Robert Duvall è nato a San Diego, in California, il 5 gennaio 1931, figlio di William Howard Duvall (1903-1984), un ammiraglio della marina statunitense[17][18] e di Mildred Virginia Hart, un'attrice dilettante, discendente di Robert Edward Lee, il famoso generale confederato all'epoca della Guerra di secessione di cui lui ha vestito i panni nel film Gods and Generals.[18] La sua famiglia è composta dai fratelli William Jr. e John (1934-2000).[19]
Negli anni cinquanta, si è arruolato nell'Esercito degli Stati Uniti e ha servito il proprio paese dal 19 agosto 1953 al 20 agosto 1954 partecipando anche alla guerra di Corea.[16] Successivamente si è diplomato in storia e politica. Nell'inverno del 1955 ha frequentato corsi d'arte drammatica presso la Playhouse School of Theatre, di New York[20] e ha avuto come compagni di classe i futuri divi Dustin Hoffman (con cui ha condiviso un appartamento[21]), Gene Hackman e l'amico James Caan.[22]
Carriera teatrale
Duvall ha iniziato la sua carriera di attore professionista nel Gateway Playhouse, un teatro all'aperto situato a Bellport, Long Island. Il suo debutto sul palcoscenico è avvenuto nel 1952, quando ha interpretato il pilota nella piece Laughter In The Stars.[23] Dopo due anni di assenza (era impegnato con l'esercito degli Stati Uniti)[16], è tornato al Gateway nella stagione estiva del 1955, interpretando Eddie Davis in Time Out For Ginger, Hal Carter in Picnic (luglio 1955), Parris ne Il crogiuolo (agosto 1955),[24] Charles Wilder ne The Cat and the Canary[25] e John in Dark of the Moon (settembre 1955). L'anno successivo durante la sua terza stagione al Gateway, è stato impegnato nell'interpretazione di Max Halliday in Dial M For Murder (luglio 1956), Virgil Blessing in Bus Stop (agosto 1956) e Clive Mortimer in I Am A Camera (agosto 1956).
Nel 1957 è apparso in Witness for the Prosecution,[24]Thieves Carnival (luglio 1957), e il ruolo che una volta ha descritto come il "catalizzatore della sua carriera" ovvero il ruolo di Eddie Carbone in Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller (dal 30 luglio al 3 agosto 1957 e diretto da Ulu Grosbard, che era ormai un regista ricorrente al Gateway Theatre) e lo stesso Miller ha partecipato ad uno dei suoi spettacoli. Nel 1958 ha preso parte a La professione della signora Warren[26] e nel corso dell'anno successivo è apparso quasi sempre in ruoli da protagonista come Stanley Kowalski in Un tram che si chiama Desiderio (luglio-agosto 1959), Maxwell Archer in Once More With Feeling, Igor Romanoff in Romanoff e Giulietta, e Joe Mancuso in The Happiest Millionaire (tutti nel mese di agosto 1959).
I suoi altri primi ruoli off-Broadway includono Doug nella prima di Call Me by My Rightful Name il 31 gennaio 1961[27] e l'interpretazione di Bob Smith in The Days and Nights of BeeBee Fenstermaker.[28] La sua più importante interpretazione off-Broadway, per il quale ha vinto un Obie Award nel 1965, è stata la riproposizione di A View from the Bridge di Arthur Miller, diretto da Ulu Grosbard, che ha portato in scena dal 28 gennaio 1965 all'11 dicembre 1966.[29][30]
Il 2 febbraio 1966 ha fatto il suo debutto a Broadway nel ruolo di Harry Roat Jr. in Wait Until Dark all'Ethel Barrymore Theatre.[31] La sua ultima interpretazione in teatro risale al 1977 dove è apparso in American Buffalo di David Mamet.[32] Per la sua interpretazione ha ricevuto una candidatura al Drama Desk Award come miglior attore protagonista.[33]
Con gli anni settanta arriva il successo internazionale grazie a film come Il padrino (1972) e Il padrino - Parte II (1974) di Francis Ford Coppola, basati sull'omonimo best seller di Mario Puzo, dove interpreta il ruolo di Tom Hagen, figlio adottivo e consigliere mafioso di Don Vito Corleone (Marlon Brando). Benché interpreti la parte del figlio adottivo di Don Vito, tra lui e Marlon Brando in realtà vi erano solo sette anni di differenza.
L'anno seguente prende parte in Killer Elite (1975) al fianco di James Caan, Quinto potere (1976) di Sidney Lumet, Il grande Santini (terza candidatura all'Oscar) e soprattutto in Apocalypse Now (1979), dove grazie all'interpretazione del tenente colonnello William Kilgore ottiene un Golden Globe e la quarta candidatura al premio Oscar. La frase pronunciata da Duvall ("Mi piace l'odore del napalm al mattino") si è classificata al 12º posto tra le cento frasi più celebri del cinema secondo l'American Film Institute.[35]
Sempre nel 2010 il regista Terry Gilliam annunciò che Robert Duvall interpreterà Don Chisciotte della Mancia nel film The Man Who Killed Don Quixote, affiancato da Ewan McGregor, film che salvo problemi finanziari - che avevano portato nel 2002 ad un primo abbandono del progetto da parte dello stesso Gilliam - sarebbe dovuto uscire nelle sale nel 2011. Il 5 settembre 2010 la rivista Variety riportò le dichiarazioni del regista, il quale aveva rivelato poco tempo prima che a causa della mancanza di fondi la produzione era stata interrotta ad agosto, poche settimane prima dell'inizio di riprese, provocando quindi il rinvio a tempo indeterminato della lavorazione.[41].
