A metà degli anni novanta inizia l'impegno nel mondo della sanità: dal 1996 al 2004 è presidente e commissario dell'IPAB "Santa Maria in Aquiro", mentre dal 2001 al 2003 è presidente dell'IPAB "Asilo della Patria".[4]
In parallelo all'attività di avvocato, ha proseguito il suo impegno nel volontariato attraverso l'ONG di diritto etiope dell'Hansenian's Ethiopian Welfare Organization di cui, per un breve periodo, è stato anche direttore generale a titolo gratuito, e con la Croce Rossa Italiana, aderendo alla componente dei donatori sangue. Dalla seconda metà del 2007 è stato chiamato a ricoprire l'incarico di capo del dipartimento delle operazioni di emergenza della Croce Rossa. Nel 2009, durante l'assemblea generale in Kenya, è stato eletto come membro del consiglio d'amministrazione della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa[6] e nel 2017 ne diviene presidente con la maggioranza dei voti, eletto ad Antalya, in Turchia, divenendo il primo italiano a ricoprire la carica internazionale.[7][8] Si dimette dalla guida della Federazione nel giugno del 2023, a seguito della sua elezione come presidente della Regione Lazio.[9]
Nel gennaio 2013 assume la carica di presidente nazionale della Croce Rossa Italiana. L'incarico di presidente gli viene rinnovato una prima volta nel maggio 2016, una seconda a maggio 2020.[5]
Alla tornata elettorale, caratterizzata dall'affluenza più bassa di sempre, Rocca viene eletto Presidente della Regione con il 53,89% dei voti.[11][12]
Il 2 marzo 2023 la Corte d'appello di Roma proclama ufficialmente Rocca come Presidente della Regione Lazio ed egli il successivo 12 marzo nomina gli assessori della sua giunta regionale, mantenendo la Sanità sotto la sua responsabilità.[13]
A 19 anni, Rocca fu condannato per spaccio di eroina, implicato in un'indagine su traffico di droga gestito da un gruppo di nigeriani a Casal Palocco, per conto dei quali aveva ceduto un etto e mezzo di stupefacente a un acquirente. Arrestato nel 1984, viene condannato l'anno successivo a 36 mesi di reclusione, trascorrendo dodici mesi agli arresti domiciliari e iniziando un percorso di recupero.[4]