Dopo aver conseguito la maturità presso l'Humanistisches Gymnasium di Oberhausen, Wenders si iscrive alla facoltà di Medicina, decidendo di seguire le orme del padre, già medico affermato; in seguito, cambierà facoltà, frequentando per un semestre Filosofia e per quello successivo Sociologia, ma la sua forte passione per il cinema lo spingerà a interrompere gli studi universitari e a voler intraprendere la professione di regista.[4]
Nel 1966 Wenders si trasferisce a Parigi e qui lavora come incisore nello studio dell'artista americano Johnny Friedlander. Trascorre intere giornate alla Cinémathèque, vedendo tre o quattro film al giorno e fino a sette nei fine settimana, maturando una cultura cinefila che trasparirà con evidenza nei suoi film.[5]
Inizia a frequentare le lezioni dell'Institut des hautes études cinématographiques (IDHEC) ma la sua domanda di iscrizione verrà respinta per soprannumero.[6].
Il tema del viaggio è invece al centro di quella che è stata poi definita "la trilogia della strada". Il primo film che compone la trilogia è Alice nelle città del 1973, opera che Wenders ha girato in parte negli Stati Uniti e che racconta l'amicizia tra un giovane reporter e una bambina. L'opera riceve il premio della critica tedesca nel 1974 e, ancora oggi, viene considerato uno dei lavori più riusciti del regista. Gli altri film della trilogia sono Falso movimento e Nel corso del tempo e, come nel precedente, anche in questi due ad interpretare il protagonista è Rüdiger Vogler. Con Nel corso del tempo arrivano per Wenders i primi riconoscimenti internazionali: il Golden Hugo al Chicago Film Festival e il premio FIPRESCI al Festival di Cannes.[8]
Gli anni negli Stati Uniti e il successo internazionale
Si trasferisce negli USA per circa quattro anni. Durante questo periodo alterna la lavorazione di Lampi sull'acqua - Nick's Movie, film-testamento sull'amico e regista Nicholas Ray, "...uno dei grandi maestri del sogno e del cinema mitopoietico"[9] a una "detective story" Hammett - Indagine a Chinatown, frutto di una tormentata collaborazione con il produttore Francis Ford Coppola.
Ritorno in Germania
Rientrato in Germania, deluso dal sistema americano di produzione cinematografica, riflette sulla condizione del regista in Lo stato delle cose del 1982. Ambientato in Portogallo e a Los Angeles, viene premiato con il Leone d'Oro al Festival di Venezia.
Lo stato delle cose apre una fase particolarmente felice per Wenders.
Il festival di Cannes nel 1984 conferisce la Palma d'oro a Paris, Texas, scritto con Sam Shepard, nel 1987 vince il premio come migliore regista per Il cielo sopra Berlino, un viaggio in compagnia di angeli nello spazio di una metropoli luogo emblematico della storia del novecento europeo.[10]
Nel 1990 compare come protagonista nel videoclip Milano non è l'America della rock-band italiana Timoria. Nel 1991 conclude Fino alla fine del mondo, al quale ha lavorato a più riprese per circa vent'anni e dove il tema del viaggio attraverso i continenti viene recuperato e intrecciato con quello dell'amore e del progresso tecnologico.[11]
Alla colonna sonora del film collaborano artisti come U2, Talking Heads, Lou Reed, Nick Cave e R.E.M., e riceve il premio Friedrich Wilhelm Murnau a Bielefeld.
Nel 1993 Wenders gira il seguito de Il cielo sopra Berlino, Così lontano così vicino. In occasione della celebrazione del centenario del cinema del 1995, insieme a un film per la televisione I fratelli Skladanowsky dirige anche Lisbon Story, di nuovo con Rüdiger Vogler e Patrick Bauchau, omaggio al cinema e alla città di Lisbona.[4]
Tra il 1991 e il 1996 Wenders è a capo dell'Accademia europea del cinema, di cui ancora oggi è il presidente, e dal 1993 è professore onorario all'Accademia del cinema di Monaco.
Ha poi contribuito con l'episodio di 24 minuti Invisible Crimes al documentario collettivo Invisibles dell'organizzazione umanitaria Médecins Sans Frontières, presentato a Berlino e a Cannes nel 2007 e ha aderito alla World Cinema Foundation di Martin Scorsese per preservare film poco noti al grande pubblico o comunque di difficile reperibilità e fruizione. Il regista ha anche girato uno spot televisivo per l'UNDP, il programma per lo Sviluppo dell'ONU, con protagonisti le due stelle del calcio Ronaldo e Zidane.
Anni duemiladieci
In questo periodo realizza inoltre tre documentari: nel 2011 il lungometraggio 3DPina, tributo alla ballerina Pina Bausch; nel 2014 Il sale della terra, dedicato al fotografo brasiliano Sebastião Salgado; nel 2018 Papa Francesco - Un uomo di parola, documentario sul pontefice. Queste ultime due pellicole, fra l'altro, sono state candidate al premio della Giuria Oeil d'Or per il miglior documentario al Festival di Cannes.[13].
Film sulla polizia (Polizeifilm), regia di Wim Wenders - cortometraggio TV (1969)
Libri
L'idea di partenza, Firenze, Liberoscambio, 1983.
Giovanni Spagnoletti e Michael Töteberg (a cura di), Stanotte vorrei parlare con l'angelo. Scritti 1968-1988, Milano, Ubulibri, 1989, ISBN978-8877480903.
L'atto di vedere - The Act of Seeing, Milano, Ubulibri, 1992.
2014 – Premio della Giuria Ecumenica – Menzione Speciale (ex aequo con Hermosa juventud di Jaime Rosales) condiviso con Juliano Ribeiro Salgado per Il sale della terra
2014 – Un Certain Regard – Menzione Speciale condiviso con Juliano Ribeiro Salgado per Il sale della terra
2014 – Candidatura a Un Certain Regard condiviso con Juliano Ribeiro Salgado per Il sale della terra
2023 — Premio della giuria ecumenica per Perfect Days
2023 — Candidatura alla Palma d'oro per Perfect Days
Filippo D'Angelo, Wim Wenders, Roma, Il Castoro, 1995.
Stefano Francia di Celle, Wim Wenders, Milano, Torino Film Festival/Il Castoro, 2007.
Giuseppe Gariazzo, Robero Lasagna e Saverio Zumbo, Wenders story. Il cinema, il mito, Alessandria, Faisopiano, 1997.
(DE) Simone Malaguti, Wim Wenders' Filme und ihre intermediale Beziehung zur Literatur Peter Handkes, Francoforte, Peter Lang, 2008, ISBN978-3-631-58064-6.
Maurizio Russo, Wim Wenders. Percezione visiva e conoscenza, Recco, 1997.
Giovanni Spagnoletti, Lineamenti introduttivi alla storia del cinema. Il nuovo cinema tedesco: Rainer Werner Fassbiner e Wim Wenders, Roma, Aracne, 2002.