Le particolari condizioni climatiche e ambientali della zona, come l'assenza di inondazioni e il clima secco e ventoso, hanno favorito la conservazione dei papiri.
I manoscritti, che datano dal I al VI secolod.C., comprendono migliaia di documenti in greco e latino, lettere e opere letterarie, alcuni sono su vellum, altri più recenti in arabo su carta (ad esempio il medievale P. Oxy. VI 1006). La maggior parte dei manoscritti rinvenuti a Ossirinco è costituita da documenti pubblici e privati, come codici, editti, registri, inventari, atti di compravendita e lettere.
I papiri di Ossirinco sono custoditi in varie istituzioni di tutto il mondo: un numero consistente è conservato nell'Ashmolean Museum presso l'Università di Oxford.
Sono disponibili on-line delle tabelle in cui sono elencati ciascun papiro o frammento, con una succinta indicazione del tipo di contenuto.[1][2]
Furono ritrovati anche i diagrammi più antichi e completi dagli Elementi di Euclide. Secondo Thomas Little Heath, i frammenti di Euclide scoperti portano a una nuova valutazione dell'accuratezza delle fonti antiche riguardo agli Elementi, rivelando che la versione di Teone di Alessandria è più autorevole di quanto si ritenesse in precedenza.
Un'altra scoperta importante è stata l'opera storica nota come le Elleniche di Ossirinco, il cui autore è sconosciuto ma potrebbe essere Eforo o Cratippo. Fu portata alla luce anche una vita di Euripide di Satiro di Callati, mentre una epitome di sette dei 107 libri perduti di Livio è stato il ritrovamento letterario più importante in latino.
L'autore classico che più ha beneficiato dei ritrovamenti di Ossirinco è il drammaturgo atenieseMenandro (342–291 a.C.), le cui commedie erano molto popolari in epoca ellenistica. Tra le sue commedie parzialmente recuperate a Ossirinco vi sono: Il misantropo, La donna di Samo, L'arbitrato, Misoumenos, Dis Exapaton, Karchedonios e Kolax.
Ci sono molte parti di altri libri canonici e tra queste sono stati trovati molti inni, preghiere e anche lettere dei primi cristiani.
Di seguito sono elencati tutti i manoscritti classificati come "teologici" tra i Papiri di Ossirinco e anche alcuni manoscritti che appartengono a più generi diversi, o generi che non sono trattati in maniera specifica nei volumi The Oxyrhynchus Papyri.
Per esempio la citazione del Salmo 90 (P. Oxy. XVI 1928) associato con un amuleto, è classificato secondo il suo genere primario come testo di magia tra i The Oxyrhynchus Papyri; tuttavia, qui è incluso tra le testimonianze del testo dell'Antico Testamento.
In ogni volume che contiene manoscritti teologici, questi sono elencati per primi, secondo una tradizione inglese di precedenza accademica.
L'originale Bibbia ebraica (Tanakh) fu tradotta in greco tra il III e il I secolo a.C..
Questa traduzione è chiamata Septuaginta (o LXX) perché, secondo una tradizione, fu compilata ad Alessandria da settanta scribi ebrei.
È citata nel Nuovo Testamento e unita con il Nuovo Testamento, si trova nei codici onciali greci del IV e V secoloSinaiticus, Alexandrinus e Vaticanus.
La Septuaginta include libri, chiamati Apocrifi o Deuterocanonici dai cristiani, che in seguito non furono accettati nel Canone ebraico delle sacre scritture.
Porzioni di libri dell'Antico Testamento di indiscussa autorità presenti tra i papiri di Ossirinco sono elencati in questa sezione.
Il primo numero (Vol) è il volume degli Oxyrhynchus Papyri nel quale è pubblicato il manoscritto.
Il secondo numero (Oxy) è la sequenza generale di pubblicazione negli Oxyrhynchus Papyri.[6]
Data stimata approssimativamente con incrementi di 50 anni.
Contenuto è il versetto più vicino, ove noto.
