La prima menzione documentata si ha nel XII secolo, quando un certo Alamanno era soprannominato l'"Oricellario" per aver scoperto la proprietà colorante di alcuni licheni del genere Roccella, Pertusaria, ecc.
La tradizione vuole che questo mercante, in viaggio nelle Isole Baleari, si fosse accorto per caso di come alcune piccole piante prendessero una spiccata colorazione rossa orinandoci sopra. Infatti è attraverso il processo chimico di precipitazione con ammoniaca (contenuta appunto anche nell'urina), che si estrae il colorante oricello rosso violaceo che diventò tipico dei panni di lana fiorentini (oricello potrebbe infatti derivare da "orina").
La famiglia Rucellai applicò con successo questa scoperta e grazie al commercio dei prodotti lanieri riuscì ad accumulare notevoli ricchezze che permisero alla casata di inserirsi a partire dal secolo successivo (il Trecento) fra i magnati del Comune, al quale diedero 85 priori e 14 gonfalonieri di giustizia.
Bernardo Rucellai fu l'iniziatore delle riunioni dell'Accademia platonica nei giardini di sua proprietà, gli Orti Oricellari, che proseguirono con i suoi figli Giovanni e Palla e che ebbero tra i protagonisti Niccolò Machiavelli. Due volte l'Accademia ebbe tra i suoi partecipanti dei congiurati contro i Medici, nel 1513 e nel 1521, ma in nessuna di queste occasioni fu incolpato un Rucellai, anche se nel 1523 il circolo degli Orti dovette chiudere per via della burrasca sorta dall'ultima congiura di due anni prima.
Alla fine dell'Ottocento il Palazzo Rucellai fu uno dei più importanti salotti mondani di Firenze, grazie alla nobildonna russa Lysina, che aveva sposato il ministro del granduca Giulio Rucellai. Una volta alla settimana erano celebri le riunioni nel palazzo, alle quali partecipava tutta la nobiltà cittadina e altri personaggi di spicco come Gabriele D'Annunzio, che vi veniva apposta dal suo ritiro a Settignano, o come Harold Acton, il proprietario di Villa La Pietra, autore delle Memorie di un esteta dove ricordava con humor e nostalgia queste riunioni, quando la loro stagione era ormai già scomparsa.
Da un ramo della famiglia trasferitosi a Lione per ragioni di commercio nel XV secolo ha avuto origine un ramo francese di cognome Rousselt. A Roma abitarono il palazzo poi detto Ruspoli.
Personaggi di spicco
Giunta Rucellai, priore nel 1304 e gonfaloniere nel 1308, fu il primo membro della famiglia a ricoprire una carica importante nella Repubblica fiorentina.
Berlinghieri Rucellai, conosciuto anche come Bingeri Rucellai (o anche Gerlighieri), capitano delle milizie fiorentine nel 1318, sedò la rivolta dei Tolomei a Siena. Il suo decisivo aiuto militare fu premiato con l'autorizzazione ad aggiungere allo stemma di famiglia un leone rampante, simbolo di valore militare.
Naddo Rucellai (morto 1343), combattente, fu una delle prime vittime giustiziate nel periodo della tirannide di Gualtieri VI di Brienne, Duca d'Atene.
Paolo Rucellai, figlio di Bingeri, attivo nella rivolta che cacciò il Duca d'Atene da Firenze, fu poi insignito di alcune alte cariche dello stato.
Pandolfo Rucellai, suo fratello, fu un esperto banchiere, ambasciatore e teorico di tecnica bancaria, scrisse fra l'altro il trattatoDei cambi e del Monte Comune, dedicandolo all'amico Girolamo Savonarola; dopo essere rimasto vedovo vestì l'abito domenicano.
Giovanni Rucellai (Firenze1475, Roma1525), figlio di Bernardo, poeta e letterato. La sua opera più conosciuta è il poemetto didascalico in endecasillabi sciolti Le api pubblicato postumo nel 1539. Un'altra opera importante è l'Oreste.
Luigi Rucellai (morto nel 1627), seguì Maria de' Medici in Francia, ma si scontrò con Richelieu; fu senza eredi e affiliò Orazio Ricasoli, che da allora portò il doppio cognome Ricasoli-Rucellai (esisteva già un ramo con tale doppio nome in seguito a un matrimonio del XV secolo).