Il decimo Festival di Sanremo si svolse al Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 28 al 30 gennaio 1960 in contemporanea radio e tv dalle ore 22 con la conduzione di Paolo Ferrari ed Enza Sampò.
La direzione artistica dell'evento fu affidata a Ezio Radaelli, alla sua prima esperienza come organizzatore del Festival, nonché futuro ideatore del Cantagiro. La regia fu curata da Vittorio Brignole e l'orchestra fu diretta dai maestri Cinico Angelini e Marcello De Martino. Quest'edizione del Festival ebbe un grandissimo successo di pubblico, in quanto fu vista in eurovisione da circa 30 milioni di persone.
A vincere il Festival fu la canzone Romantica, con la versione melodica di Renato Rascel e quella più vivace dell'urlatoreTony Dallara, che Rascel aveva scritto ispirandosi alla sua allora compagna Huguette Cartier, la quale lo accompagnò per tutta la durata della manifestazione.[1]
L'edizione 1960 vide l'esordio in gara della diciannovenne Mina, agli albori della sua carriera (ma con già all'attivo un primo posto in hit parade), con le canzoni È vero (cantata in abbinamento con Teddy Reno) e Non sei felice (in coppia con Betty Curtis).
Se Domenico Modugno, in coppia questa volta con Teddy Reno e dato per favorito, avesse vinto sarebbe stata la terza vittoria consecutiva. Commentò sportivamente di essere "sereno" e "felice" egli stesso della fine di quello che ormai era divenuto il mito della sua "invincibilità".[1] Nella serata finale Domenico Modugno non si presentò, essendosi addormentato a causa di un calmante.
Un piccolo caso (senza conseguenze di rilievo) fu sollevato da Irene D'Areni, che a manifestazione conclusa fece causa agli organizzatori della stessa sostenendo di aver loro pagato del denaro per poter partecipare.[3]
1ª Serata: vennero eseguite le prime 10 canzoni in gara, delle quali la giuria ne scelse 5 che ebbero accesso alla finale.
2ª Serata: vennero eseguite le altre 10 canzoni in gara, delle quali la giuria ne scelse 5 che ebbero accesso alla finale.
3ª Serata: vennero rieseguite le 10 canzoni che avevano avuto accesso alla finale e, dopo la votazione, vennero premiate la prima, la seconda e la terza classificate.
I 389 giurati (diversi ogni sera) erano costituiti da 189 persone estratte fra il pubblico presente in sala e 200 persone, dislocate in 20 città italiane, che giudicavano attraverso la televisione.
Le canzoni venivano inoltre cantate nella stessa sera da due interpreti diversi.
L'unica donna tra i 44 orchestrali del Festival era l'arpista Ebe Mautino dell'orchestra Angelini: l'arpeggio che chiude l'esecuzione di Libero fu una sua trovata (nata per caso).
La parte fischiettata di Notte mia, nell'esecuzione dell'Orchestra Angelini, è stata eseguita dal trombettista Nini Rosso.
Il grido dei gabbiani nell'esecuzione di Libero (Orchestra De Martino) era ottenuto da uno speciale strumentino di legno, usato dai cacciatori e suonato dal sassofonista Molteni.
Organizzazione e direzione artistica
Organizzazione: Associazione Turistico Alberghiera ATA
^abGiorgio Lazzarini, «Il Festival diventa grande», Il Festival di Sanremo racconta i suoi 40 anni - 2ª puntata: 1960-1969, su Sorrisi e Canzoni TV n. 6, 7 febbraio 1990
^di Paolo Ruggieri, Canzoni Italiane, Fabbri, 1994, Vol.4, pag.69-70
^Marcello Giannotti, L'Enciclopedia di Sanremo 1951-2006, Tutto il festival dalla A alla Z, 2007, Gremese Editore