Diplomata in ragioneria[3], figlia di una delegata sindacale della CISNAL, si è dedicata giovanissima all'impegno sindacale nella CISNAL e dal 1994 nell'UGL.
Nel sindacato
Nel 1996 ha acquisito il posto di responsabile delle relazioni internazionali e comunitarie UGL e dal settembre 1998 rappresenta la sua confederazione nel gruppo II del CESE. Nello stesso anno è entrata nella Segreteria Confederale ed ha assunto la carica di segretaria generale della Federazione del Terziario.
Dal 1999 al 2005 ha ricoperto l'incarico di vice segretaria generale della Confederazione, occupandosi, fra l'altro, delle principali vertenze unitarie degli ultimi anni, dall'Alitalia alla Fiat di Melfi, dalla ThyssenKrupp di Terni al rinnovo del contratto per il pubblico impiego. Per la sua attività sindacale ha ricevuto la stima di Walter Veltroni che la voleva come candidata nel PD.[4][5]
Renata Polverini è stata eletta (con il 96,7% dei voti) Segretaria generale dell'UGL nel Congresso del 2-3-4 febbraio 2006, succedendo a Stefano Cetica, diventando la prima donna in Italia a guidare una confederazione sindacale. Dopo le sue dimissioni, le è succeduto Giovanni Centrella nel maggio 2010.
Candidatura alla Regione Lazio
Il 16 dicembre 2009 viene ufficializzata la sua candidatura a Presidente della RegioneLazio con Il Popolo della Libertà per le elezioni regionali previste nella primavera del 2010.[6]
La Polverini ha promesso, in caso di elezione, di rivoluzionare il sistema della sanità laziale, evitando di chiudere ospedali o di tagliare posti letto,[7][8] e che non vi sarà un assessorato separato per la sanità.[9]
La Polverini è appoggiata anche dall'Unione di Centro, da La Destra, e da una lista civica per Polverini. Per via dell'esclusione delle liste del Popolo delle Libertà dalle elezioni nel Lazio (relativamente alla sola Provincia di Roma), a cui seguono ricorsi all'Ufficio Elettorale, al TAR e al Consiglio di Stato che il 20 marzo ne sancisce la definitiva esclusione,[10] il PdL decide di invitare i propri elettori a far convergere i voti sulla lista civica Polverini Presidente.[11][12][13]
Presidente della Regione Lazio
Dopo uno spoglio che ha visto fino alle ultime ore un testa a testa con la candidata del centro-sinistraEmma Bonino, il 30 marzo Renata Polverini vince la corsa alla presidenza della Regione Lazio con il 51,14% dei consensi contro il 48,32% della Bonino.
Il 25 aprile, in occasione della celebrazione del 65º anniversario della Liberazione, Renata Polverini viene duramente contestata dai partecipanti alla manifestazione organizzata a Roma presso Porta San Paolo. La sua presenza sul palco dell'A.N.P.I. viene infatti letta come una palese provocazione nei confronti dei valori della Resistenza e dell'Antifascismo, in particolar modo per essersi giovata, durante la campagna elettorale, del sostegno di formazioni neofasciste (come Casa Pound e Blocco studentesco) che avevano in programma un corteo per le strade di Roma il successivo 7 maggio e che i fautori della protesta del 25 aprile volevano provare a bloccare, anche attraverso la contestazione in questione. Verso il palco vengono quindi lanciati dalla folla oggetti, slogan ed insulti (tra cui l'appellativo di "fascista!" e "tornatene a Casa Pound!"). Dopo pochi minuti Renata Polverini e il presidente della Provincia di RomaNicola Zingaretti (quest'ultimo colpito al volto da un limone) sono costretti ad abbandonare la manifestazione.