P. Oxy. VIII 1073 è una versione in latino arcaico della Genesi, gli altri manoscritti sono probabilmente copie della Septuaginta.
Si tratta di vari testi (per esempio il Libro di Tobia) o differenti versioni di scritti preesistenti (per esempio il Libro di Daniele) che si trovavano nel canone delle scritture ebraiche (in particolare, nella traduzione dei Settanta del Tanakhebraico).
Anche se tali scritture non sono più considerate canoniche tra gli ebrei sin dall'inizio del II secolo d.C., hanno mantenuto tale status per gran parte della Chiese cristiane:
erano e sono accettati come parte del Vecchio Testamento canonico dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.
I cristiani Protestanti, tuttavia, seguono l'esempio degli ebrei e non accettano questi scritti come parte del canone dell'Antico Testamento.
I papiri di Ossirinco comprendono il sottogruppo più numeroso delle copie più antiche del Nuovo Testamento sopravvissute.
Si tratta di porzioni di codici (libri) scritti su papiro in lettere onciali (maiuscole) greche.
I primi furono disseppelliti da Bernard Pyne Grenfell e Arthur Hunt ad Ossirinco, al volgere del XX secolo.
Dei 127 papiri del Nuovo Testamento riconosciuti, 52 (il 41%) provengono da Ossirinco.
I primi papiri sono datati alla metà del II secolo, cioè sono copie fatte circa un secolo dopo la redazione dell'originale del Nuovo Testamento.[10]
Grenfell e Hunt hanno scoperto il primo papiro del Nuovo Testamento (P1), già il secondo giorno di scavo, nell'inverno 1896–7;
questo, insieme alle altre prime scoperte, fu pubblicato nel 1898 nel primo volume dell'opera, ora arrivata a 70 volumi, The Oxyrhynchus Papyri.[11]
La terza colonna (CRG) è il numero della sequenza di Caspar René Gregory, che ormai è lo standard, sufficiente ad individuare i manoscritti del Nuovo Testamento; un numero preceduto da una "p" indica un manoscritto su papiro, un numero che inizia con zero indica un vellum.
Contenuto è il capitolo più vicino, a volte sono indicati anche i versetti.
I tre manoscritti di Tommaso sono i soli conosciuti in greco di quest'opera; l'unico altro manoscritto superstite di Tommaso è una versione in copto, quasi completa, ritrovata a Nag Hammadi.[12]
P. Oxy. 4706, un manoscritto del Pastore di Erma è notevole perché due sezioni che gli studiosi ritenevano circolassero spesso indipendentemente,
Visioni e Comandamenti, sono state trovate sullo stesso rotolo.[13]
^La citazione abbreviata standard dei papiri di Ossirinco è: P. Oxy. <volume in numeri romani> <numero sequenziale di pubblicazione>; il contesto renderà sempre chiaro se si fa riferimento al volume 70 dei papiri di Ossirinco piuttosto che alla Septuaginta.
^ Eberhard Nestle, Erwin Nestle, Barbara Aland e Kurt Aland (a cura di), Novum Testamentum Graece, 27ª ed., Stoccarda, Deutsche Bibelgesellschaft, 2001.
(EN) Image Database (base dati di informazioni su ogni frammento), su Oxyrhynchus Online. URL consultato il 27 dicembre 2014.
(EN) Search by table of contents (versione online delle tabelle dei contenuti dei volumi The Oxyrhynchus Papiri), su The Oxyrhynchus Papyri. URL consultato il 27 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2009).
(EN) Trismegistos (Un portale interdisciplinare delle risorse papirologiche ed epigrafiche relative all'Egitto e alla valle del Nilo ...), su trismegistos.org. URL consultato il 10 gennaio 2015.
(EN) Papyri.info. URL consultato il 10 gennaio 2015.
(EN) Wieland Willker, Complete List of Greek NT Papyri, su www-user.uni-bremen.de, 17 aprile 2008. URL consultato il 10 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2014).