Secondo la tradizione locale, la città di Anglona sarebbe diventata sede di cattedra vescovile di rito latino prima della città di Tursi e si attribuirebbe l'istituzione del vescovado a san Pietro o a san Marco, come scrive nel 1851 lo storico Antonio Nigro nella sua Memoria topografica ed istorica sulla città di Tursi e sull'antica Pandosia di Eraclea oggi Anglona.[1]
Tra la fine del X secolo e i primi decenni dell'XI secolo, Tursi risulta essere una diocesi greca, in un territorio dove numerosi erano i monasteri greci. «Tutta l'area era stata interessata dalla diffusione del monachesimo greco a opera di monaci basiliani provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia che, accompagnati da fama di santità, avevano dato vita nelle zone interne della costa ionica e del lagonegrese a numerose comunità monastiche… Tra i monaci più famosi si ricordano i santi Nilo, Saba, Luca, Vitale; tra i monasteri più importanti quello di Sant'Elia di Carbone, il cui abate ancora nel XII secolo esercitava la giurisdizione su tutte le comunità basiliane della Lucania.»[4]
Il primo vescovo noto di Tursi è il greco Michele, documentato in un atto testamentario del 1050. Con la seconda metà dell'XI secolo, contestualmente al passaggio del territorio in mano normmana, la diocesi venne inserita nell'organizzazione ecclesiastica latina. Nella bolla concessa da papa Alessandro II nel 1068 ad Arnaldo di Acerenza, Tursi è elencata fra le suffraganee della nuova sede metropolitana acherontina,[5] appartenenza che verrà confermata dai pontefici successivi.
Tra l'XI e il XII secolo, nel contesto di un riconsolidamento degli assetti ecclesiastici della regione,[6] la sede vescovile venne trasferita ad Anglona, a pochi chilometri da Tursi. Il primo vescovo noto con il titolo Anglonensis è Pietro, menzionato in un diploma del 1110.[7]
Nel corso del XII secolo, negli atti ufficiali sia ecclesiastici che civili, si alternano i titoli Anglonensis e Tursiensis. Nel 1121 è attestato un Giovanni, vescovo di Tursi, mentre nel 1144 e nel 1146 lo stesso vescovo, o un altro omonimo, è documentato come vescovo di Anglona. Negli atti pontifici diretti ai metropoliti di Acerenza da Pasquale II (1099-1118) a Innocenzo III (1198-1216) ricorre il nome di Tursi, mentre in diplomi regi del 1167 e del 1221 compare la ecclesia Anglonensis.[8] Alcuni autori hanno ipotizzato la coesistenza per un certo periodo di due vescovi, quello greco a Tursi e quello latino ad Anglona, ipotesi che tuttavia appare controversa e non unanimemente condivisa.[9]
L'elemento greco nella diocesi sopravvisse a lungo. All'inizio del XIII secolo il metropolita di Acerenza informò il pontefice che il capitolo di Anglona aveva eletto come vescovo il cantor della cattedrale di Tricarico, che era un greco, figlio di un sacerdote, e lui stesso sposato. Questo fatto testimonia come ancora in quel periodo la maggioranza del capitolo anglonese era costituito da soggetti di cultura, lingua e rito greco.[10]
Sembra tuttavia che Anglona abbia mantenuto un ruolo secondario rispetto a Tursi. Nel 1219 l'abitato è qualificato come castrum e non come civitas, mentre nel 1221 è indicato come "casale", indizio di un progressivo spopolamento del territorio. Nel 1320, secondo quanto riporta Ughelli, il capitolo della cattedrale operava a Tursi, mentre anche i vescovi ben presto abbandonarono l'abitato di Anglona, dato alle fiamme nel 1369, per rifugiarsi a Chiaromonte.[11]
Causa la decadenza della città di Anglona, con decreto concistoriale dell'8 agosto 1544[12], diretto al vescovo Berardino Elvino, papa Paolo III sancì il trasferimento della sede vescovile di Anglona nella città di Tursi. Sede della cattedra fu la chiesa di San Michele Arcangelo. Il decreto fu confermato da una bolla del medesimo pontefice del 26 marzo 1546, con il quale fu eretta a cattedrale la chiesa dell'Annunziata.[13] Da questo momento la diocesi ebbe il nome di "diocesi di Anglona-Tursi".[14]
Un primo embrionale seminario diocesano fu istituito dal vescovo Matteo Cosentino (1667-1702), ampliato dal successore Domenico Sabbatino (1702-1721).[15]
Lo stesso giorno, con il decreto Ex historicis, la Congregazione per i Vescovi ha mutato il nome della diocesi in Tursi-Lagonegro; e contestualmente Anglona è divenuta una sede titolare della Chiesa cattolica.
Cronotassi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 13 e 35. Visentin, La Basilicata nell'alto Medioevo…, p. 11.
^abKehr, Italia pontificia, IX, p. 468. Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 14. Peters-Custot, Les Grecs de l'Italie méridionale post-byzantine, p. 258.