Per tali fatti vengono identificati e denunciati dalla Digos per "minaccia aggravata in concorso" tre giovani, appartenenti all'area dei centri sociali e dei collettivi universitari antagonisti, già noti alle forze dell'ordine per reati contro l'ordine pubblico e la proprietà. Siffatta contestazione riuscì comunque nel proprio intento e contribuì in ogni caso, oltre a non far parlare la Polverini dal palco, a far salire la tensione politica all'interno della città. La questura si vide quindi costretta a revocare l'autorizzazione del corteo del 7 maggio ai suddetti gruppi d'estrema destra onde evitare maggiori disordini. Dopo cinque anni e mezzo i tre militanti antifascisti denunciati, che rischiavano fino ad un anno di carcere, vennero poi assolti "per non aver commesso il fatto".[14][15][16][17]
Nel 2011 la Polverini riceve il parere positivo della Commissione europea per un'ulteriore deroga ai limiti europei per procedere ad interventi di potabilizzazione dell'acqua per riduzione dei livelli di arsenico nei comuni del Lazio.[18]
Nel 2012, in seguito a un esposto presentato dal consigliere regionale Francesco Battistoni, un'inchiesta della magistratura riguardante il consigliere regionale Franco Fiorito porta alla luce un sistema di notevoli fondi elargiti ai membri del Consiglio della Regione Lazio, usati spesso per finalità non concernenti l'attività politica del gruppo ma per scopi privati.[19] La Polverini minaccia le proprie dimissioni nel caso non fossero apportati dei tagli drastici e immediati a un tale sistema di elargizioni così copioso e poco trasparente. Alla trasmissione Piazzapulita la Governatrice dichiara: «Mi sono sentita tradita da un sistema all'interno del Consiglio che viene da molte legislature che pensava di farla franca anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Quello che accade oggi non inizia oggi. Questo sistema si è costruito negli anni. Bisognava capire prima che non era più il momento».[20] In seguito a una mozione della stessa Polverini il Consiglio regionale decide di dimezzare le proprie Commissioni, riducendo della metà i fondi elargiti ai gruppi regionali e abolendo i gruppi composti da un solo membro. La governatrice annuncia allora, in un primo momento, di rimanere al suo posto.[21]
A causa dello scalpore provocato dallo scandalo, però, i consiglieri dell'opposizione di sinistra e in parte di centro minacciano di rassegnare le loro dimissioni per andare al voto anticipato, mentre l'UDC che sostiene la maggioranza di centrodestra, dopo aver inizialmente difeso la Polverini per bocca del suo leader Pier Ferdinando Casini, si accoda nel prospettare le dimissioni dei propri consiglieri alla Regione. Il 24 settembre 2012 allora, non intendendo proseguire il lavoro della sua giunta con un consiglio dimezzato, la Polverini durante una conferenza stampa annuncia di voler rimettere il mandato di presidente della Regione Lazio, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti fino alle prossime elezioni anticipate, dichiarandosi «inorridita da quanto avvenuto».[22][23] Presenta ufficialmente le proprie dimissioni il 27 settembre.[24]
L'elezione alla Camera
Resta in carica per l'ordinaria amministrazione fino al 12 marzo 2013, fin quando non viene proclamato il nuovo presidente della Regione Nicola Zingaretti del Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 2013 viene candidata ed eletta deputato alla Camera nelle liste del PdL.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[25][26].
Nel maggio 2013 diventa vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera[27].
Nel 2017 viene dichiarata decaduta dalla carica di consigliere nazionale dell'UGL, dopo un'inchiesta su suo uso della carta di credito aziendale[28].
Sarà rieletta deputata alle elezioni politiche del 2018; diventa vice Presidente della Commissione Lavoro venendo confermata nel luglio del 2020.
Il 4 novembre 2020, insieme a quattro colleghi di partito, cioè Giusi Bartolozzi, Stefania Prestigiacomo, Elio Vito e Matteo Perego, vota a favore del disegno di legge a prima firma del deputato Alessandro Zan (PD) "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità" per contrastare l'omotransfobia, in dissenso dal suo gruppo, che vota contro[29].
Nel febbraio 2024, annuncia la sua candidatura alle elezioni europee per Forza Italia, venendo inclusa nella circoscrizione centrale.[33] Tuttavia con oltre 10.000 preferenze raccolte si piazza quinta non risultando eletta.[34]
Inchieste
Campagne di comunicazione
La Corte dei conti ha aperto un'istruttoria sui presunti sperperi di denaro pubblico da parte della Regione Lazio: i magistrati contabili stanno analizzando casi di finanziamenti (per un totale di svariati milioni di euro) effettuati dalla Polverini e dai suoi uomini per le cosiddette "spese di comunicazione" della Regione. In particolare si sta studiando la documentazione di una gara di 184.300 euro per una campagna promozionale sugli sconti sui biglietti di autobus e tram per gli under 30. Tale gara è stata vinta da Francesco Miscioscia, pubblicitario ed ex candidato nella lista Polverini nelle elezioni regionali del 2010[35].
Inchieste giornalistiche
Polemica sul caso delle presunte iscrizioni "gonfiate"
Secondo due inchieste distinte dei quotidiani Libero ed Europa e pubblicate nel gennaio 2010, entrambe partite dalla trasmissione televisivaReport di Rai 3, il sindacato da lei guidato avrebbe gonfiato il numero di iscritti in modo tale da avere un maggiore peso negoziale al tavolo con gli altri sindacati e negli organismi ed enti previdenziali[36].
Incalzata da molti giornalisti sulla vicenda, Renata Polverini in un primo tempo ha evitato di rispondere alle accuse[37][38]. In seguito, il 14 gennaio 2010 ha rilasciato un'intervista[39] al quotidiano Il Riformista, nella quale dichiarava che la sua UGL non si sarebbe, secondo lei, comportata in modo diverso dagli altri sindacati.
Secondo un'inchiesta de l'Espresso, Renata Polverini abitava in una casa dell'Ater (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica) sull'Aventino con affitto a prezzi popolari[42]. La Polverini si difende in una nota ufficiale dicendo che nella casa abita, dalla nascita, suo marito e prima di lui la casa era stata affittata a suo nonno, dai primi del '900. Tuttavia, le opposizioni fanno notare che le case Ater non si possono ereditare e che, se le condizioni economiche di una famiglia cambiano, la casa deve essere liberata per fare spazio a chi ne ha più bisogno[43].