Le città di Sulmona e Valva (l'antica Corfinium, capitale dei popoli italici durante la guerra sociale, oggi Corfinio) risultano essere sedi vescovili almeno a partire dalla fine del V secolo. La tradizione attribuisce la fondazione della diocesi di Valva a san Feliciano, martire a Foligno nel 249. Due vescovi distinti, Geronzio di Valva e Palladio di Sulmona, sono menzionati sul finire del V secolo, il primo documentato nell'epistolario di papa Gelasio I (492-496), il secondo noto per la sua partecipazione al concilio romano indetto da papa Simmaco nel 499.
Successivamente, per alcuni secoli, non si hanno più notizie di queste due diocesi, a causa delle devastazioni operate dalle invasioni prima dei Goti e poi dei Longobardi, che portò alla scomparsa di diverse sedi episcopali italiane. In questo contesto venne meno anche la diocesi di Ofena, il cui territorio più tardi si troverà inglobato in quello della diocesi di Valva.
A partire dal VII secolo le due diocesi si trovano unite, con un unico vescovo a reggere entrambe le sedi. Questa unione fu sancita ufficialmente da bolla di papa Leone IX al vescovo Domenico, che fu riconosciuto titolare sia della sede di San Pelino (Valva) che di quella di San Panfilo (Sulmona).[2] Con la stessa bolla il pontefice determinò i confini delle due diocesi, che d'ora in avanti dovevano avere un solo vescovo, eletto dai due capitoli.
Questa decisione tuttavia fu causa di una lunga diatriba fra i capitoli delle due cattedrali, che pretendevano ognuno di avere il diritto esclusivo di elezione del vescovo. Questo conflitto trovò il suo apice nel 1229, quando i sulmonesi attaccarono manu militari Corfinio distruggendo l'episcopio e il castello, sottraendo le reliquie di San Pelino e catturando il vescovo Nicola, trascinato con la forza a Sulmona. Un trattato di pace fu siglato nel 1238, con la stipulazione di un accordo fra i due capitoli.
Un altro casus belli coinvolse la diocesi di Valva e quella dell'Aquila, che pretendeva di avere giurisdizione su diversi castelli, che dipendevano dal punto di vista ecclesiastico dalla diocesi valvense, ma che dal punto di vista amministrativo civile dipendevano dalla città aquilana. La controversia, che ebbe anche momenti drammatici, fu vinta dalla diocesi aquilana, che nel 1426 annetté al proprio territorio diciotto centri, tra cui Collepietro, Bominaco, Navelli e Civitaretenga.
Nella prima metà del XVII secolo si riaccese l'antica disputa tra Valva e Sulmona; la causa fu portata a Roma prima davanti alla Congregazione del concilio e poi alla Sacra Rota che nel 1628 si decise a favore della parità di diritti di Sulmona e Valva, istituendo la doppia denominazione di "diocesi di Valva e Sulmona".[3]
Le tensioni fra i due capitoli fu una delle cause per cui furono celebrati pochi sinodi per l'attuazione dei decreti riformatori del concilio di Trento; infatti la scelta di una sede per la celebrazione del sinodo portava inevitabilmente alla reazione dell'altra sede episcopale che era stata esclusa. Si conoscono solo sei sinodi diocesani celebrati nel 1572, 1590, 1603, 1620, 1629 e 1715 e per trovarne uno celebrato in epoca moderna bisogna arrivare al 1929, con il sinodo celebrato dal vescovo Nicola Jezzoni.
Agli inizi dell'Ottocento la diocesi visse un periodo assai lungo di sede vacante, dal 1799 al 1818, e la diocesi rischiò di venir soppressa. Svanita questa possibilità, la diocesi vide ampliato il proprio territorio con l'annessione nel 1818 di alcuni feudi che dipendevano dalla soppressa abbazia celestina di Santo Spirito al Morrone, tra cui Pratola e San Benedetto in Perillis.[4]
Nel 1824 fu aperto a Sulmona il seminario diocesano ad opera del vescovo Felice Tiberi, che andò a sostituire quello che era stato fondato a Pentima (oggi Corfinio) nel XVIII secolo, ma che funzionò per pochi anni.
