Fu il Rucellai discepolo di Galileo e in certa guisa il depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro.[1] Di più: Quell'Orazio Ricasoli Rucellai in cui la scuola di Galileo ebbe uno dei maggiori lumi.[2]
Rucellai affermava di essere amico e confidente di Galileo Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si erano incontrati solo una volta quando era stato suo ospite, con altri, nella villa di Arcetri[3]. Men che meno era stato suo studente. Quanto poi alla metafisica di Galileo, i Dialoghi Filosofici parlano da soli.
Quando cominciò a comporre i Dialoghi a Firenze presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è che Rucellai, ogni volta che componeva un dialogo, amava recitarlo a casa sua davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che a casa Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze, mangiavano e bevevano gratis[4]. Quindi più dialoghi recitava, più si gozzovigliava: per questo lo incitavano a continuare.
La verità è che Orazio Rucellai, in filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli occhi alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco[5]. Altro che discepolo di Galileo anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in molti.
Non è un caso dunque se i Dialoghi furono pubblicati per la prima volta solo nel 1823 e non per meriti filosofici ma soltanto linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo ed elegante e à [sic] gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj speculativi[6].
Forse è proprio per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembro' non tramontare mai. Nel 1634 fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV Vasa e poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Nel 1657 venne nominato soprintendente della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la direzione degli studi del principe Francesco Maria, e infine, il 27 settembre 1667, fu acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con lo pseudonimo di Imperfetto. Strano perché lui, invece, era un perfetto: un perfetto bugiardo.
Opere
In ordine di prima pubblicazione:
Descrizione della presa d'Argo e de gli amori di Linceo con Hipermestra, 1658
Opuscoli inediti di celebri autori toscani, 1807
Prose e rime inedite d'Orazio Rucellai a cura di Tommaso Buonaventura, 1822
Saggio dei dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, 1823
Saggio di lettere d'Orazio Rucellai a cura di Anton Maria Salvini, 1826
Degli officii per la società umana; dialogo filosofico inedito d'Orazio Rucellai, 1848
Della provvidenza: dialoghi filosofici, 1868
Della morale; dialogo filosofico inedito d'Orazio Ricasoli-Rucellai, 1849
Prose e rime inedite d'Orazio Rucellai a cura di Tommaso Buonaventura, 1822
Note
^Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, 1846, Vol. I, pag. 128
^Cesare Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, 1858, Vol. I, pag. 60.
^Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, 1826, pag. 72