Nel settembre 2007, ha annunciato il suo supporto per il candidato presidenziale repubblicano Rudy Giuliani.[46] Duvall ha tenuto un discorso al convegno nazionale del GOP 2008 ed è stato il narratore dei video del convegno. Nel settembre 2008, è apparso a sostegno di John McCain e Sarah Palin sul palco del raduno del partito repubblicano in Nuovo Messico.[47] Nel 2012 ha sostenuto il candidato repubblicano Mitt Romney nella corsa alla Casa Bianca.[48] Tuttavia, durante un'intervista del 13 marzo 2014 al Daily Beast, ha rivelato di essere diventato un indipendente, definendo il Partito Repubblicano di oggi "un pasticcio".[49]
Attivismo
Nel 2001, insieme alla moglie Luciana Pedraza ha fondato il Robert Duvall Children's Fund per assistere le famiglie nel nord dell'Argentina attraverso la ristrutturazione di case, scuole e strutture mediche[50]. I due sono stati sostenitori attivi di Pro Mujer, un'organizzazione di beneficenza senza scopo di lucro dedicata ad aiutare le donne più povere dell'America Latina[51].
Vita privata
Robert Duvall si è sposato quattro volte: con la ballerina Barbara Benjamin dal 1964 al 1975,[52] con l'attrice Gail Youngs dal 1982 al 1986,[52] poi con la ballerina Sharon Brophy dal 1991 al 1996.[52] Dal 1997 ha una relazione con l'attrice Luciana Pedraza che ha sposato nel 2005.[53][54] Nonostante i quattro matrimoni, non ha mai avuto figli e secondo quanto dichiarato nel 2007 dall'attore, la probabile causa è una sua infertilità.[55]
2009 – Candidatura al St. Louis Gateway Film Critics Association al miglior attore non protagonista per The Road
2010 – Hollywood Film Festival al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Broadcast Film Critics Association Award al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Dallas-Fort Worth Film Critics Association Award per il miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Houston Film Critics Society Award al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Phoenix Film Critics Society Award al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Satellite Award al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Candidatura al Washington D.C. Area Film Critics Association Award al miglior attore protagonista per Get Low
2010 – Premio per miglior attore protagonista al Torino Film Festival per Get Low (ex aequo con Bill Murray)
Per il suo contributo all'industria del cinema, gli è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 6801 Hollywood Boulevard.[1]
Doppiatori italiani
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Robert Duvall è stato doppiato da:
Cesare Barbetti ne Il padrino, Il padrino - Parte II, L'assoluzione, Caccia implacabile, Eroi per un amico, Hotel Colonial, Giorni di tuono, Geronimo, Cronisti d'assalto, Qualcosa di cui... sparlare, Una questione di famiglia, L'uomo che catturò Eichmann, Deep Impact, Il sesto giorno, John Q, Assassination Tango, Derby in famiglia, Thank You for Smoking, Broken Trail - Un viaggio pericoloso
Michele Kalamera in Non torno a casa stasera, Il Grinta, Organizzazione crimini - The Outfit, Colors - Colori di guerra, Gli strilloni, Sfida per la vittoria, Tutti insieme inevitabilmente
Carlo Valli ne L'apostolo, The Road, Cavalli selvaggi, Widows - Eredità criminale, Hustle
Pietro Biondi in Un giorno di ordinaria follia, A Civil Action, Jayne Mansfield's Car - L'ultimo desiderio
Gianni Marzocchi in L'uomo che fuggì dal futuro, Apocalypse Now, Il migliore
Sergio Tedesco in M*A*S*H, Killer Elite, Viaggio all'inferno
Dario Penne ne I padroni della notte, Jack Reacher - La prova decisiva, In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi
Bruno Alessandro in Crazy Heart, Hemingway & Gellhorn, The Pale Blue Eye - I delitti di West Point
Luciano Melani ne I diamanti dell'ispettore Klute, Io sono il più grande
Omero Antonutti in Ricordando Hemingway, Terra di confine - Open Range
Carlo Sabatini ne La lettera scarlatta, Conflitto d'interessi
^(EN) Robert Duvall Does The Tango, su cbsnews.com, 6 gennaio 2006. URL consultato il 16 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016).
^(EN) So get out and vote already, su theglobeandmail.com, 16 ottobre 2008. URL consultato il 16 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2008).
^abc(EN) Dance Fever, su people.com, 14 aprile 2003. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^(EN) Robert Duvall: Hollywood’s Tanguero, su argentinaindependent.com, 27 novembre 2012. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2015).
^(EN) Robert Duvall Does The Tango, su cbsnews.com, 5 dicembre 2007. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2012).