Con il decreto Instantibus votis del 30 settembre 1986 la Congregazione per i Vescovi stabilì la plena unione delle diocesi di Valva e Sulmona nella nuova circoscrizione ecclesiastica di Sulmona-Valva.
^Kehr, Italia pontificia, IV, p. 252. Vedi Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti, vol. 19, 1951, voce Italia, sezione culti, p. 919: "Urbano VIII fin dal 1628 aveva posto fine alla secolare lite tra le chiese di Valva (S. Pelino presso Pentima) e Sulmona, dichiarandole entrambe cattedrali".
^(LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Ad Casinum, AAS 69 (1977), p. 218.
^(LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Quo aptius, AAS 70 (1978), pp. 58-59.
^La divisione del territorio fra le due diocesi è riportata dal D'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie del Regno delle Due Sicilie, p. 744. Non essendo intervenute modifiche successive, la descrizione del territorio della diocesi di Valva fatta da D'Avino nel 1848 è da ritenersi valida fino alla piena unione con Sulmona del 1986.
^Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, vol. I, p. 929.
^Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, vol. II, pp. 1573-1574.
^In base all'edizione critica degli atti dei concili simmachiani del 501 e del 502, dei tre vescovi di nome Fortunato presenti alle assisi sinodali nessuno era vescovo di Valva, ma di Foligno, Anagni e Sessa. Theodor Mommsen, Acta synhodorum habitarum Romae. A. CCCCXCVIIII DI DII, in Monumenta Germaniae Historica, Auctorum antiquissimorum, XII, Berlino, 1894, pp. 393-455. Anche Lanzoni e Pietri. Altri concili attribuiti all'epoca di papa Simmaco (503 e 504) sono dei falsi.
^Immediato successore di san Panfilo: «Di questo soggetto non se ne trova altra memoria se non il nome» (Di Pietro, Memorie storiche della città di Solmona, p. 76).
^Arnolfus episcopus Valbensis prese parte ai concili romani di dicembre 853 e di novembre 861. Monumenta Germaniae Historica, Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 843-859, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover, 1984, p. 336,14. Id., Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 860-874, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover, 1998, p. 64,10.22.
^abcdefgSchwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, pp. 295-297.
^abcI vescovi Teodolfo, Transarico e Suavillo sono riportati da Ughelli (Italia sacra, I, col. 1364), il quale riferisce di una pergamena conservata nella Biblioteca vaticana riportante una biografia di San Pelino, nei margini della quale si troverebbe un testo con alcune notizie sulla diocesi di Valva, in cui si fanno i nomi di questi vescovi, ignoti alle fonti storiche, assieme a quelli di Domenico e Trasmondo, documentati anche da altre fonti. Le note manoscritte non riportano, per questi vescovi, alcun riferimento cronologico; gli anni assegnati in questa cronotassi a Teodolfo, Transarico e Suavillo sono quelli riferiti da Gams (p. 928) e Di Pietro (pp. 108-115), che risultano essere tuttavia puramente ipotetici.
^Dodone (chiamato Oddone da Ughelli) ricevette da papa Innocenzo II la conferma dei suoi possedimenti il 25 marzo 1138 (Kehr, Italia pontificia, IV, p. 255), probabile anno della sua elezione.
^Giraldo è documentato come vescovo eletto in un diploma di aprile 1145; secondo Ughelli venne eletto vescovo dai capitoli congiunti di Valva e Sulmona nel 1140, per Di Pietro nel 1143; quest'ultimo autore riporta il testo di un'antica pergamena (p. 126) , secondo il quale Giraldo rimase "vescovo eletto" per tre anni e poi rinunciò alla sua carica.
^abcdefghijklmKamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol. I, pp. 60–74.
^La sede era vacante il 18 luglio 1235; in questo giorno il papa ordinò ai due capitoli di procedere al più presto all'elezione del vescovo (Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 513, nota 3; vol. II, p. XXXXIII).
^Secondo Eubel, Prospero de Rusticis è confermato il 25 ottobre 1499, mentre Giovanni Acuti è sconosciuto all'Eubel, ma è menzionato nella lista episcopale di Gams dal 1499.
^ Antonino Chiaverini, La diocesi di Valva e Sulmona, vol. VIII, Sulmona, Accademia Cateriniana di Cultura, 1980, p. 137.
(DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 60–74
(FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, 2 volumi, Roma, 1999-2000