Troncato: nel primo d'oro, al leone passante di rosso tenente colla branca anteriore destra una lancia d'argento; nel secondo d'argento, a tre fasce ondate di rosso; col capo dello scudo d'argento caricato dell'aquila spiegata e coronata di nero
Biografia
Araldo di Crollalanza era figlio di Goffredo, direttore dell'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Bari e celebre araldista e genealogista, e di Maria Giuseppina Amalia Noya, dei baroni di Bitetto (Mola di Bari, 6 novembre 1868 - Bari, 27 dicembre 1941).[1]
Fu nominato per il biennio 1926-1928 podestà di Bari. Eletto deputato del Partito Nazionale Fascista dal 1924 fino al 1943, fu prima sottosegretario (1928) e nel 1930ministro dei lavori pubblici (fino al 1935).[3] Si distinse particolarmente per l'impegno nei soccorsi e nella ricostruzione post-sisma, in occasione del Terremoto del Vulture del 1930 avvenuto il 23 luglio 1930.[4]
Dal 1935 al 1943 presiedette l'Opera nazionale combattenti, ed il suo nome è in particolare legato alla bonifica dell'Agro Pontino: durante il suo ministero infatti furono create le città di Littoria (oggi Latina), Sabaudia e Pontinia[5]; mentre durante la successiva presidenza dell'ONC furono create anche le città di Aprilia e Pomezia, benché le prime siano da ascrivere all'intraprendenza del suo predecessore alla presidenza dell'ONC, il conte Valentino Orsolini Cencelli. Nel 1939 assunse anche la presidenza della Commissione lavori pubblici della Camera dei fasci e delle corporazioni.
Arrestato il 13 giugno 1946 per la sua attività durante il regime, fu rilasciato il 1º luglio e prosciolto definitivamente nel 1950.
Fu redattore del Giornale d'Italia, fino a quando fu eletto senatore della Repubblica come indipendente nella lista del Movimento Sociale Italiano nel 1953. Fu rieletto per sette legislature, fino alla morte. Nel 1976 si iscrisse al MSI-DN e fu anche capogruppo al Senato dal 1977 al 1986.[9]
Dal 1956 al 1976 è anche consigliere comunale di Bari.
A lui è intitolato una parte del lungomare di Bari. Al suo impegno prima come podestà e, successivamente, come sottosegretario e ministro durante il ventennio fascista, si devono infatti i lavori di riqualificazione del lungomare della città di Bari.
Nel corso degli anni gli sono stati intitolati anche una piazza a Latina, una piazza nel comune di Pomezia a Santa Procula, una via nel comune di Aprilia ed una nel comune di Altamura, la piazza della stazione nel comune di Monopoli. Due sculture raffiguranti il busto del politico sono situate a Bari: una all'aperto in piazza Eroi del mare, inaugurata nel 2001 in presenza del presidente dell'Associazione Israele-Italia Alexander Wiesel, mentre l'altra si trova nella pinacoteca provinciale di Bari, dopo che per molti anni era stata nella sala consiliare del comune barese.[10]
Nel giugno del 1981 presentò un'interrogazione in Senato per richiedere chiarimenti sulla tragica morte di Rino Gaetano.[11]
^U. Rossi Merighi, Il trasferimento e l'attività della Camera a Venezia, in Il Parlamento italiano (1861-1988), vol. XII, tomo II, Milano, Nuova CEI Informatica, 1988, pp. 239-240.
LÀERA, R., & RICCARDI, C. (1988). Pianificazione urbana e territoriale nella politica di regime di Araldo di Crollalanza. ERNESTI, G.(a cura), La costruzione dell'utopia. Architetti e Urbanisti nell'Italia Fascista, Roma, 265-279.
Domenico Crocco (2017). Il Ministro delle grandi opere che disse di no a Mussolini. Vita di Araldo di Crollalanza. CEDAM (ISBN:978-88-13-36736-7).