I suoi genitori, l'attrice teatrale Beverley Georgette "Edith" Hannah e il regista teatrale Richard Campion,[2][3] avevano studiato al Old Vic di Londra prima di tornare in Nuova Zelanda e stabilirvi lì la loro compagnia teatrale.[1] Da giovane, contempla anche lei l'idea di diventare attrice,[3] per poi studiare antropologia strutturale all'università Victoria di Wellington.[1] Dopo la laurea, viaggia prima a Venezia e poi a Londra nel tentativo di entrare in un'accademia di belle arti, venendo infine accettata in quella di Sydney, dove studia pittura ispirandosi al minimalismo e all'arte concettuale.[1]
Durante il suo ultimo anno all'accademia, realizza un cortometraggio intitolato Tissues, dal forte umorismo nero, trovandosi però dopo il diploma impossibilitata a perseguire una carriera nel cinema per mancanza di esperienza.[1] Accettata all'Australian Film, Television and Radio School, gira diversi corti coi finanziamenti annuali datigli dalla scuola senza vincoli creativi di sorta.[1] Il suo primo, Peel, realizzato nel suo secondo anno,[1] verrà poi presentato e premiato come miglior corto al Festival di Cannes 1986.[3][4]
Dopo essersi laureata nel 1984,[5] Campion inizia la sua gavetta nella Women's Film Unit, un programma del governo australiano nato per risolvere la disparità di genere nell'industria cinematografica, cominciando a lavorare sul set e realizzando delle pubblicità progresso.[1]
Carriera
Dopo aver diretto il film per la televisione australiana Le due amiche, nel 1989 Campion torna nel suo Paese natale per esordire al cinema con Sweetie che, presentato in concorso a Cannes, suscita polemiche per i suoi contenuti espliciti[3][4] ricevendo però perlopiù recensioni positive.[6]
Nel 1990 si impone all'attenzione internazionale con Un angelo alla mia tavola, tratto dall'autobiografia di Janet Frame: presentato in concorso alla 47ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, suscita critiche entusiastiche e le fa vincere il Leone d'argento - Gran premio della giuria, spingendo molti a definirlo il vincitore morale dell'edizione.[4] Del 1993 dirige Lezioni di piano, produzione australiana con finanziamenti francesi sul triangolo amoroso che si sviluppa nella Nuova Zelanda di fine ottocento tra una nobildonna muta, un guardiacaccia per metà maori ed il promesso sposo di lei (rispettivamente Holly Hunter, Harvey Keitel e Sam Neill).[1][3] Il film si rivelerà quello della vera consacrazione per Campion,[6] che diventa la prima donna nella storia a vincere il primo premio a Cannes, la Palma d'oro, che non ritirerà di persona essendo incinta di sette mesi e mezzo.[3] La seconda Palma d'oro al femminile viene assegnata a Julia Ducournau nel 2021 per il suo film Titane.[7] Diventa anche un notevole successo al botteghino, con un incasso mondiale pari a 140 milioni di dollari[8] contro un budget di 7 milioni, comunque il più alto della carriera di Campion fino ad allora.[1] Ai premi Oscar 1994 vince l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale e viene candidata a quello per il miglior regista,[6] vinto invece da Steven Spielberg.
Nel 2003 dirige il thriller psicologico In the Cut, che sceneggia assieme a Susanna Moore, scrittrice del romanzo da cui è tratto: il film, con protagonisti Meg Ryan, Mark Ruffalo e Jennifer Jason Leigh, frutta a Campion le prime recensioni completamente negative della sua carriera.[6] Inoltre, pur incassando 23 milioni di dollari,[10] più di quanto avessero fatto Ritratto di signora e Holy Smoke assieme, riceve da parte del pubblico apparso nei sondaggi di CinemaScore un raro punteggio di gradimento pari a F, il più basso possibile.[11] In seguito a ciò, Campion si prenderà una pausa dal cinema durata quattro anni, durante la quale si occupa della figlia Alice.[6]
Campion è stata sposata dal 1992 al 2001 con Colin Englert, regista di seconda unità di Lezioni di piano, da cui ha avuto due figli: Jasper (nato nel 1993 e morto 12 giorni dopo) e Alice (nata nel 1994), che lavora a propria volta nel cinema, come attrice.[3][6][13][14] Precedentemente stava con Gerald Lee, con cui ha sceneggiato Sweetie e la seconda stagione di Top of the Lake.[1]
Tematiche
Campion è nota per i suoi ritratti a tutto tondo di donne fuori dalla norma, spesso oppresse o in condizioni sfavorevoli, che le hanno guadagnato l'appellativo di regista femminista.[6][9] Ciononostante, è stata anche oggetto di critiche da parte di una certa critica cinematografica femminista perché spesso nei suoi film la protagonista trova conforto in un amante autoritario.[senza fonte] Pur non distanziandosi dal femminismo, Campion ha dichiarato, ad esempio nel 1993, che: «credo risulti abbastanza chiaro nella mia opera che il mio orientamento non è politico o non deriva dalla politica moderna».[1]
I film di Campion, spesso ricchi di riferimenti colti alla letteratura, alla musica e al cinema, narrano vicende fortemente emotive eppure evitano i toni romantici e privilegiano l'ambito razionale e descrittivo.[senza fonte]
^(EN) Stephen Crofts, Foreign Tunes?, in Harriet Margolis (a cura di), Jane Campion's The Piano, Cambridge, Cambridge University Press, 2000, p. 135, ISBN9780521597210.