Ha concluso la sua carriera da calciatore in data 1º dicembre 2007, giocando la sua ultima partita contro il Viborg FF. Dopo aver lasciato il calcio giocato è diventato uno dei commentatori tecnici dell'emittente danese DanishDelight[1].
Controversie
Quando aveva 13 anni si ritrovò un giorno, al ritorno a casa, entrambi i genitori morti a causa di un omicidio-suicidio.[2] Inoltre nel 2003 perse un figlio di 22 giorni in seguito ad una meningite[3].
È balzato spesso alle cronache per i suoi guai giudiziari: nel 1999 ha mandato all'ospedale un ragazzo in una discoteca di Aarhus, ottenendo 20 giorni di carcere con la condizionale[4].
Nell'anno 2000, desideroso di aprire un bar nel suo paese natale, si vede negare la licenza dal sindaco per via di losche conoscenze. A questo punto Stig si è autocandidato a sindaco, ottenendo i consensi necessari a decretare la sconfitta del rivale, salvo poi ritirarsi all'ultimo in quanto non interessato all'attività di primo cittadino. Il successore gli concederà poi la licenza.
Sempre nel 2002 prende a testate il proprietario di un ristorante di Copenaghen che si lamentava dell'eccessiva baldoria sua e dei compagni di Nazionale (picchiando successivamente anche il cameriere del locale), ottenendo quattro mesi di carcere e compromettendo il suo ingaggio al Bolton[5].
Nel 2004 è stato licenziato dall'Aarhus per aver picchiato alcuni compagni di squadra durante la festa di Natale[6].
Nel 2005 pubblica un'autobiografia intitolata No regrets, come il tatuaggio che porta sul ventre.[7]
Statistiche
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Danimarca