Gli albori del territorio Appio-Latino sono da ricercare già prima dell'età romana. La via Latina, infatti, cui si lega il nome del quartiere, costituisce un asse di collegamento con il Latium Vetus e la Campania frequentato in età protostorica e per certo dagli Etruschi. L'Appia Antica, invece, che il poeta Stazio per primo nelle Silvae definisce longarum Regina viarum (sul finire del I secolo d.C.), viene decretata "solo" nel 312 a.C. dal censore che ne commissionò la realizzazione: Appio Claudio Cieco. Provenienti, entrambe, dalla Porta Capena (lato sinistro del Circo Massimo) delle Mura "Serviane", conducevano l'una a Capua (Casilinum), attraversando le valli del Sacco e del Liri, l'altra in prima battuta a Capua, poi, a Brindisi. Segnano l'infrastrutturazione del territorio, in secondo luogo, cinque imponenti acquedotti lungo la dorsale rappresentata da via del Mandrione, costruiti tra il 144 a.C. e il 212 d.C.: l'Aqua Marcia, l'Aqua Tepula e l'Aqua Iulia - raggruppate in un'unica struttura - l'Aqua Claudia e l'Anio Novus - riunite in una seconda teoria d'arcate - nonché l'Aqua Antoniniana, diramazione verso sud-ovest della Marcia.
Contraddistinguono l'età romana, per cenni, una rete di fastose ville patrizie, cisterne ipogee, canali per l'irrigazione delle aree coltivate, opifici e imponenti strutture difensive, quali le Mura aureliane. Con le guerre greco-gotiche (535-553 d.C.) l'assetto del paesaggio si infrange e, al via vai di trasporti commerciali e militari, così come di contadini intenti a far fruttare le terre cui erano stati assegnati o di facoltosi retori e filosofi a passeggio per i luoghi ameni dei loro possedimenti, si sostituisce l'abbandono.
Benché non se ne conosca con precisione la data di realizzazione, si colloca a posteriori del VI secolo la via Tuscolana, che con ogni probabilità sostituisce la via Latina, in abbandono, nel collegamento con Tuscolo e i Castelli Romani. Grazie al Liber Pontificalis, invece, è noto l'anno di costruzione dell'Acqua Mariana: il 1122. La commissionò papa Callisto II per consentire l'irrigazione dell'Agro Lateranense, ma anche per garantire la vita di tutto quell'ecosistema che dalle sorgenti, Tepula e Iulia (Grottaferrata Squarciarelli), si estendeva fino a Roma.
Casale a torretta, su via Antonio Coppi. Casale medioevale. 41.869288°N 12.512867°E41°52′09.44″N, 12°30′46.32″E
Torre del Casale della Vaccareccia, nel parco della Caffarella. Torre del XIII secolo. 41.863565°N 12.52147°E41°51′48.83″N, 12°31′17.29″E
Valca intermedia, presso il Tempio del dio Redicolo, nel parco della Caffarella. Casale del XVI secolo. 41.865334°N 12.51653°E41°51′55.2″N, 12°30′59.51″E
Villa Casali, su via Appia Antica. Villa del XVII secolo. 41.861775°N 12.510026°E41°51′42.39″N, 12°30′36.09″E
Casale di Vigna Cardinali, su via Latina. Casale del XVII secolo. 41.867425°N 12.52413°E41°52′02.73″N, 12°31′26.87″E
Casale Cenci presso la Villa di Massenzio, su via Appia Antica. Casale del XVII secolo. 41.85512°N 12.51826°E41°51′18.43″N, 12°31′05.74″E
Casale Tarani, su via della Caffarella. Casale del XVII secolo. 41.867165°N 12.521251°E41°52′01.79″N, 12°31′16.5″E
Hosteria del Colombario dei Liberti di Augusto, su via Appia Antica. Casale osteria del XVIII secolo (1724). 41.86431°N 12.507316°E41°51′51.52″N, 12°30′26.34″E
Edifici dell'Istituto Autonomo Case Popolari Appio I, su piazza Tuscolo, via Soana, via Astura. Edifici del XX secolo (1923-26).[7]41.880456°N 12.509007°E41°52′49.64″N, 12°30′32.43″E
Complesso in stile barocchetto dell'architetto Camillo Palmerini. Presenta una corte interna sistemata a giardino con campi da gioco per bambini e una fontana.
Case popolari di viale Metronio. Si estendono lungo l'asse di via di Porta Latina, Largo Mesia, via Lusitania, via Vulci, la prima parte di via Vetulonia, via Cameria, piazza Epiro, via Mauritania e via Aquitania. Sono tutte state edificate a partire dal 1895 fino al 1934, per un totale di circa 28 palazzine. Sono in stile barocchetto.
Destinato a deposito, rimessaggio e officina dei tram, fu trasformato in centro polifunzionale a partire dagli anni '90. Si sono conservati l'edificio portineria e sovrastante sala comando traffico e quello del personale trasformati con varie destinazioni commerciali.
