In particolare, così come si è consolidata nell'età moderna ad opera della speculazione filosofica di Kant, la gnoseologia si occupa dell'analisi dei fondamenti, dei limiti e della validità della conoscenza umana, intesa essenzialmente come relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto.[6]
Occorre precisare che nell'ambito della cultura anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata anche e soprattutto epistemology, laddove in Italia con il termine "epistemologia" si designa essenzialmente quella branca della gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica o, in un senso ancora più specifico, la filosofia della scienza.[7]
Storia
Sebbene le tematiche gnoseologiche abbiano assunto importanza soprattutto a partire dal XVII secolo, in concomitanza con la nascita della scienza moderna, la questione della conoscenza si è posta fin dalle origini della filosofia.
Filosofia antica
Il pensiero classico ha distinto forme diverse di conoscenza, ovvero l'opinione e la scienza, discutendone il valore di verità.
Per i filosofi greci l'opinione (δόξα), poiché si fonda sull'esperienza sensibile, è ingannevole e instabile, e quindi si contrappone al vero sapere scientifico. Al contrario la scienza (ἐπιστήμη), essendo fondata sulla ragione, è il modello della conoscenza certa e incorruttibile.[8]
Parmenide per primo svalutò la conoscenza sensoriale, affermando l'importanza di un sapere dedotto esclusivamente dalla ragione. Un tale sapere però risultava non oggettivabile, essendo senza predicato: per Parmenide infatti, dell'Essere si può dire soltanto che esso è, e nient'altro. La gnoseologia parmenidea risulta pertanto totalmente sottomessa all'ontologia, cioè alla dimensione statica dell'essere.[9]
Se con la sofistica ritornò una forma di conoscenza basata esclusivamente sulla doxa, in quanto incentrata sull'eristica indipendentemente da ogni valore di verità,[10] fu quindi Socrate a sollevare per primo, in maniera radicale, il problema gnoseologico, mettendo in discussione le basi e le fondamenta del sapere: cosa sappiamo noi? Chi può dirsi veramente sapiente? Con Socrate ha inizio un'attività maggiormente dinamica del pensiero; egli affermò che la vera conoscenza non ci viene dall'esterno, ma nasce all'interno dell'anima; ragion per cui non è insegnabile. Il maestro può solo aiutare l'allievo a partorirla da sé (arte della maieutica).[11]
Platone seguì le orme di Parmenide e di Socrate, tuttavia rivalutando in parte l'esperienza sensibile. I sensi infatti, secondo Platone, servono a risvegliare in noi il ricordo delle idee, ossia di quelle forme universali con cui è stato plasmato il mondo e che ci permettono di conoscerlo. Conoscere significa dunque ricordare: la conoscenza è un processo di reminiscenza di un sapere che giace già all'interno della nostra anima, ed è perciò "innato". Per Platone, tuttavia, le idee si trovano al di là del processo logico-dialettico, e quindi (come già in Parmenide e Socrate) esse sono difficilmente oggettivabili, essendo accessibili solo per via di intuizione.[12]
Aristotele formalizzò in maniera più precisa e sistematica il processo conoscitivo, da allora rimasto invariato fino all'Ottocento. Rispetto a Platone, Aristotele rivalutò ulteriormente l'esperienza sensibile, e tuttavia, al pari del suo predecessore, manteneva fermo il presupposto secondo cui l'intelletto umano non si limita a recepire passivamente le impressioni sensoriali, ma svolge un ruolo attivo che gli consente di andare oltre le particolarità transitorie degli oggetti e di coglierne l'essenza in atto. Egli distinse così vari gradi del conoscere: al livello più basso c'è la sensazione, che ha per oggetto entità particolari, mentre a quello più alto c'è l'intuizione intellettuale, capace di "astrarre" l'universale dalle realtà empiriche. Conoscere significa quindi astrarre (dal latinoab + trahere, "trarre da").
Aristotele fu anche il padre della logica formale, che egli teorizzò nella forma deduttiva del sillogismo. La razionalità sillogistica procede logicamente dall'universale al particolare, ma non può in alcun modo garantire la verità dei princìpi primi, dato che proprio da questi deve partire la deduzione. Ecco allora che il compito di stabilire la validità e l'universalità delle premesse, da cui il sillogismo trarrà soltanto delle conclusioni necessariamente coerenti, spetta all'intelletto intuitivo, il quale si avvale in proposito dell'induzione (epagoghé). L'induzione, tuttavia, a differenza del significato che ha assunto presso l'epistemologia contemporanea (che le attribuisce un carattere di consequenzialità logica), non ha per Aristotele la capacità di approdare alle essenze, ma è soltanto un grado preparatorio di avviamento verso l'intuizione intellettuale. Il passaggio dal particolare all'universale non costituisce per lui alcuna forma di "logica induttiva". La logica aristotelica è solo deduttiva:
«[...] principio di tutto è l'essenza: dall'essenza, infatti, partono i sillogismi.»
