Ha lavorato al quotidianoIl Giornale di Ostia[5], prima di entrare in politica, aderendo al movimento giovanile di Forza Italia nel Lazio nel 1996. Intraprende la carriera politica nell'ottobre 1997 con l'elezione, nella lista di Forza Italia, al Consiglio del XIII Municipio di Roma. Nell'aprile 1999 diventa coordinatore regionale del Lazio del movimento giovanile di Forza Italia, che conta 15 000 iscritti e oltre 100 eletti negli enti locali.
Durante il Governo Monti si esprime per la cancellazione dell'introduzione dei libri elettronici nella scuola italiana dopo le perplessità sollevate da molti insegnanti, esperti e pedagogisti, tradotte anche in sollecitazioni provenienti dalla lobby delle case editrici.[7]
Il 18 marzo 2017, con lo scioglimento del NCD e la fondazione del suo successore Alternativa Popolare (AP) con le stesse ideologie da parte di Angelino Alfano, aderisce ad AP.[18]
Il 12 dicembre la Direzione nazionale del partito approva all'unanimità una mozione che sancisce la "separazione consensuale" delle due ali del partito: l'ala sinistra mantiene il simbolo e il nome di Alternativa Popolare (AP), mentre l'ala destra riacquista il nome e il simbolo del dissolto Nuovo Centrodestra (NCD). Viene però deliberato che i due gruppi parlamentari restino uniti fino allo scioglimento delle Camere.[20]
Dopo aver votato la fiducia al governo Conte II, il 19 settembre 2019 annuncia l'addio ad Alternativa Popolare, dimettendosi da coordinatrice, e il passaggio al Partito Democratico[24], non senza polemiche[25], che sul finire del 2019 approva a Bologna i nuovi statuti e l'istituzione dei forum concepiti come luoghi di confronto e proposta fra le segreterie locali e la società civile. Beatrice Lorenzin ottiene la creazione del forum "Salute e stili di vita" del PD.[26]
Il 7 giugno 2015 Beatrice Lorenzin e il compagno Alessandro Picardi, direttore delle relazioni istituzionali e internazionali della Rai e presidente di Tivùsat, annunciano la nascita dei figli.[38] Si sono sposati il 10 settembre 2016.
Attività da ministro della salute
Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 ha ricoperto l'incarico di ministro della salute nel governo Letta, succedendo a Renato Balduzzi. Il 30 settembre 2013, assieme agli altri ministri del Pdl, presenta dimissioni "irrevocabili" così come suggerito da Silvio Berlusconi[11], respinte dal Presidente del Consiglio Enrico Letta[12].
Durante il primo incarico il suo dicastero è stato investito del caso del controverso metodo Stamina.
Il 22 febbraio 2014 viene riconfermata nel nuovo esecutivo guidato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla guida sempre dello stesso dicastero. Tra i temi all'ordine del suo mandato, fra gli altri, il caso del virus ebola, il via libera alla produzione della cannabis terapeutica su suolo italiano e la fecondazione eterologa dopo la pronuncia di incostituzionalità del divieto operato dalla legge 40[39].
Il 12 dicembre 2016 viene chiamata per la terza volta a ricoprire la carica di ministro nel governo guidato da Paolo Gentiloni,[40] diventando l'esponente politico che più a lungo ha ricoperto la carica di Ministro della Salute.
Un mese dopo la sua riconferma, il 12 gennaio 2017 il ministro firma il provvedimento di aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), atteso da 15 anni, e che contempla 110 nuove malattie e numerose nuove terapie[41].
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Nel 2014, sulle segnalazioni dei casi sospetti di reazioni avverse ai vaccini anti-influenzali, Lorenzin è entrata in polemica con i presidenti delle Regioni[44]; piuttosto accesa, inoltre, nello stesso anno la querelle sull'igiene delle scuole con il sindaco di Roma Ignazio Marino[45] e quella con il sindacato degli agenti di polizia Silp Cgil, che in campagna elettorale per le elezioni Europee 2014 l'hanno pubblicamente accusata di aver inopportunamente adoperato uomini e mezzi di Stato per attività non istituzionali[46].
