruzioni realizzate nel corso degli ultimi 800 anni.[10]
La vera origine del termine louvre è dibattuta. Altre località francesi portano il medesimo nome. La più conosciuta fa derivare louvre dal latino lupara, cioè "luogo abitato dai lupi".[11] Un'altra ipotesi è quella di Sauval che propone che il nome derivi dall'antico termine anglo-sassoneleouar che significava castello o fortezza.[2] Edwards, invece, sostiene che il nome derivi dal termine rouvre, che significa quercia, e che si riferisca al fatto che originariamente il palazzo era stato costruito in un bosco.[12]
Si ipotizza che il re Filippo II abbia parlato della costruzione chiamandola L'Œuvre (in franceseil capolavoro), perché era il palazzo più grande di Parigi nel XII secolo.
In ogni caso, una struttura che serviva da fortezza fu edificata tra il 1190 e il 1202 sotto il regno di Filippo II, allo scopo di difendere Parigi dalle incursioni normanne.[12][13] Non è certo se si trattasse proprio del primo edificio innalzato in quel punto, anche se alcune fonti del tempo si riferiscono al primo Louvre come alla "Nuova Torre", che indicherebbe che in precedenza esistesse una "Vecchia Torre".[3][12] L'unica parte tuttora rimasta di quell'edificio sono le fondamenta dell'angolo sud-orientale del palazzo.[2][14] In seguito la struttura venne ampliata, principalmente per opera di Carlo V che nel 1358 fece costruire un muro difensivo attorno alla fortezza e trasformò il Louvre in una sontuosa residenza reale, anche se sovrani di epoca successiva la utilizzarono come prigione.[13]
Luigi IX (San Luigi) e Francesco I fecero aggiungere rispettivamente una prigione sotterranea e un edificio collaterale.[3] Francesco fece inoltre ricostruire il Louvre secondo il progetto dell'architettoPierre Lescot. Dopo la morte di Francesco, sopraggiunta nel 1547, il suo successore Enrico II mantenne il progetto dell'architetto e fece completare le ali occidentale e meridionale decorandole con i bassorilievi di Jean Goujon.[15]
L'opera di rinnovamento di Lescot modificò la struttura del Louvre da quella tipica di una fortezza a quella attuale.[16]
Nel 1594 re Enrico IV fece unire il Palazzo del Louvre con il Palazzo delle Tuileries, che era stato fatto costruire da Caterina de' Medici. Questo grande progetto richiese la costruzione della Grande Galerie che unì quindi il Pavillon de Flore all'estremità meridionale del complesso con il Pavillon de Marsan che si trova invece a quella settentrionale. Secondo gli storici dell'epoca l'edificio era uno dei più lunghi del mondo.[15]
Nel 1624Jacques Lemercier progettò la Cour Carrée, che fu chiusa da altre tre ali da Louis Le Vau (originariamente a due piani, ma in seguito rialzate): la corte, realizzata sotto i regni di Luigi XIII e Luigi XIV, quadruplicò le dimensioni dell'antico cortile interno. I lavori si interruppero quando Luigi XIV scelse Versailles come propria residenza. Il Louvre rimase così immutato fino al XVIII secolo quando, su iniziativa di Luigi XV iniziò la sua trasformazione in museo. I lavori tuttavia non procedettero molto fino alla Rivoluzione francese.[12][15]
Interni del castello del Louvre, come immaginati da uno studio di Viollet-le-Duc
Scalone del Torrione centrale, come immaginate da Viollet-le-Duc
Modellino del Louvre medievale ai tempi di Carlo V
Modello del Louvre nel XV secolo
Resti delle mura e delle torri medievali, abbattute tra il XVI e il XVIII secolo per far posto al Louvre odierno
Capitelli appartenenti al periodo medievale del Louvre
Resti di un colonnato interno
Scorcio della Torre di Nesle e del Castello del Louvre in un dipinto del tardo XV secolo
Planimetria del castello
La Rivoluzione francese
Nel maggio 1791 l'Assemblea nazionale costituente decretò che Louvre e Tuileries avrebbero formato il Palazzo Nazionale, destinato a residenza del re e a ospitare un'esposizione di scienze e arti a scopo educativo. I sostenitori dell'idea miravano a dimostrare la superiorità del nuovo regime sul vecchio, che nei decenni precedenti non era riuscito a completare la trasformazione in museo, e a fare di Parigi la capitale delle arti e una nuova Atene.[17]
Il Ministro dell'interno Roland nominò una commissione di sei membri per sovrintendere ai lavori. Gli avvenimenti successivi contribuirono all'accelerazione del processo, anche grazie alla confisca di opere d'arte alla Chiesa e agli émigré. Nell'aprile 1793 a Roland succedette Garat e il museo aprì le sue porte il 10 agosto 1793, in occasione di un festival per la celebrazione del primo anniversario della repubblica.[18] Da novembre dello stesso anno fu ufficialmente Muséum central des arts de la République.
