Nel 1945, all'età di undici anni, entrò nel seminario diocesano "San Pietro" di Seveso dove iniziò gli studi, completati poi nel seminario di Venegono Inferiore. Qui frequentò anche i corsi di teologia, fino al conseguimento della licenza, nel 1957.
Nel suo insegnamento vasta fu la gamma dei temi trattati, tra i quali risaltano le questioni di morale fondamentale accanto a quelle di morale speciale, con una preferenza per l'ambito del matrimonio, della famiglia, della sessualità e della bioetica. All'intensa attività accademica aveva unito la partecipazione a incontri, convegni, corsi di aggiornamento teologico-pastorale per sacerdoti e laici in Italia e all'estero. Tutto ciò non lo aveva distolto dall'attività pastorale diretta, da lui sempre amata ed esercitata sia svolgendo il servizio domenicale nelle parrocchie di Masnago, San Pietro Martire in Cinisello Balsamo, Santo Stefano Arno e Turate, sia dedicandosi alla predicazione, alla conduzione di ritiri e di esercizi spirituali, alla direzione spirituale, soprattutto per le famiglie e le persone consacrate. Fu attivo anche nella Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, di cui fu consulente ecclesiastico dal 1979 al 1989; nell'Opera per l'assistenza religiosa agli infermi, come responsabile dell'attività culturale prima e come presidente poi; nell'Associazione dei medici cattolici italiani, sezione di Milano, quale assistente ecclesiastico per circa vent'anni. Venne chiamato da papa Giovanni Paolo II a collaborare alla stesura di alcune sue encicliche.[3]
Fu esperto di nomina pontificia alla V assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 26 settembre al 25 ottobre 1980 sul tema "La famiglia cristiana" e assistente del segretario speciale alla VII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 1° al 30 ottobre 1987 sul tema "La vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo".
Dopo quattro anni di intenso lavoro, il 20 aprile 1995papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Genova. Prese possesso dell'arcidiocesi il 18 giugno successivo. Divenne presidente della Conferenza episcopale regionale ligure. Il 25 maggio 1995 giunse la nomina a vicepresidente per l'Italia Settentrionale della Conferenza episcopale italiana. Nel gennaio del 1998 il consiglio permanente lo designò assistente ecclesiastico nazionale dell'AMCI.
L'11 luglio 2002papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Milano.[1][2] Nel primo discorso alla città, pronunciato l'8 settembre, parlò della necessità di coltivare "una coscienza capace di obbedire alla Verità". Il 14 settembre successivo per mezzo del procuratore Giovanni Giudici, vescovo ausiliare e vicario generale, prese possesso canonico dell'arcidiocesi.[5] Il 24 settembre ricevette il pallio dal papa nella cappella privata del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.[6] Pochi giorni dopo, il 29 settembre 2002, fece ingresso in diocesi. Sulla scia di sant'Ambrogio amava ripetere: "Occorre cercare sempre le cose nuove e custodire quelle a noi trasmesse dal passato".
Durante gli ultimi anni del pontificato di papa Giovanni Paolo II fu a lungo indicato come uno dei possibili "papabili".[3][7]
Il 20 marzo 2008 promulgò il nuovo lezionario di rito ambrosiano, portando così a compimento per tale rito la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II.[8] La decisione di portare a compimento la riforma liturgica era già stata maturata dal precedente arcivescovo, Carlo Maria Martini, per quanto riguardava "in particolare il Lezionario, ancora ad experimentum".[9]
Nel dicembre dello stesso anno costituì il "Fondo famiglia-lavoro" per dare un aiuto a chi, di fronte alla crisi economica incominciata in quell'anno, stava perdendo il lavoro. Il fondo venne avviato con un milione di euro messi a disposizione dal cardinale, come annunciato nell'omelia della messa di Natale di mezzanotte[10][11]:
«Come avvio di questo fondo, attingendo dall'otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni "per la carità dell'Arcivescovo", da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro.»
Il 28 giugno 2011papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi per raggiunti limiti di età; gli succedette il cardinale Angelo Scola, fino ad allora patriarca di Venezia.[21] Si ritirò, a partire dal 15 settembre, nella Villa Sacro Cuore di Tregasio di Triuggio.[22] Continuò a essere presente nella vita dell'arcidiocesi e a offrire il proprio contributo al servizio della Chiesa.
