Il Partito Democratico Sloveno raccoglie l'eredità dell'Unione Democratica Slovena e dell'Alleanza Socialdemocratica di Slovenia, fondati rispettivamente nel gennaio e nel febbraio 1989. I due partiti erano membri della coalizione DEMOS che governò la Slovenia dal 1990 al 1992; entrambi sostenevano l'indipendenza della Slovenia e la sua integrazione nel blocco euro-atlantico, l'instaurazione di un'economia di mercato, il rispetto dei diritti umani e l'opposizione al comunismo.
Alle elezioni del 1992 l'Alleanza Socialdemocratica Slovena (che nel frattempo aveva cambiato nome in Partito Socialdemocratico Sloveno) ottenne appena il 3,3%, riuscendo a malapena a entrare in parlamento. Successivamente alle elezioni entrò a fare parte del secondo governo Drnovšek con la nomina di Janez Janša a Ministro della Difesa. Nel maggio del 1993 Janša fu eletto presidente del partito al posto di Pučnik. Nel 1994 il partito lasciò la maggioranza di governo dopo l'estromissione di Janša dal ruolo di ministro. Da allora è stato il principale partito d'opposizione ai governi della Democrazia Liberale di Slovenia.
Nel 1995 il Partito Socialdemocratico si fuse con il Partito Democratico Nazionale, diventando così uno dei successori legali dell'Unione Democratica Slovena.
Sotto la guida di Janša il partito si spostò progressivamente a destra, fino a diventare il principale partito conservatore di Slovenia. Nel 2000 divenne membro del Partito Popolare Europeo e nel 2003 cambiò il proprio nome in Partito Democratico Sloveno.
Alle elezioni politiche del 2008 SDS ha incrementato i propri consensi dello 0,2%, ma lo scarso risultato degli alleati di governo ne ha sancito il passaggio all'opposizione.
Il Partito Democratico Sloveno ha anche un'organizzazione giovanile chiamata Gioventù Democratica Slovena che è la più numerosa organizzazione politica giovanile del Paese.