Scoperta nel periodo novembre-dicembre 2015 durante gli scavi per la costruzione della stazione Amba Aradam della Linea C della metropolitana di Roma.[10][11]
Costruito a ridosso del Mausoleo di Cecilia Metella.
Il complesso massenziano
Il complesso massenziano,[12] costruito nel IV secolo dall'imperatore Massenzio su preesistente villa del I secolo a.C., si estende al III miglio della via Appia Antica.
Sepolcro presso Villa Cecilia Pia (a circa 100 m dalla via). Sepolcro dell'età imperiale. 41.857535°N 12.516348°E41°51′27.13″N, 12°30′58.85″E
Sepolcro dei Calventi e dei Cercenni (a circa 65 m, su via Appia Pignatelli). Sepolcro dell'età imperiale. 41.858643°N 12.514314°E41°51′31.11″N, 12°30′51.53″E
Istituto di Istruzione Superiore Margherita di Savoia, già Scuola Magistrale, su via Cerveteri. 41.881221°N 12.510986°E41°52′52.4″N, 12°30′39.55″E
Scuola materna Elvira e Dino Vaselli, su via Antonio Coppi. 41.870074°N 12.514828°E41°52′12.27″N, 12°30′53.38″E
Scuola media Giovanni Pascoli, su via Sibari. 41.882351°N 12.504018°E41°52′56.46″N, 12°30′14.46″E
Scuola media Carlo Urbani, su via Ceneda. 41.880863°N 12.511348°E41°52′51.11″N, 12°30′40.85″E
Istituto comprensivo Teodoro Mommsen, su via Teodoro Mommsen.
L'istituto comprende quattro plessi distribuiti nel territorio dell'Appio-Latino su tre edifici (il quarto si trova nel quartiere Tuscolano):
Plesso Teodoro Mommsen (scuola secondaria di primo grado), su via Teodoro Mommsen. 41.867573°N 12.526864°E41°52′03.26″N, 12°31′36.71″E
Plesso Lewis Carroll (scuola secondaria di primo grado), su via Latina. 41.864863°N 12.529537°E41°51′53.51″N, 12°31′46.33″E
Plesso Salvatore Quasimodo (scuola dell'infanzia e scuola primaria), su via Latina. 41.865171°N 12.529083°E41°51′54.62″N, 12°31′44.7″E
Istituto Comprensivo "via Latina 303", su via Latina.
L'istituto comprende quattro plessi su tre edifici.
Plesso Ada Negri (scuola primaria), su via Latina. 41.869771°N 12.521644°E41°52′11.18″N, 12°31′17.92″E
Plesso Grazia Deledda (scuola primaria e secondaria di primo grado), su via Tommaso Fortifiocca. 41.870634°N 12.522567°E41°52′14.28″N, 12°31′21.24″E
Plesso Villa Lazzaroni (scuola primaria), da via Appia Nuova, interna al parco.
Istituto professionale per l'Industria e l'Artigianato Duca d'Aosta, su via Macedonia. 41.869581°N 12.512817°E41°52′10.49″N, 12°30′46.14″E
Media
Cinematografo Airone, su via Lidia. Edificio del XX secolo (1953-56). 41.872746°N 12.510029°E41°52′21.89″N, 12°30′36.1″E
Progetto degli architetti Adalberto Libera, Francesco Canali e Eugenio Montuori. Il soffitto della scala di accesso è stato dipinto da Giuseppe Capogrossi.[14] Nel 1990 fu trasformato nella discoteca "Stellarium", rimasta attiva fin quando il locale rimase abbandonato a seguito della revoca della licenza, avvenuta nel 1997.
Cinematografo Maestoso, su via Appia Nuova. Edificio del XX secolo (1954-57). 41.875273°N 12.521961°E41°52′30.98″N, 12°31′19.06″E
Nel territorio di Appio-Latino si estendono le zone urbanistiche 9D Appio, 9E Latino e parte della zona 11X Appia Antica Nord.
Suddivisioni tradizionali
L'Alberone
Il quartiere include la zona dell'Alberone, che si sviluppa sul lato destro (sud-ovest) di via Appia Nuova, fra il vallo della ferrovia (ponte Lungo), villa Lazzaroni e via Latina.
