Nel 1311 Filippo V ottenne in appannaggio dal padre il titolo di Conte di Poitiers[2], amministrandone il territorio fino al 1316.
Alla morte dell'imperatore del Sacro Romano ImperoEnrico VII di Lussemburgo, nel 1313, suo padre propose senza successo Filippo come candidato all'elezione a re dei Romani e poi a imperatore. Sempre in quegli anni, dopo avere osteggiato e boicottato la restaurazione del regno di Arles con un re angioino, ora suo padre Filippo IV il Bello lo ripropose per Filippo l'Alto, ottenendo ovviamente la disapprovazione degli angioini e dei vassalli borgognoni e provenzali.
Nel suo ultimo anno di vita Filippo il Bello fece arrestare la moglie di Filippo l'Alto, Giovanna II di Borgogna. Durante lo scandalo noto come scandalo della torre di Nesle, Margherita e Bianca furono accusate di adulterio. Confessarono davanti al Parlement di Parigi, che le trovò colpevoli anche di lesa maestà[3], condannadole al carcere a vita[4]. Dopo le rasature dei capo Margherita fu imprigionata nei sotterranei della fortezza di Château Gaillard[4], presso la quale fu detenuta anche Bianca di Borgogna[5].
Sebbene la corte di Île-de-France l'avesse assolta dall'accusa più grave Giovanna II di Borgogna fu ritenuta colpevole di favoreggiamento per l'adulterio di Margherita e di Bianca, quindi rinchiusa nel castello di Dourdan[6], che Filippo Augusto aveva fatto costruire agli inizi del secolo precedente.
Il 15 agosto 1315 Margherita fu trovata morta nella sua cella di Château Gaillard. Nove giorni dopo suo marito Luigi X l'Attaccabrighe e Clemenza d'Ungheria furono incoronati come sovrani a Reims.
Luigi X morì il 5 giugno 1316, lasciando la figlia di prime nozze Giovanna II di Navarra (1311-1349), mentre la consorte era incinta di alcuni mesi.
Filippo V fece liberare e tornare a corte Giovanna II di Borgogna. Dopo la loro incoronazione l'anno seguente, Bianca fu tenuta in carcere fino all'annullamento del matrimonio nel 1322, divenendo regina per breve tempo.
Alla morte del fratello, che due anni prima era succeduto al padre, nel 1316, Filippo esercitò la reggenza in nome del successore. Questa decisione negò i diritti di Giovanna II di Navarra, che era ancora troppo giovane, e della matrigna Clemenzia. Filippo le negò la rendita concessale da Luigi X, nonostante le ripetute richieste d'aiuto indirizzate da Clemenzia alla propria famiglia e al neoletto pontefice[7].
A novembre nacque un maschio, Giovanni Postumo, re di Francia, e Filippo l'Alto fu confermato reggente. Ma il neonato visse solo cinque giorni. Dopo la sua morte, Filippo si proclamò re[2], usurpando il trono della nipote[8].
Il 9 gennaio 1317, dopo che Giovanna era stata liberata e fatta ritornare a corte, alla presenza solo di suo zio, Carlo di Valois, e di sua suocera, Matilde d'Artois, Filippo l'Alto venne incoronato, assieme a Giovanna, re di Francia. Nel mese di febbraio, una commissione di prelati, cittadini autorevoli, feudatari e dottori dell'università enunciarono il principio che una donna non può accedere al trono di Francia durante gli Stati Generali del 1317.
Nel 1318 dovette intervenire vittoriosamente a favore della suocera, Matilde, contessa d'Artois, che era attaccata dal nipote, Roberto, che, in quanto discendente della linea maschile, rivendicava la contea con le armi dopo avere perso due volte la causa nei processi di fronte alla corte di Parigi. Dopo proseguì una guerra contro le Fiandre, che si trascinava da molti anni (dall'inizio del secolo circa) e, nel 1320, con piccole acquisizioni territoriali[9], si arrivò alla pace con il conte delle Fiandre Roberto di Dampierre, che si impegnò a fare sposare al proprio erede, Luigi di Dampierre, la figlia di Filippo, Margherita.
