La Taifa di Huelva o Taifa di Saltes e Huelva (in araboطائفة ولبة وشلطيش?) era un regno musulmano indipendente (emirato) costituito nel territorio sud-occidentale di al-Andalus in seguito alla disintegrazione che aveva subito dal 1009 il Califfato di Cordova. Fu creata, intorno al 1012, nei territori intorno alla città di Huelva e rimase indipendente sino al 1052, quando fu conquistata e integrata nella Taifa di Siviglia, come tutti gli altri regni sud-occidentali di taifa minori: Algarve, Mértola, Niebla e Silves, che furono tutti conquistati e incorporati nella Taifa di Siviglia, tra gli anni 1044 e 1063.
La città comprendeva l'isola fluviale di Saltes, nell'estuario dell'Odiel, considerata la capitale della taifa.
Storia
Nel periodo iniziale della fitna di al-Andalus, descritta dallo storico Rafael Altamira[1], come riporta La web de las biografias, Abd al-Aziz al-Bakri (in araboأبو عبيد عبد الله البكري?), nel 1012, si proclamò emiro assumendo il titolo di Izz al-Dawla[2].
Abd al-Aziz apparteneva alla famiglia araba dei Bakris, come riporta il Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus[3].
Abd al-Aziz governò la taifa per circa quarant'anni[2], sino a quando Abbad II al-Mu'tadid, emiro della Taifa di Siviglia, con la sua politica di annessione delle piccole taife, conquistò e annesse la Taifa di Huelva, come riporta il Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus[4]; come riporta La web de las biografias, Abd al-Aziz al-Bakri rimase a governare l'isola fluviale di Saltes[5], per circa un anno; dopo di che dovette abbandonare Saltes e di lui non si hanno più notizie[2].
Come testimonia anche il Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus Abd al-Aziz al-Bakri ebbe un figlio, Abu ʿUbayd al-Bakri, che fu un geografo e storico di al-Andalus[6].
Note
^Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in "Storia del mondo medievale", vol. II, 1999, pagg. 489 e 490