Fu uno dei primi quartieri operai della città, sorto tra i primi del Novecento e gli anni quaranta.[16]
Il toponimo deriva da un secolare leccio,[17] detto l'"Alberone" per il suo aspetto davvero monumentale e la sua altezza di più di venti metri; cresceva lungo via Appia Nuova, nei pressi dell'incrocio con via Gino Capponi. L'Alberone identificava la zona anche molto prima della costruzione degli edifici circostanti[16] e da esso prese nome l'abitato circostante e la piazza situata nelle sue adiacenze.[18] La popolare linea del "tranvetto azzurro" lambiva le chiome dell'albero;[16] esso collegava la stazione Termini a Cinecittà e compare in numerosi film.[19]
Il leccio secolare, aggredito da parassiti e perciò sostenuto da un muretto di mattoni, morì nell'inverno 1980-81 e il suo abbattimento avvenne alla presenza degli abitanti del quartiere, che, considerando l'albero un segno di identità della loro zona, vollero presenziare al triste momento.[16][20]
La sostituzione, ritenuta doverosa anche per il valore simbolico che l'albero aveva sempre avuto, si rivelò assai difficile. Nel 1986 sul luogo fu piantato un leccio centenario[21] ma anche questo esemplare ha avuto una triste sorte: dopo ventotto anni fu danneggiato da un forte temporale il 7 novembre 2014, e fu abbattuto. Il 21 novembre successivo, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, fu piantato un terzo leccio, alto dieci metri, con un'età di un secolo e mezzo. Forse per scarsa manutenzione, anche questo esemplare si seccò nel giro di pochi mesi, nell'ottobre del 2015, non avendo attecchito al terreno.[22] Essendo ancora in garanzia, il vivaio provvide alla sostituzione, ma la piantumazione danneggiò il nuovo esemplare così gravemente che il Comune si rivolse a un altro vivaio che, all'inizio di novembre del 2015, curò infine l'impianto del quarto leccio della storia: un esemplare di venti anni, alto sei metri.[23]La perseveranza nelle ripetute sostituzioni a partire dal 1986 testimonia di per sé come l'alberone eponimo, sin dai primi insediamenti attorno a esso, sia stato sempre sentito dagli abitanti come un simbolo comunitario che identifica l'area e in tal senso la differenzia dal resto del quartiere Appio-Latino.[senza fonte]
Borghetto Latino
La via Latina, a fianco della Valle della Caffarella, ospitava fino a pochi decenni fa la baraccopoli chiamata "Borghetto Latino". Gli abitanti, desiderosi di condizioni abitative più dignitose, nel 1969 occuparono alcuni edifici nella zona dell'Esquilino, di proprietà di una grande società immobiliare. Furono poi protagonisti di un atto che richiamò l'attenzione persino del New York Times: diedero fuoco alle loro vecchie dimore, atto che venne considerato simbolico: la gente di borgata voleva chiudere con il passato e lottare per un migliore futuro.[24]
Odonimia
L'odonomastica è a tema storico. Con la piazza dedicata ai Re di Roma, si trovano nomi di città e regioni dell'impero romano e della Grecia e di storici italiani.
Polisportiva De Rossi (colori sociali Rosso Blu) che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[25]
Almas Roma (colori sociali Bianco Verde) che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[26]
Impianti sportivi
Nel quartiere è presente la sede e il campo della storica società di calcio Romulea, fondata nel 1921.
Motto
Il motto del quartiere è la citazione latina Nec recisus recedit ("nemmeno ferito retrocede"). Questa frase venne adottata, nella forma Nec recisa recedit, dal poeta Gabriele D'Annunzio e dedicata alla Guardia di Finanza per il valore dimostrato durante l'Impresa di Fiume.
Note
^Separato dalle Mura Aureliane, da Porta Metronia a Porta San Giovanni (via Ipponio, via Farsalo, via Sannio, piazzale Appio).
^Separato da via Appia Nuova, nel tratto da piazzale Appio a via dell'Almone.
^Separato da via dell'Almone, da via Appia Nuova a via Appia Pignatelli, e da via Cecilia Metella, da via Appia Pignatelli a via Appia Antica.
^Separato da via Appia Antica, nel tratto da via Cecilia Metella alle Mura Aureliane (Porta San Sebastiano).
^Separato dalle Mura Aureliane, da Porta San Sebastiano a Porta Metronia (via delle Mura Latine, viale Metronio).
^ATER, L'archivio storico iconografico IACP, pp. 52-53.
^ATER, L'archivio storico iconografico IACP, pp. 56-59.
^Eretta il 2 giugno 1971 con il decreto del cardinale vicario Angelo Dell'Acqua "Quotidianis curis", la parrocchia non ha mai avuto una chiesa propria giacché il terreno individuato allora per la costruzione si scoprì essere zona archeologica e quindi piena di vincoli all'edificazione. Tutte le attività pastorali infatti vengono svolte in un prefabbricato, mentre le celebrazioni sacramentali vengono fatte nella vicina chiesa dell'Istituto delle Suore della Misericordia (dal sito della parrocchia.). Nel 2010 sono iniziati i lavori per la costruzione della chiesa parrocchiale (cfr. RomaSette (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).), che si sono conclusi nel 2013; la chiesa è stata inaugurata con la cerimonia della dedicazione, presieduta dal cardinaleAgostino Vallini, il 16 novembre 2013 (cfr. RomaSette (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).).