«Colui che definisce, allora, come potrà dunque provare [...] l'essenza? [...] non si può dire che il definire qualcosa consista nello sviluppare un'induzione attraverso i singoli casi manifesti, stabilendo cioè che l'oggetto nella sua totalità deve comportarsi in un certo modo [...] Chi sviluppa un'induzione, infatti, non prova cos'è un oggetto, ma mostra che esso è, oppure che non è. In realtà, non si proverà certo l'essenza con la sensazione, né la si mostrerà con un dito [...] oltre a ciò, pare che l'essenza di un oggetto non possa venir conosciuta né mediante un'espressione definitoria, né mediante dimostrazione.»
E pur rinnegando l'innatismo di Platone, egli afferma che
«la sensazione in atto ha per oggetto cose particolari, mentre la scienza ha per oggetto gli universali e questi sono, in certo senso, nell'anima stessa.»
Da questi passi emerge come i princìpi primi su cui Aristotele intende fondare la conoscenza non sono ricavabili dall'esperienza, né da un ragionamento dimostrativo. Come già in Platone, soltanto l'intuizione intellettuale può accedervi: questa rimane per lui il vertice più alto della conoscenza, essendo non solo in grado di dare un fondamento universale e oggettivo ai sillogismi, ma comportando anche un'esperienza contemplativa, tipica di un sapere fine a sé stesso, che per Aristotele costituiva la quintessenza della saggezza.[13]
Riassumendo dunque il quadro della filosofia antica, si può dire che laddove Platone considerava la gnoseologia un ambito limitato, perché basato su un sapere interiorizzato non trasmissibile a parole (si notino gli echi della maieuticasocratica), Aristotele individuava questo limite nel fatto che la conoscenza non può prescindere dall'esperienza. In entrambi comunque la gnoseologia resta sottomessa (ora in un modo, ora in un altro) alla sfera ontologica e intuitiva.
Filosofia medievale
Durante il Medioevo la gnoseologia platonica rimase sostanzialmente invariata; fu però accentuata la dimensione mistica e contemplativa del sapere soprattutto presso i neoplatonici. L'epistème per costoro si colloca non solo al di sopra della dimensione razionale, ma persino al di sopra di quella intuitiva: in Plotino e Agostino infatti, solo con l'estasi ci si può identificare con l'Uno che è a fondamento della realtà. Ritorna quindi la condizione di ineffabilità e impredicabilità dell'Essere che si era avuta con Parmenide.
L'unica concessione che i neoplatonici fecero alla gnoseologia fu quella della teologia negativa, cioè di un sapere che possa avvicinarsi progressivamente a Dio conoscendo di Lui non cosa Egli è, ma piuttosto cosa ‘non’ è.[14]
Anche i capisaldi della gnoseologia aristotelica rimasero pressoché invariati per tutto il Medioevo, ribaditi e valorizzati in particolare da Tommaso d'Aquino.
Tommaso anzi li approfondì, e affermò che la conoscenza deve basarsi sulla corrispondenza tra intelletto e realtà. Ciò significa che la verità viene raggiunta quando le strutture intellettive del soggetto si adeguano a quelle dell'oggetto. Si trattava della posizione nota come realismo moderato, che nell'ambito della disputa sugli universali si contrapponeva al nominalismo, il quale negava consistenza ontologica ai principi conoscitivi dell'intelletto.
Filosofia moderna
Platonismo e aristotelismo, che avevano delineato i fondamenti, e al tempo stesso i limiti, della gnoseologia (il primo individuandoli nel sapere innato e introspettivo, il secondo nel sapere empirico), costituirono due filoni di pensiero che, seppur originariamente non dissimili, nell'età moderna presero a diversificarsi sempre più.
Da un lato vi fu Cartesio che, rifacendosi all'innatismo platonico, cercò di trasformarlo in un sistema gnoseologico autonomo, che mettesse in grado la ragione di dedurre da sé il veroa priori. Si può dire che la gnoseologia, mentre per Platone era un "mezzo" per elevarsi alla dimensione ontologica, con Cartesio diventa il "fine" stesso della filosofia, a cui l'Essere risulta ora sottomesso.[15] Per Cartesio ha valore soltanto ciò che è oggettivabile e razionalizzabile in forma chiara ed evidente, a partire dall'analisi introspettiva della ragione. Egli diede vita così alla corrente del razionalismo, all'interno della quale, tuttavia, in seguito Spinoza ricollocherà l'immediatezza dell'intuizione al di sopra della discorsività razionale, restituendo alla Sostanza il «principio della sua intelligibilità».