Dal 1794 in poi le vittorie dell'esercito rivoluzionario francese fecero affluire in patria un numero sempre maggiore di opere d'arte provenienti da tutta Europa, con l'obiettivo di trasformare il museo nel più importante del continente.
Particolarmente significativo fu l'arrivo nella collezione di tanti capolavori oggetto delle spoliazioni napoleoniche in Italia, tra cui anche il Gruppo del Laocoonte e l'Apollo del Belvedere che facevano parte della collezione papale, giunti a Parigi nel luglio 1798 e accolti con fastose cerimonie (per l'occasione venne anche realizzato un vaso di Sèvres celebrativo).
Uguale sorte toccò al gruppo bronzeo dei Cavalli di San Marco a Venezia e ai tanti capolavori nelle varie corti italiane: Raffaello, Perugino, Andrea del Sarto, Tiziano, Moroni, Correggio, i Carracci, Guercino, Domenichino, Guido Reni, Taddeo Gaddi, Lorenzo Monaco, Benozzo Gozzoli, e molti altri.
Il gran numero di queste opere costrinse i curatori del museo a riorganizzare l'esposizione. Il palazzo fu restaurato e inaugurato nel 1800, per essere poi ribattezzato "Musée Napoléon" nel 1802.
La collezione continuò a crescere sotto la direzione di Vivant Denon, grazie ad acquisizioni regolari e altre forzose (ad esempio la cessione forzata di parte della Collezione Borghese, però pagata da Napoleone più del doppio dell'estimazione fatta da Vivant-Denon) perseguendo il proposito di creare un museo delle arti universale, che racchiudesse tutte le sculture migliori.[19]
Bonaparte infatti aveva dato disposizione di prelevare sculture, piuttosto che dipinti antichi. Vivant-Denon, più interessato alle pitture, riuscì a riunire un'eccezionale collezione, prelevando opere nelle grandi collezioni tedesche (Kassel, Braunschweig e Berlino), austriache e nelle chiese italiane (nel 1811 fece un viaggio in Toscana con lo scopo di prelevare opere dei primitivi del Duecento e del Trecento, all'epoca quasi dimenticati).
La Grande galerie lunga quattrocento metri fu adattata dall'architetto di Napoleone, Fontaine, e fu pronta per il matrimonio imperiale del 1810. La galleria era divisa in tre sequenze: scuola francese, scuole del Nord, scuola italiana.
La collezione si ridusse però notevolmente quando quasi tutte le opere requisite durante le guerre dovettero essere rese ai legittimi proprietari dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815: più di 5 000 opere d'arte vennero infatti restituite. Antonio Canova fu incaricato del recupero e riuscì a riportare in patria molti dei capolavori italiani. Di molti tuttavia fu impossibile ottenere la restituzione, come ad esempio le Nozze di Cana di Paolo Veronese.
Per quanto riguarda i regni italiani, su 506 dipinti ne fu restituita solamente la metà, 249 opere; i rimanenti 248 (per la gran parte dallo Stato Pontificio) sono rimasti in Francia e nove furono dichiarati smarriti.
