La consonante nasale velare sonora presenta le seguenti caratteristiche:
il suo modo di articolazione è nasale, perché questo fono è dovuto all'occlusione del canale orale (la bocca) e al conseguente deflusso dell'aria dal naso;
σφουγγάτο (traslitterato sfoungáto) "frittata di verdure" /sfuŋˈɡɐto/
Inglese
In inglese tale fono è reso con la grafia ⟨n⟩; in posizione finale di parola assume valore di fonema, in quanto si oppone a /n/ con valore distintivo, come nella coppia minimasun "sole" ~ sung "cantato":
In italiano la nasale velare è un allofono del fonema/n/, e ricorre davanti a un'altra consonante velare, cioè i foni [k] e [ɡ]. Nell'Italia settentrionale (Liguria, Piemonte, Veneto) la lettera n può essere pronunciata in questo modo anche alla fine della parola oppure seguita da qualsiasi consonante (tanto/ˈtaŋto/). Se una parola terminante in n è seguita da una in [k] e [ɡ], la n finale sfuma in /ŋ/.
L'alfabeto laotiano presenta molte analogie con quello thai, e anch'esso associa la consonante nasale velare al serpente: ⟨⟩, pronunciato allo stesso modo dell'analoga parola thai.
In veneto tale fono è reso con la grafia ⟨n⟩ in finale di parola o prima di una consonante. In Veneto e in Ligure tale fono è presente non solo prima delle occlusive velari (C e G) ma seguito anche da qualsiasi altra consonante o alla fine della parola, anche prima delle occlusive bilabiali (P e B), dove le altre lingue impiegano la nasale bilabiale (M). In veneto il suono /ɱ/ non esiste ma è sostituito da /ŋ/. Esempi:
Le aree ombreggiate denotano articolazioni polmonari ritenute impossibili. Dove i simboli appaiono a coppie, quello di destra rappresenta una consonante sonora. Vedi Aiuto:Unicode se hai problemi di visualizzazione dei simboli.
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