Partecipò alla I assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l'Europa che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 28 novembre al 14 dicembre 1991 sul tema "Siamo testimoni di Cristo che ci ha liberato", alla IX assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 2 al 29 ottobre 1994 sul tema "La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo" e alla XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo".
Malato e in sedia a rotelle, il 25 marzo 2017 fece la sua ultima apparizione pubblica nel duomo di Milano, in occasione della visita apostolica di papa Francesco. Il 4 agosto 2017 la curia arcivescovile milanese rese noto, attraverso un comunicato ufficiale, l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Morì nella Villa Sacro Cuore di Tregasio di Triuggio la mattina del 5 agosto, dopo tre giorni di agonia.[1] La camera ardente restò aperta nella villa dal pomeriggio del 5 fino alla mattina del 7 agosto.[26] Le esequie si tennero l'8 agosto alle ore 11 nel duomo di Milano e furono presiedute dal cardinale Angelo Scola e dall'arcivescovo eletto Mario Delpini. Al termine del rito fu sepolto sul lato destro del duomo, ai piedi dell'altare della Virgo Potens.
Opinioni
Relazioni sociali
Nel suo discorso per la festività di Sant'Ambrogio del 2008, affermò che i musulmani avevano diritto di costruire le loro moschee nelle città di paesi a maggioranza cattolica.[27] Nel suo discorso per la stessa occasione del 2010 difese gli immigrati contro i tentativi di classificarli come criminali.[28][29]
Cattolici divorziati e risposati
Nel 2008, in una lettera indirizzata ai cattolici divorziati e risposati, scrisse:
«Il fatto che queste relazioni siano spesso vissute con senso di responsabilità e con amore tra la coppia e per i bambini è una realtà che la Chiesa e i suoi pastori tengono in considerazione. È un errore pensare che la norma che regola l'accesso alla Comunione eucaristica significa che le coppie divorziate e risposate sono escluse da una vita di fede e carità, vissuta all'interno della comunità ecclesiale. [...] Voglio stabilire un dialogo per provare a conoscere la tua vita quotidiana, per lasciarmi mettere in discussione da alcune delle tue domande. La Chiesa non ti ha dimenticato né respinto, né ti considera indegno per la Chiesa e per me, come vescovo, siete i miei amati fratelli e sorelle.[30]»
Nel 2014 pubblicò "Il Vangelo della Misericordia per le Famiglie Ferite" dove parlò della possibilità per i cattolici divorziati e risposati di ricevere la comunione fintanto che non vi fosse alcuna confusione circa l'insistenza della Chiesa sulla indissolubilità del matrimonio e se vi fosse: "un rinnovato impegno per la vita cristiana attraverso percorsi fedeli che sono veri e seri".[31]
Di rosso alla croce patente biforcata d'oro, accostata a destra da un tralcio di vite e a sinistra da un ramo di ulivo moventi dalla punta, il tutto d'argento. Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Le nappe, in numero di venti, sono disposte dieci per parte, in quattro ordini di 1, 2, 3, 4. Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d'argento, il motto in lettere maiuscole di nero: GAUDIUM ET PAX.
Di rosso alla croce patente biforcata d'oro, accostata a destra da un tralcio di vite e a sinistra da un ramo di ulivo moventi dalla punta, il tutto d'argento. Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d'oro, il motto in lettere maiuscole di nero: GAUDIUM ET PAX.
^Qualora la presa di possesso canonico avvenga mediante procuratore, in conformità al can. 382 § 3 del Codice di Diritto Canonico, è il procuratore stesso che esibisce la lettera apostolica di nomina al collegio dei consultori, "alla presenza del cancelliere della curia, che mette agli atti il fatto".
^Qualora un metropolita venga trasferito ad un'altra sede metropolitana, necessita di un nuovo pallio, in conformità al can. 437 § 3 del Codice di Diritto Canonico.
^Tettamanzi: "Moschee nei quartieri", in Tgcom.mediaset.it, 6 dicembre 2008. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2011).