La slavistica emerse nel tardo XVIII e nel primo XIX secolo, contemporaneamente ai revival nazionalisti di varie nazioni di origine slava, e con i tentativi ideologici di stabilire un comune sentire di una comunità slava, il cui risultato più importante fu la creazione del movimento Panslavista. Tra i primi studiosi che impiegarono il termine "Slavistica" troviamo il boemoJosef Dobrovský (1753-1859). Il primo slavista italiano fu Sebastiano Ciampi (1769-1847).
La storia degli studi slavi viene generalmente divisa in tre periodi. Fino al 1876 i primi slavisti si concentrarono sui documenti e le stampe delle opere maggiori delle lingue slave, tra le quali i primi testi scritti nelle lingue nazionali. In questo primo periodo vennero scritti i primi dizionari, grammatiche e compendi moderni per la maggioranza delle lingue slave.
Nel periodo tra le due guerre gli slavisti posero l'attenzione soprattutto alla dialettologia. La slavistica continuò a progredire nei Paesi abitati da grandi percentuali di popolazione di origine slava. Dopo la seconda guerra mondiale si formarono centri di studio molto avanzati, con speciale riguardo alle scienze umane e sociali, in varie università di molte zone del mondo. In parte a causa della particolare situazione politica dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti d'America, alimentata dalla Guerra fredda, gli studi slavi ebbero molto seguito nel periodo tra la Seconda guerra mondiale e gli anni '90.
Bibliografia
Maurizia Calusio, Krassimir Stantchev (a cura di), Slavica Ambrosiana 10: Dieci anni della classe di slavistica: vita, ricerche e sguardo sul futuro