D'altro lato, in Inghilterra iniziò a prodursi una corrente filosofica secondo cui invece la conoscenza deriva unicamente dall'esperienza sensibile. I principali esponenti di questa corrente, che ebbe come precursori Francesco Bacone e Thomas Hobbes, furono John Locke, George Berkeley e David Hume. I princìpi a cui essi intendevano ricondurre ogni forma di conoscenza umana erano essenzialmente due:[16]
La verificabilità, secondo cui ha senso conoscere soltanto ciò che è verificabile sperimentalmente. Ciò che non è verificabile non esiste o non ha valore oggettivo.
Il meccanicismo, in base al quale ogni fenomeno (compresa la conoscenza umana) avviene secondo leggi meccaniche di causa-effetto.
Quest'ultimo punto fu fatto proprio soprattutto da Hobbes, e si connette alla convinzione degli empiristi per cui la mente umana è una tabula rasa al momento della nascita, cioè priva di idee innate. Dopo la nascita, le impressioni dei sensi prenderebbero ad agire meccanicamente sulla nostra mente, plasmandola e facendo sorgere in essa dei concetti.
L'empirismo così espresso venne criticato dapprima da Leibniz, il quale riaffermò l'innatismo delle idee, ma contestò anche Cartesio, secondo cui esistono solo quelle idee di cui si ha una conoscenza chiara e oggettiva, deducibili a priori dalla ragione: per Leibniz, invece, esistono anche pensieri di cui non si ha coscienza, e che agiscono a un livello inconscio.
In seguito anche Kant criticò l'empirismo, e affermò che la conoscenza è un processo essenzialmente critico, in cui la mente umana svolge un ruolo fortemente attivo. Operando una sorta di rivoluzione copernicana del pensiero, Kant mise in rilievo come le leggi scientifiche con cui conosciamo il mondo siano modellate dalla nostra mente anziché essere ricavate induttivamente dall'esperienza.[17] La conoscenza per Kant da un lato è a priori, perché nasce dall'attività delle nostre categorie mentali; dall'altro però queste categorie si attivano solo quando ricevono dati empirici da trattare, ottenuti passivamente dai sensi. In tal modo egli ritenne di poter conciliare empirismo e razionalismo.
Va sottolineato che per Kant la conoscenza non è una semplice raccolta di nozioni, ma è la capacità di connettere in maniera critica e consapevole le informazioni che provengono dal mondo esterno: "conoscere" significa quindi collegare.[18]
Filosofia contemporanea
Dopo Kant, con la nascita dell'idealismo tedesco la gnoseologia sembrò prendere il sopravvento sull'ontologia, anche se in Fichte e Schelling queste due discipline si mantengono pur sempre su un livello paritario, poiché l'Idea da cui essi fanno scaturire il reale è coglibile ancora soltanto con un atto intuitivo (assimilabile all'Unoneoplatonico).
Sarà con Hegel che l'ontologia risulterà definitivamente assorbita dalla Gnoseologia. Hegel infatti costruì un sistema Logico che aveva la pretesa di essere anche ontologico. Le categorie conoscitive, che in Kant erano puramente "formali", diventano insieme "forma e contenuto": sono cioè categorie logiche-ontologiche.
Hegel si trova quindi agli antipodi di Parmenide e Plotino: la conoscenza per lui non avviene a livello immediato e intuitivo, ma è il frutto di una mediazione razionale, è il risultato cioè di un processo con cui la ragione arriva a dedurre da sé tutta la realtà. Fu l'apoteosi della gnoseologia.
