Fu principe ereditario del trono del Belgio dal 1869, anno della sua nascita e anno di morte del cugino Leopoldo, unico figlio maschio del re Leopoldo II, fratello di suo padre Filippo, e della regina Maria Enrichetta.
Come il fratello Alberto, parlava sia il fiammingo che il vallone. Né suo padre né il re li conoscevano[2]. A ventun anni dichiarò di essere un tradizionalista, perché, affermò, «solo nella tradizione risiede la vera forza». Precisò anche di non essere né moderno, né liberale, né rivoluzionario[2].
Morte
Morì a soli ventun anni il 23 gennaio del 1891, in soli due giorni, stroncato da una polmonite provocata dall'influenza russa.
Sui giornali dell'epoca ci fu mistero e scandalo[2][3]. A causa della morte così repentina, si ipotizzò che Baldovino fosse stato ucciso in una rissa o, addirittura, in un duello per via di una donna. Si fecero anche paragoni con la vicenda di Mayerling, anche se, secondo quanto scrisse la sorella Enrichetta[2], Baldovino durante i funerali dell'arciduca Rodolfo d'Asburgo-Lorena provò un forte disgusto per tutta quella drammatica storia, e diventava aggressivo e violento quando se ne parlava.
La morte di Baldovino fu una prova durissima[2] per tutta la famiglia.
Lo zio Leopoldo II lo rimpianse sia come erede al trono, sia come marito della figlia cadetta Clementina, con la quale era progettato il matrimonio di Baldovino[2].
Il fratello Alberto, succedutogli nel ruolo di principe ereditario e salito al trono nel 1909 con il nome di Alberto I, lo ricordò per tutta la vita dicendo: "Lui avrebbe fatto tutto meglio di me..."[2].
Essendo morto in giovane età, Baldovino sopravvive nei ricordi dei fratelli (aneddoti familiari e note nei diari giovanili) e anche nelle parole della scrittricerumenaElena Vacaresco, la quale, avendolo incontrato, lo paragonò a Lohengrin[2].