Verso il 1874-75, con la ricostruzione del Pavillon de Flore e del Pavillon de Marsan,[4] distrutti durante la Terza Repubblica francese, il palazzo aveva raggiunto la conformazione attuale grossomodo rettangolare. A est il pavillion Sully (da Massimiliano di Béthune, duca di Sully), di forma quadrangolare con al centro la piazza Cour Carrée, a nord e a sud due ali, rispettivamente la Richelieu, che dà su Rue Rivoli, e la Denon, che dà sulla Senna, a comprendere la Cour Napoléon, il grande cortile centrale.[20]
Negli anni ottanta, il presidente Mitterrand propose come una delle sue Grandes Opérations d'Architecture et d'Urbanisme il rinnovamento dell'intera area. Il progetto fu ideato da Ieoh Ming Pei e comprendeva una piramide di vetro e acciaio posizionata nella Cour Napoléon, a illuminare un grande atrio sotterraneo che avrebbe funto da nuovo ingresso principale, oltre al Carrousel du Louvre, una vera e propria città sotterranea con negozi, bar, servizi, auditorium, una grande libreria e una sala per le esposizioni temporanee. Il progetto sollevò molte polemiche e resistenze;[21] malgrado ciò la piramide e l'atrio sotterraneo furono inaugurati il 15 ottobre 1988 e completati nel 1989.
La seconda fase del piano, comprendente la Pyramide Inversée che illumina il Carrousel, fu completata nel 1993, in occasione del bicentenario del museo. Nello stesso anno fu aperta anche l'ala Richelieu, in precedenza occupata da uffici direzionali del Ministero delle Finanze, dopo molte resistenze allo spostamento nei nuovi uffici di Bercy.[22] Nel 2002 la presenza di visitatori era già raddoppiata rispetto all'apertura della piramide.[23]
Dal momento che molte delle opere della collezione del Museo del Louvre sono state esposte solo all'interno delle loro sezioni museali - e alcune di esse vi si trovano da circa duecento anni - è stato deciso di creare una sede staccata lontana da Parigi, per sperimentare gli esiti dell'allestimento di nuove esposizioni e per permettere la visione di alcune opere a un pubblico più vasto. Il patrimonio artistico della nuova sede - precisamente a Lens, nel nord della Francia - è composto da opere che attualmente fanno parte dell'esposizione permanente del Louvre e non, come molti pensano, da opere da molto tempo dimenticate nei magazzini sotterranei. Vengono esposte fianco a fianco opere di tutte le epoche e di tutte le culture, con l'intenzione di creare un nuovo modo di concepire l'esperienza di una visita al museo. Il Louvre-Lens è stato inaugurato nel 2012, con un costo totale di 150 milioni di euro e una superficie di 28000 m².
Direzione
Il Museo del Louvre è stato per lungo tempo gestito dallo Stato, affidato alla Réunion des Musées Nationaux; recentemente invece al Museo è stato concesso un certo potere di autogestione configurandolo come un Établissement Public Autonome, allo scopo di razionalizzare e migliorare il suo sviluppo.
Direttori
In passato il direttore del Louvre era noto con il nome di "Conservateur", mentre attualmente viene definito "Président directeur général". Questi i direttori che si sono succeduti nel tempo, e in particolare nel XX secolo:
^ab(DE, EN, FR) Palais du Louvre, su structurae.info, Wilhelm Ernst & Sohn Verlag. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato il 24 maggio 2015).
^Mappa/Informazioni in italiano (PDF), su louvre.fr, Museo del Louvre. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2015).
^ab(EN) 2005 Annual Report - Tableau récapitulatif de l'état d'avancement de l'informatisation des collections fin 2005, pg 185
«Jean-Luc Martinez a été choisi par le président de la République pour succéder à Henri Loyrette. Il était chef du département des antiquités grecques, étrusques et romaines de l'établissement.»
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