Il rito bizantino, detto talvolta rito costantinopolitano e conosciuto in Occidente più in passato con il nome di rito greco per la lingua adottata (oggi nelle diverse lingue nazionali, già uniformemente nella koinè greca fino al XVIII secolo), è il rito liturgico utilizzato dalle Chiese ortodosse e da alcune chiese sui iuris di tradizione orientale all'interno della Chiesa cattolica.
Talvolta è chiamato "rito ortodosso", perché usato dalle Chiese ortodosse, ma tale denominazione non è corretta, poiché esso è rito proprio anche di numerose diocesi cattoliche (in particolare in Europa orientale e nel Medio Oriente). Tale rito ha avuto come centro di irradiazione la città di Costantinopoli (l'odierna Istanbul). Gli ortodossi, soprattutto nel passato particolarmente avversi e ostili verso i "greco-cattolici", denominarono questi "uniati", termine dispregiativo ed errato certamente per le comunità precedenti al Grande Scisma delle Chiese (1054) e altre legittimamente riunite in un'unica Chiesa col Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze (1431 – 1445).
La variante slava orientale del rito bizantino è tradizionalmente designata in ambito uniate come rito ruteno.[1]
Differenze rispetto al rito latino
I sacramenti
Nel rito bizantino i sacramenti principali dell'iniziazione alla vita cristiana (battesimo, comunione e cresima) vengono celebrati insieme, nel momento del battesimo. Il battesimo si fa per immersione o per aspersione (l'acqua deve scorrere prima sulla testa e poi sul resto del corpo del bambino).
Nel matrimonio bizantino è previsto il rituale dell'"incoronazione degli sposi". Il sacerdote pone davanti all'altare un tavolo; il rito segue con la coppia che bacia il Vangelo e la Santa Croce e poi gira tre volte attorno al tavolo insieme al celebrante.
L'edificio della chiesa
Generalmente le chiese di rito bizantino (cattoliche o ortodosse), anche quelle recenti, presentano affreschi in stile sulle pareti, che illustrano la vita dei santi o scene della vita di Gesù.
Davanti all'altare, pienamente visibile dall'assemblea, è posto un "muro" generalmente in legno sul quale sono poste icone dei santi. Essa è l'iconostasi, che usualmente tutte le chiese bizantine posseggono. Lo spazio davanti all'iconostasi (riservato ai fedeli) è detto navata, quello dietro l'iconostasi (riservato ai celebranti) è detto santuario: l'altare è collocato all'interno di quest'ultimo. Le aperture nell'iconostasi, che mettono in comunicazione il santuario con la navata, sono in numero di tre, simmetricamente disposte, solo la centrale più grande è detta Porta Regale, dalla quale passa solo il sacerdote durante le funzioni.
La celebrazione liturgica comincia sempre con una preghiera allo Spirito Santo.
La messa domenicale viene celebrata in modo solenne, con molte parti cantate, ad accompagnare, sottolineare o intervallare le diverse fasi della liturgia. Anche la liturgia della parola è cantata. La durata del rito è di circa due ore. Al termine della celebrazione, la comunità rimane in chiesa per ricevere l'unzione e la benedizione per una buona settimana.
La tradizione bizantina di entrambe le chiese, cattolica e ortodossa, conosce tre forme di divina liturgia (così è chiamata la liturgia dell'eucaristia): quella di san Basilio, quella di san Giovanni Crisostomo e quella dei Presantificati.
La Divina liturgia di San Giovanni Crisostomo è quella celebrata comunemente durante tutto l'anno;
mentre la liturgia dei Presantificati è celebrata il mercoledì e il venerdì di ogni settimana di Quaresima. Prevede la distribuzione dell'Eucaristia ma non la consacrazione, poiché il pane viene consacrato la domenica precedente.
Per l'eucaristia il rito bizantino non usa pane azzimo, cioè senza lievito (come le ostie e le particole della tradizione latina), bensì il pane lievitato. Inoltre, il pane usato per la celebrazione (detto in greco pròsphora, cioè "offerta") viene predisposto poco prima della celebrazione eucaristica vera e propria, durante il rito della Pròthesis, cioè "Preparazione", secondo un complesso simbolismo. La comunione si fa abitualmente sotto le due specie eucaristiche, il pane e il vino. Per questo la comunione si riceve solo in bocca e non c'è la possibilità di riceverla in mano. I bambini più piccoli, che hanno ricevuto tutti i sacramenti, possono ricevere la comunione, anche con l'aiuto di un cucchiaino.