Gino Sarrocchi

Gino Sarrocchi

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIV, XXV, XXVI, XXVII
CollegioMontepulciano (XXIV legislatura)
Siena (XXV, XXVI legislatura)
Collegio unico nazionale (Toscana) (XXVII legislatura)
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato24 gennaio 1929 –
Incarichi parlamentari
  • membro ordinario della commissione d'accusa dell'Alta Corte di Giustizia (25 giugno - 17 dicembre 1929. Dimissionario)
  • presidente della commissione d'accusa dell'Alta Corte di Giustizia (27 dicembre 1929 - 19 gennaio 1934, 1º maggio 1934-2 marzo 1939)
  • membro della commissione parlamentare incaricata di dare il proprio parere sui progetti dei nuovi codici civile, di procedura civile, di commercio e per la marina mercantile (16 dicembre 1936)
  • membro della commissione dell'agricoltura (17 aprile 1939 - 5 agosto 1943)
  • membro della commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (17 aprile 1939 - 5 agosto 1943)
Sito istituzionale

Ministro dei lavori pubblici
Durata mandato1º luglio 1924 –
5 gennaio 1925
PresidenteBenito Mussolini
PredecessoreGabriello Carnazza
SuccessoreGiovanni Giuriati

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Gino Sarrocchi (Siena, 28 aprile 1870Firenze, 27 maggio 1950) è stato un politico italiano.

Biografia

Figlio di Tito Sarrocchi, laureato in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato e fu un grande studioso di fisiocrazia e divenne per questo socio dell'Accademia dei fisiocritici. Membro del Partito Liberale Italiano, iniziò la sua carriera politica venendo eletto deputato alle elezioni politiche del 1913; confermò il suo seggio dopo le consultazioni del 1919 e del 1921.

In particolare va ricordato l'episodio dell'assalto fascista alla Casa del Popolo di Siena, spalleggiato dalle forze dell'ordine, il 4 marzo 1921. Guglielmo Boldrini (1872-1932), presente ai fatti, rivolse proprio a Sarrocchi un pamphlet "Gli unni moderni", pubblicato subito dopo i fatti, che è una fedele ricostruzione dell'accaduto, in quanto in Parlamento Sarrocchi stesso aveva mentito sui fatti senesi. Ed aveva mentito per avvicinare il suo partito a Mussolini che per ricompensa lo nominò ministro[1].

Si candidò alle elezioni politiche del 1924 con il listone Mussolini e successivamente passò al Partito Nazionale Fascista. Il 1º luglio del 1924 venne nominato ministro dei lavori pubblici nel governo Mussolini ma si dimise dall'incarico il 5 gennaio del 1925, due giorni dopo il famoso discorso in cui il Duce si assumeva la responsabilità del delitto Matteotti.

In seguito continuò a sostenere il regime fascista ed il 24 gennaio del 1929 venne nominato senatore del Regno. Dopo il 25 luglio del 1943 e la caduta del gabinetto Mussolini, si trasferì a Firenze dove si ritirò a vita privata. Al termine della Seconda guerra mondiale venne deferito presso l'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo, ma non venne condannato.

Onorificenze

Note

  1. ^ Guglielmo Boldrini, Gli Unni Moderni, in ristampa fotostatica dell'edizione originale del 1921 con introduzione di Paolo Leoncini, febbraio 2021.

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Collegamenti esterni

Predecessore Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia Successore
Gabriello Carnazza 1º luglio 1924 - 5 gennaio 1925
governo Mussolini
Giovanni Giuriati
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