Il cinquantaduesimo Festival di Sanremo si svolse al teatro Ariston di Sanremo dal 5 al 9 marzo 2002 con la conduzione di Pippo Baudo, tornato al Festival dopo sei anni di assenza e curando anche la direzione artistica, affiancato dalle attrici Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere.
L'edizione fu vinta dai Matia Bazar con Messaggio d'amore per la sezione Campioni e da Anna Tatangelo con Doppiamente fragili per la sezione Giovani.
La regia fu curata da Gino Landi, la scenografia disegnata da Gaetano Castelli e l'orchestra fu diretta dal maestro Pippo Caruso.
Fu l'edizione che vide il ritorno di Roberto Benigni sul palco di Sanremo dopo diciannove anni: la presenza dell'attore toscano fu duramente contestata da diversi esponenti del Polo delle Libertà, che accusarono Benigni di faziosità politica; in particolare Giuliano Ferrara annunciò (ma non mantenne la promessa) che avrebbe lanciato uova e verdura su Benigni sul palco il giorno della finale, scatenando a sua volta diverse polemiche nel mondo della politica e dello spettacolo.[1]
Esibizione dei 20 cantanti Campioni, con votazione della Giuria demoscopica.
Esibizione di 10 Campioni e 8 Giovani con votazione della Giuria demoscopica.
Esibizione degli altri 10 Campioni e 8 Giovani con votazione della Giuria demoscopica.
Esibizione finale dei 10 Giovani con votazione della Giuria demoscopica e della giuria di qualità: viene infine resa nota la classifica e vengono premiati il 1º, 2º e 3º classificati.
Esibizione finale dei 20 Campioni con votazione della Giuria demoscopica: viene infine resa nota la classifica e vengono premiati i primi tre classificati.
L'orchestra, composta da musicisti della Rai, è stata diretta dal maestro Pippo Caruso. Durante le esibizioni dei cantanti è stata diretta da:
La sigla di quest'edizione è stata Perché Sanremo è Sanremo del Maestro Pippo Caruso, già presente dal Festival di Sanremo 1996 e mantenuta invariata nell'arrangiamento. Anche la videosigla riutilizzava le stesse immagini di quell'edizione seppur con l'aggiunta di alcuni effetti di fiori che sbocciano. Al termine della sigla vi era uno stacco musicale eseguito dal vivo sempre da Caruso, che, accompagnato della voce di Roberto Pedicini, accompagnava l'ingresso sul palco di Baudo che dava il via alla manifestazione.
In realtà, accompagnata da quest'ultimo stacco musicale, era stata realizzata della fumettista Cinzia Leone una differente sigla di apertura basata su cartoni animati con protagonisti un cane e un gatto che annunciavano l'inizio della kermesse canora attraverso una serie di piccoli sketch.[3] Alcune parti di questa sigla furono poi utilizzate per reintrodurre lo spettacolo al termine delle pause pubblicitarie.
Il Dopofestival è condotto da Simona Ventura e Francesco Giorgino.
L'organizzazione tradizionalmente non comunica i nomi degli artisti che hanno inoltrato domanda ma non sono stati selezionati per le serate finali. Secondo notizie riportate dalla stampa, tra gli esclusi vi sarebbero stati: Mietta, Irene Grandi, Amedeo Minghi, Al Bano, Nomadi.[4]
Risultati di ascolto delle varie serate, secondo rilevazioni Auditel.
I picchi d'ascolto massimi si sono avuti durante l'intervento di Roberto Benigni con 20285000 telespettatori e con uno share vicino all'80% e durante la premiazione (alle 1:12) con l'81,38% di share.
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