^Eubel, Hierarchia catholica, III, p. 110, nota 8. Gams riporta come data quella dell'8 agosto 1546.
^Secondo quanto riporta Eubel (Hierarchia catholica, IV, p. 84, nota 1), ancora nel 1606 i vescovi avevano residenza abituale a Chiaromonte, pur essendo la cattedrale a Tursi.
^Kehr, Italia pontificia, IX, p. 468. Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 8.
^Engelbertus è documentato nel 1065, mentre Ingilbertus nel 1067 e nel 1068. Secondo Kehr (Italia pontificia, IX, pp. 468 e 470) e Andenna (Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 8) si tratta della stessa persona. Alcuni autori (Schwartz e Signorelli) hanno attribuito Ingilbertus alla sede di Blera o di Tuscania nella Tuscia laziale.
^Kehr (Italia pontificia, IX, p. 468) lo indica come vescovo greco predecessore di Simeone, ma non riporta alcun anno di riferimento.
^Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 14. Peters-Custot, Les Grecs de l'Italie méridionale post-byzantine, p. 258. Kehr (Italia pontificia, IX, p. 468) gli attribuisce 70 anni di episcopato, dal 1074 al 1144, forse per un refuso tipografico.
^abI vescovi Giovanni I e Giovanni II potrebbero essere la stessa persona. Nel 1121 è documentato come vescovo di Tursi, nel 1144 e nel 1146 come vescovo di Anglona. Kehr, Italia pontificia, IX, p. 468. Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 14-15.
^Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 15-16. In una bolla pontificia del 1192 si accenna a Guglielmo come quondam episcopus Anglonensis, ad indicare che già da tempo era deceduto; alcuni autori erroneamente ne hanno fatto un vescovo nuovo (Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 16, nota 47).
^Kehr, Italia pontificia, IX, p. 469. Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 16.
^abcdefgKamp, Kirche und Monarchie…, II, pp. 780–786.
^Per la controversa storia di questo periodo (1200-1221) della diocesi: Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 23-26.
^Kamp, Kirche und Monarchie…, II, p. 783. Secondo Kamp, la tradizione locale, non comprovata dai documenti coevi, dà a questo vescovo il nome di Guglielmo.
^Kamp, Kirche und Monarchie…, II, pp. 783–784. Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 27-28. Roberto è storicamente documentato solo in un'occasione, nel febbraio 1241; è tradizione locale non documentata che fosse un cistercense. Il 14 maggio 1252 la sede risulta essere vacante.
^Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 30-31. Kamp, Kirche und Monarchie…, II, pp. 784–785. Non sembra abbia mai preso possesso della diocesi.
^Secondo Kamp (Kirche und Monarchie…, II, p. 785, nota 48), questo vescovo è frutto di una errata interpretazione dei documenti e di un equivoco che ha la sua origine in Ughelli, il cui errore si è tramandato negli autori successivi. Un Giovanni Angelensis, documentato come vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi (e non di Anglona) nel 1259 (Kamp, Kirche und Monarchie…, II, pp. 766-767) e come vescovo di Nola nel 1261 (Kamp, Kirche und Monarchie…, I, pp. 368-370), è stato confuso con Giovanni di Montefusco, laico e conte di Anglona, a cui papa Innocenzo IV aveva dato nel maggio 1252 il compito, assieme al cardinale vescovo di Albano Pietro da Collemezzo, di trovare una persona adatta per reggere la diocesi di Anglona, al tempo vacante (Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, p. 30 e nota 115). Secondo Kamp, Giovanni Montefuscolo (sic) è da eliminare dalle cronotassi di Anglona e di Nola.
^Andenna, Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento, pp. 33-34. Kamp, Kirche und Monarchie…, II, pp. 785–786.
^Kamp, Kirche und Monarchie…, II, p. 786, nota 53.
^Avendo aderito all'obbedienza avignonese, fu nominato vescovo di Anglona dall'antipapa Clemente VII già il 16 agosto 1392, succedendo a Zotta Girardini, della medesima obbedienza. Entrambi questi vescovi non poterono prendere possesso della sede. In seguito Ruggiero de Marescolis aderì all'obbedienza romana.
^Secondo Eubel, Giacomo Fiascone e Giacomo di Capua sarebbero lo stesso vescovo.
^In questo punto Gams inserisce il vescovo Pier Paolo Parisio (1528-1538, nominato vescovo di Nusco), escluso da Eubel, il quale fa notare che quando fu nominato alla sede di Nusco, i documenti dell'Archivio vaticano lo indicano come chierico di Cosenza e uditore della camera apostolica, senza alcun accenno ad un suo precedente incarico sulla sede di Anglona.
(FR) Annick Peters-Custot, Les communautés grecques de Basilicate à l'époque byzantine, in « Histoire et culture dans l’Italie byzantine. Acquis et nouvelles recherches », dir. Ghislaine Noyé, Jean-Marie Martin e André Jacob, Rome, 2006 (Collection de l’École française de Rome, 363), pp. 559-587