Il suicidio dell'ultimo ebreo del mondo nell'ultimo cinema del mondo (At the Suicide of the Last Jew in the World in the Last Cinema in the World) - David Cronenberg
Guerra in tempo di pace (War in Peace) - Wim Wenders
I Travelled 9000 km To Give It To You - Wong Kar Wai
Guardando il film (En regardant le film) - Zhang Yimou
Chacun son cinéma - A ciascuno il suo cinema (Chacun son cinéma ou Ce petit coup au cœur quand la lumière s'éteint et que le film commence) è un film a episodi del 2007, concepito e prodotto da Gilles Jacob per festeggiare i 60 anni del Festival di Cannes e dedicato alla memoria di Federico Fellini.[1]
È composto da 33 cortometraggi di circa 3 minuti l'uno, realizzati da altrettanti registi internazionali (in effetti 35, considerando le coppie dei fratelli Coen e Dardenne), sul tema del cinema, inteso come luogo fisico, sala cinematografica. Un 34º cortometraggio, realizzato da David Lynch, non è compreso nella versione cinematografica, ma sarà inserito solo successivamente, nell'edizione DVD. Il film è chiuso da un estratto da Il silenzio è d'oro di René Clair.
Lietta Tornabuoni (La Stampa) lo definisce un «film-coriandolo», costituito da cortometraggi «a volte sorprendenti, buffi, teneri o sarcastici [...] a volte insulsi e sciatti» che «tutti insieme rappresentano un mix di culture, origini e talenti».[3]
Per Roberto Silvestri (Il manifesto) «sono piccole pillole d'autore politonali, gemme che svelano poetiche e tic creativi di ciascun regista, dall'haiku classico (Zhang Yimou) a quello comico (Salles) o comico-erotico (Polanski e Suleiman) o solo erotico (Konchalovski e Wong Kar wai), dall'entusiasmante spot tecnologico (Egoyan), alle autoglorificazioni ironiche (Moretti, Anghelopoulos, Lelouch e Chahine), dal chapliniano elogio del cieco e del borsaiolo come spettatori perfetti, all'autoparodia (Von Trier, Kitano, De Oliveira) e al minipamphlet politico (Kaurismaki e Gitai)».[4]
Secondo Peter Brunette (ScreenDaily) è un compilation film «sorprendentemente riuscito», che per almeno l'80% è composto da film di alta qualità che meritano un giudizio dal buono all'eccellente.
Entusiastica la recensione di Lorenzo Conte (Zabriskie Point), per il quale si tratta di «un capolavoro da vedere e rivedere», «un'eccezionale pagina di cinema sullo statuto del cinema contemporaneo e del suo rapporto con il suo mezzo di fruizione, per l'appunto la sala cinematografica [...] che dispensa emozioni forti, vere, puramente cinematografiche, ma che al tempo stesso è capace di indagare su se stesso, sul proprio linguaggio, sul proprio statuto presente e futuro».[5]