Suo padre Vittorio, selciatore di strade, era stato garibaldino ed era noto per il suo spirito anticlericale; sua madre, Carolina Feltri, contadina analfabeta di origine veneta,[1] era invece una fervente cattolica e aveva lavorato per parecchi anni come domestica in casa di Urbano Rattazzi.[2]
Don Luigi Orione il 14 settembre 1885 entrò a far parte dei francescani di Voghera, ma nel giugno del 1886 ne venne dimesso a causa di una grave malattia per la quale rischiò la morte. Il 4 ottobre 1886 diventò allievo nell'oratorioValdocco di Torino, dove rimase tre anni. Venne notato da Giovanni Bosco, che lo annoverò tra i suoi prediletti. Il 16 ottobre 1889 entrò nel seminario di Tortona, dove gli venne anche affidato il compito di custode in Duomo, ottenendo così un sostentamento per gli studi, giacché la famiglia non era in grado di mantenerlo. Il 2 marzo 1892 iniziò l'apostolato per la gioventù. Il 3 luglio 1892 inaugurò l'Oratorio san Luigi. A 21 anni, il 15 ottobre 1893 aprì nel rione san Bernardino di Tortona un collegio per fanciulli desiderosi di studiare ed impossibilitati a farlo per motivi di disponibilità economica.
Nel 1909 portò al morente Alessandro Fortis, già Presidente del Consiglio e noto massone, la richiesta assistenza spirituale; in seguito racconterà di aver dovuto fare ciò travestendosi da infermiere, per non essere fermato dai compagni di partito di Fortis.[4]
Per la beatificazione, la Chiesa cattolica ha ritenuto miracolosa la guarigione del giovane Giorgio Vincenzo Passamonti, che il 7 aprile 1944, giorno di venerdì santo, era ricoverato all'ospedale di Lodi in coma a causa di una meningite tubercolare terminale che gli causava febbre a 42 °C, rigidità corporea e battito cardiaco accelerato. Secondo i medici Giorgio sarebbe morto nell'arco di poche ore, quindi il vescovoPietro Calchi Novati gli somministrò l'estrema unzione, mentre la madre gli posizionò un'immagine di don Orione accanto alla testa e pregò il sacerdote di Pontecurone affinché lo tenesse in vita almeno fino all'arrivo del padre, che sarebbe sopraggiunto la sera seguente. Poche ore dopo, improvvisamente, il malato si svegliò, disse di sentirsi guarito ed iniziò a mangiare e leggere normalmente, tra lo stupore generale; le visite mediche confermarono la totale scomparsa della malattia e la normale funzionalità dei polmoni. Una volta ristabilitosi completamente, Passamonti condusse una vita normale, nella quale conseguì una laurea in ingegneria, lavorò regolarmente, si sposò ed ebbe cinque figli.
Il 29 aprile 1980 papa Giovanni Paolo II riconobbe la guarigione come miracolosa, dopo che i medici ne avevano constatato l'inspiegabilità scientifica (in particolare il dottor Pedrinoni, primario del reparto in cui era ricoverato Passamonti, il quale dichiarò: "Sono pronto a testimoniare, con giuramento, che per me quel ragazzo era morto ed è risuscitato[9]") e dopo che i teologi avevano confermato l'intercessione di don Orione, che fu proclamato beato il 26 ottobre 1980[10].
Il miracolo per la canonizzazione
Per la canonizzazione, la Chiesa cattolica richiede il riconoscimento di un secondo miracolo, oltre a quello necessario per la beatificazione; nel caso del beato Luigi Orione è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Pietro Penacca, detto Pierino, un uomo di 78 anni di Momperone, in provincia di Alessandria. Nel 1990 Penacca venne ricoverato all'Ospedale San Raffaele di Milano, dove gli fu diagnosticato un carcinoma maligno ai polmoni. I medici sentenziarono che, a causa dell'età avanzata, non erano consigliabili né un intervento chirurgico né la chemioterapia. I familiari, ai primi di gennaio del 1991, si rivolsero all'intercessione di don Orione: il malato, nel giro di una settimana, tornò in perfetta salute, senza conseguenze a lungo termine di nessun tipo. Dopo la guarigione Penacca continuò la propria vita lavorando come agricoltore e falegname fino al 2001, anno in cui morì di vecchiaia. Il caso, dopo il processo diocesano, durato dal 4 gennaio al 12 marzo 1999, fu sottoposto alla Congregazione delle cause dei santi che, il 7 luglio 2003, promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l'inspiegabilità scientifica della guarigione, rapida, completa e duratura; don Orione venne quindi proclamato santo da papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.[11]
Scritti
Don Orione fu autore di molti scritti, senza mai pubblicarne nessuno. Dopo la sua morte sono state pubblicate alcune raccolte di suoi appunti, lettere e scritti vari, tra cui:
Meditazioni sul vangelo. Dagli scritti e dalla parola, 2004, ISBN 88-215-5145-8
^Nel 1919 il conte Marco Soranzo donò a Don Luigi Orione la villa veneta e la sua intera proprietà terriera per raccogliere gli orfani della Prima guerra mondiale. Nel 1930 diventò un seminario.