In merito al disegno di legge "Omnibus" su sperimentazione clinica e riordino delle professioni sanitarie[47], di natura governativa e da lei presentato, ha ricevuto critiche dalle categorie delle professioni sanitarie per l'intenzione di voler emendare il testo durante l'iter parlamentare[48] per istituire in ambito sanitario figure legate alla medicina non convenzionale senza il preventivo parere tecnico scientifico del Consiglio superiore di sanità[48][49][50][51][52] nonché effettuare delle sanatorie per le categorie degli osteopati e chiropratici italiani[53][54]. Il provvedimento, approdato in Parlamento nel 2014 dopo essere stato licenziato dal Consiglio dei Ministri e dalla Conferenza Stato-Regioni[55][56][57], è stato poi approvato dal Senato nel 2016 nella versione emendata dalla Ministra[58][59], scatenando così accese critiche nel mondo sanitario[60][61][62][63][64][65][66] che lamentava la troppa acquiescenza alle lobby delle pseudoscienze. Tali critiche hanno, poi, contribuito a far sì che il testo, una volta passato alla Camera dei Deputati, venisse modificato[67][68][69][70][71] e poi divenisse legge nel 2018.
Sempre in merito alle lobby delle pseudoscienze, nel 2015, Lorenzin è stata oggetto di critiche dal mondo scientifico per il suo presunto sostegno, da lei smentito[72], in un saggio, alla pratica dell'omeopatia.[73][74][75]
A febbraio 2015, invece, è entrata in polemica con l'assessorato alla sanità della Regione Sicilia per un caso di malasanità. La sua posizione è stata criticata anche perché quella Regione veniva da anni di precedenti gestioni amministrative del centro destra, il suo schieramento politico di allora[76][77].
Nel settembre 2016 è stata oggetto di forti contestazioni in merito al lancio in Italia della prima campagna di sensibilizzazione alla fertilità promossa dal Ministero della Salute, il cosiddetto "Fertility Day", a causa del contenuto dei messaggi di comunicazione elaborati dal suo dicastero[78][79][80][81] e ritenuti da molti lesivi della dignità della donna[82][83][84]. Lorenzin ha così promesso di riformulare la comunicazione per la campagna[85], ma le modifiche apportate hanno ulteriormente accresciuto le polemiche[86] per accuse di razzismo[87].
Nel 2017 è entrata in polemica con la sindaca di Roma Virginia Raggi a seguito della mancata assegnazione all'Italia dell'Agenzia Europea del Farmaco[88].
In merito al suo mandato da ministra della salute, risulta essere stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Roma nel 2015 per omissione d'atti d'ufficio in merito al mancato avvio, a livello ministeriale, del tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale[89], a cui è seguita un'archiviazione da parte del Tribunale dei Ministri[90], mentre nel 2021 è stata sentita come persona informata sui fatti dai pubblici ministeri rispettivamente di Firenze[91], a proposito dell'indagine sull'affaire della Fondazione Open di Matteo Renzi da cui sarebbero emerse putative pressioni su di lei da parte di lobby del tabacco, e di Bergamo, in merito al mancato aggiornamento e alla mancata applicazione in Italia del piano pandemico nazionale nonostante le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e le indicazioni di due funzionari ministeriali[92].
Nel marzo 2023 il nome di Beatrice Lorenzin viene inserito tra gli indagati da parte della Procura di Bergamo insieme ad altri due ex ministri della Salute: Roberto Speranza e Giulia Grillo per il mancato aggiornamento del piano pandemico nell'ambito dell'indagine sulla gestione del Covid-19.[93].
^Lorenzin: ennesimo cambio di casacca, su ilpiccolo.gelocal.it. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2021).