Dopo la morte del re di Francia, Filippo IV il Bello, dato che suo nonno Roberto III delle Fiandre non aveva reso omaggio al nuovo re, Luigi X di Francia[5], la Francia, nel 1315 riprese la guerra contro le Fiandre, col tentativo di occupare la contea, da parte del re di Francia, Luigi X[6]; ma l'esercito francese rimase impantanato nel fango autunnale delle Fiandre e rientrò senza aver ottenuto molto[5]. La pace fu conclusa col successore di Luigi X, Filippo V di Francia, nel 1320[6]: Roberto, nel mese di giugno, cedette alla Francia i distretti di Lilla, Douai e Orchies[6], con la promessa (che non fu mantenuta) di Roberto di rendere omaggio al re Filippo[7] e l'impegno di matrimonio tra Luigi, il nipote di Roberto, e la figlia di Filippo V, Margherita[7].
Nel mese di luglio del 1320[8], Luigi sposò Margherita, come riportato dalla Continuatio Chronici Guillelmi de Nangiaco[9].
Nel gennaio 1322, alla morte del padre della moglie, Filippo V, la sorella, la primogenita, Giovanna fu esclusa dalla successione al trono di Francia, come sei anni prima era stata esclusa sua cugina Giovanna, per il principio che una donna non può accedere al trono di Francia. Cosicché a Filippo V succedette lo zio di Margherita, Carlo IV Martello il Bello[10]. In quello stesso anno, nell'arco di due mesi morirono in successione, prima il padre di Luigi, il conte di Nevers, anche lui di nome Luigi e poi il nonno paterno, il conte delle Fiandre, Roberto di Dampierre, per cui Luigi ereditò la contea di Neves, nel mese di luglio (secondo la Continuation anonyme de la Chronique de Jean de S. Victor, suo padre, Luigi I di Nevers era stato ancora incarcerato[11] e, nell'inverno del 1322, era stato liberato dal carcere[11], si era recato a Parigi, dove si ammalò e poco dopo morì[11]) e delle Fiandre, nel mese di settembre[12]; Luigi allora pose fine alla politica anti-francese di suo nonno Roberto e ancora prima di suo bisnonno Guido, si riavvicinò al nuovo re di Francia Carlo IV il Bello e dovette far fronte a delle ribellioni dei Fiamminghi[7].
Il 6 marzo 1323 a Parigi, Luigi sottoscrisse con Guglielmo I di Hainaut il Trattato di Parigi attraverso il quale vengono concluse tutte le dispute tra i Dampierres e gli Avesnes sulla Contea di Zelanda. Il trattato stabilisce che Luigi I rinuncia ai diritti feudali fiamminghi sulla Zelanda, sulle sue isole e le sue acque e riconosce il Conte d'Olanda quale Conte di Zelanda.[13]; pare che per forzarlo alla pace con gli Avesnes, il re di Francia, Carlo IV il Bello, lo abbia incarcerato nel gennaio di quello stesso 1323[8]. In quello stesso anno il partito popolare di Bruges si ribellò e diede inizio ad una guerra civile che sconvolse le Fiandre per cinque anni[14].
Nel corso della guerra civile, Luigi fu catturato dagli insorti, a Courtrai, e obbligato a lasciare il governo allo zio, Roberto[3] († 1331), signore di Marle e Cassel[15], che sperava di riuscire a deporre il nipote[15]. Appena riottenne la libertà Luigi si appellò al nuovo re di Francia, Filippo VI di Valois[15], che scese in campo di persona, ottenendo il 23 agosto del 1328, a Cassel, una netta vittoria contro i rivoltosi[15]
Luigi si vendicò ritirando tutti i privilegi che erano stati concessi alle città e alle castellane ribelli[15], Bruges e Ypres dovettero demolire i loro bastioni, pagare un tributo annuo perpetuo, i cittadini più compromessi condannati all'esilio e il borgomastro di Bruges (considerato il fomentatore della rivolta) condotto a Parigi fu sbudellato e squartato[15].
Luigi fu sempre leale con Filippo VI di Valois[15], tanto da rifiutare una offerta di alleanza (in chiave antifrancese) da parte del re d'Inghilterra, Edoardo III[16], che, contrariato, il 12 agosto 1336, proibì categoricamente l'esportazione della lana inglese nelle Fiandre[17], mettendo in crisi l'industria tessile fiamminga[16]; seguirono rappresaglie da entrambe le parti[17], ma i fiamminghi si trovarono nel dilemma di fare i propri interessi economici o prestare fedeltà al conte Luigi[17], che aveva scelto di essere leale al re di Francia; il conte Luigi fu disapprovato da tutta la popolazione, e la città di Gand, che era sempre stata schierata dalla sua parte, fu la prima ad abbandonarlo[16], si rese autonoma[16] e mise a capo di questa nuova organizzazione Jacob van Artevelde[18], che, riuscì a persuadere gli altri centri fiamminghi a formare una coalizione[19], e, nel 1337, contro la volontà del conte Luigi, stabilì negoziati con Edoardo III, ottenendo la riapertura dei rifornimenti di lana[18]; Jacob van Artevelde, pur avendo permesso a Edoardo III di sbarcare ad Anversa, nel 1338, riuscì a tenere le Fiandre neutrali nella spedizione inglese contro la Francia del 1339[18]; ma, dopo la fuga di Luigi in Francia, Artevelde, il 26 gennaio 1340, a nome delle Fiandre, riconobbe Edoardo III legittimo erede di San Luigi e quindi legittimo re di Francia[18]
Luigi fu fedele e leale con Filippo VI, tanto che, combattendo per la Francia, morì il 26 agosto 1346, nella battaglia di Crécy[20].
Hilda Johnstone, "Francia: gli ultimi Capetingi", cap. XV, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 569–607.
A. Coville, "Francia: la guerra dei cent'anni (fino al 1380)", cap. XVI, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 608–641.
Henry Pirenne, "I Paesi Bassi", cap. XII, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 411–444.