Dato che Edoardo II d'Inghilterra, per i possedimenti francesi, non aveva compiuto l'atto di omaggio né a suo fratello Luigi X né a lui, Filippo accettò che nel 1319 Edoardo II ottemperasse all'omaggio per procura e poi nel 1320 di persona, nella cattedrale di Amiens, migliorando le relazioni tra i due sovrani.
Quando il papa Giovanni XXII gli chiese di intervenire in Italia come campione della causa guelfa contro i ghibellini Filippo V seppe evitare di farsi coinvolgere.
Per assicurarsi l'appoggio dei cittadini Filippo, come già prima suo padre, convocò spesso delle assemblee[10], Stati generali ante litteram. Fu un re prudente, intelligente e attivo, attuò riforme in campo militare, per meglio coordinare la chiamata alle armi in caso di necessità, mentre in campo amministrativo si premurò che gli impiegati contabili della camera dei conti, e gli impiegati delle altre camere, lavorassero con scrupolo senza abbandonare il posto di lavoro, pena la perdita di una giornata di stipendio, e tentò di unificare la moneta e il sistema di pesi e misure. Inoltre impose pesanti ammende agli ebrei.
Malattia e morte
Nel 1321 Filippo si ammalò nel mese di agosto, e morì, dopo cinque mesi, il 3 gennaio 1322, senza lasciare eredi maschi e ancora una volta i diritti delle figlie femmine furono ignorati. La corona passò al fratello di Filippo, Carlo IV detto il Bello.
Discendenza
Dalla unione di Filippo l'Alto con Giovanna II di Borgogna, nacquero seo o forse sette figli:
^Brown, Elizabeth, A. R. (2000) "The King's Conundrum: Endowing Queens and Loyal Servants, Ensuring Salvation, and Protecting the Patrimony in Fourteenth-Century France", p. 134-138, in John Anthony Burrow and Ian P. Wei (eds). Medieval Futures: Attitudes to the Future in the Middle Ages, Woodbridge: The Boydell Press.
^Durante la reggenza, Filippo fece imprigionare in un convento domenicano a Lione i cardinali riuniti in conclave da ormai due anni costringendoli all'elezione, cosa non riuscita al fratello Luigi X, e difatti la durezza delle condizioni di vita imposte sortì l'effetto desiderato e non più tardi di un mese dopo fu eletto il cardinale Jacques Duèze che il prese il nome di Giovanni XXII
^L'erede legittimo era una bambina, figlia di suo fratello Luigi X e di Margherita di Borgogna, Giovanna (1311-1349), a cui fu garantito in compenso, una rendita di 15.000 livres tiurnois, il matrimonio con il cugino di Filippo, il conte d'ÉvreuxFilippo e la promessa delle contee di Champagne e di Brie, se Filippo fosse morto senza discendenti maschi.
^Le acquisizioni furono inerenti a tutte le terre valloni del ducato, i distretti di Lilla, Douai e Orchies, mentre il resto della contea rimaneva di dominio del conte, Roberto di Dampierre.
^Solo una (quella del 1317) delle assemblee, tra quelle convocate da Filippo V, viene considerata appartenente agli Stati generali. Le altre no.
Bibliografia
Hilda Johnstone, "Francia: gli ultimi Capetingi", cap. XV, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1980, pp.569–607.
Paul Fournier, "Il regno di Borgogna o d'Arles dal XI al XV secolo", cap. XI, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1981, pp.383–410.
Henry Pirenne, "I Paesi Bassi", cap. XII, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1981, pp.411–444.
(FR) Genealogia della dinastia dei Capetingi, su web.genealogie.free.fr. URL consultato il 6 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2007).