Solo nel Novecento Heidegger cercò di ridare la supremazia all'ontologia, affermando che l'Essere non può mai essere ridotto ad oggetto, perché esso sempre ci trascende. Presumere di poterlo dedurre razionalmente, dandogli un predicato, è stato l'errore fondamentale della metafisica occidentale.[19]
Ma la gnoseologia era giunta ormai ad un punto di svolta, presumendo finalmente di trovare nel sapere scientifico quella garanzia di certezza e oggettività che era stata a lungo inseguita dalla filosofia; e d'altro lato separava nettamente questo sapere dai contenuti della metafisica, a cui Kant per primo aveva negato quelle caratteristiche che ai suoi occhi apparivano come la chiave di successo della fisica e della scienza moderne.[20] Per un verso il dibattito si è trasferito così in ambito strettamente epistemologico, dando luogo al positivismo ottocentesco e quindi ai vari indirizzi della filosofia analitica, sostanzialmente eredi della tradizione empirista anglosassone; per altro verso permane l'ambito della cultura umanistica, artistica e letteraria, separato da quello scientifico da una profonda linea di demarcazione, radicato nell'Europa continentale,[21] portatore delle istanze idealistiche, romantiche, e infine esistenzialiste.[22]
Principali branche della gnoseologia
Alla luce dei diversi approcci che storicamente hanno affrontato il problema della conoscenza, la gnoseologia è suddivisibile principalmente nelle seguenti branche, spesso reciprocamente incompatibili tra di loro:
Realismo, per il quale la realtà esiste indipendentemente dal soggetto conoscente: nella disputa sugli universali, ad esso veniva ricondotta la dottrina di Aristotele, ma sotto certi aspetti anche la teoria platonica delle idee;[23]
Empirismo, secondo cui la conoscenza deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza;[24]
Razionalismo, per il quale viceversa la ragione è la fonte di ogni nostra conoscenza sul mondo;
Criticismo, a metà tra i due indirizzi precedenti, per cui la ragione svolge un ruolo fortemente attivo nel processo di conoscenza, ma non può prescindere dall'esperienza sensibile;[25]
Idealismo, solitamente contrapposto al realismo, che nega autonomia ontologica alla realtà fenomenica, ritenendola il riflesso di un'attività interna al soggetto;
Scetticismo, per il quale è impossibile raggiungere una qualsivoglia verità;
Dogmatismo, contrapposto allo scetticismo, convinto che esista una corrispondenza tra le strutture intellettive del soggetto e quelle metafisiche della realtà;[26]
Fenomenologia, che pone l'accento sulle modalità con cui il soggetto si rapporta intenzionalmente ad un oggetto, indipendentemente dall'esistenza reale di quest'ultimo;[27]
Costruttivismo, che considera il mondo come il risultato dell'attività costruttrice delle nostre strutture conoscitive;
Psicologismo, per il quale non solo ogni forma di conoscenza, ma anche le leggi logiche e matematiche sarebbero riconducibili ad istanze soggettive di natura esclusivamente psicologica.
^L'origine del termine si deve a Alexander Gottlieb Baumgarten, seguace di Leibniz, con cui indicava la «teoria della conoscenza», dividendo la gnoseologia in "logica" ed "estetica" (Carlo Sini, Filosofia, p. 189, Jaca Book, Milano 1992).
^Andrea Gentile, Ai confini della ragione. La nozione di «limite» nella filosofia trascendentale di Kant, Edizioni Studium, Roma 2003 ISBN 88-382-3929-0.
^Cfr. Enciclopedia Treccani alla voce "gnoseologia".
^Questo sapere saldo e incorruttibile era indicato dagli antichi pensatori greci anche con termini equivalenti come sophìa, lògos, alètheia, e appunto epistème (cfr. E. Severino, La filosofia dai Greci al nostro tempo, vol. I, pag. 22, BUR, Milano 2004 ISBN 88-17-00168-6).
^Nel dialogo platonico intitolato Teeteto troviamo ad esempio la dottrina gnoseologica del sofista Protagora, veicolata attraverso le parole di Socrate e dello stesso Teeteto. Protagora, apprendiamo, postula che la conoscenza equivalga alla sensazione. Conoscere una cosa significa averne la sensazione, percepirla; per lui infatti è possibile conoscere solo quanto è oggetto di esperienza, ciò che viene comunicato dai sensi e attraverso i sensi. Conoscere e percepire risultano essere termini pressoché equivalenti. L'esperienza, però, è fortemente soggettiva, legata cioè alla sensibilità di ciascun soggetto; gli uomini, afferma il filosofo, hanno tutti un diverso modo di vedere e percepire le cose, pertanto una cosa non potrà mai essere una sola, ma per ognuno sarà diversa. Lo stesso vento sarà per alcuni caldo, per altri freddo; lo stesso cibo risulterà per alcuni dolce, per altri amaro. La conoscenza non si basa dunque su criteri oggettivi, ma soggettivi; non ci sono cioè elementi che possano distinguere la verità (ciò che è) dalla falsità (ciò che non è); tutto è affidato alla soggettività dell'uomo, alle percezioni sensoriali, le quali non possono mai essere "vere" o "false", ma sempre allo stesso modo legittime. Non v'è più una conoscenza stabile e universale della realtà, bensì tanti frammenti particolari. La frase di Protagora, "l'uomo è misura di tutte le cose" è interpretata nel dialogo platonico attribuendo al termine uomo l'accezione di uomo singolo, originando così un radicale relativismo gnoseologico.
^Il professor Reale così commenta l'importanza attribuita all'intuizione da Aristotele negli Analitici Secondi: «Una pagina, come si vede, che dà ragione all'istanza di fondo del platonismo: la conoscenza discorsiva suppone a monte una conoscenza non discorsiva, la possibilità del sapere mediato suppone di necessità un sapere immediato» (G. Reale, Introduzione ad Aristotele, Laterza, 1977, pag. 159).
^Per Plotino si può dire di Dio soltanto «quello che Egli non è, ma non diciamo quello che è. Diciamo di Lui partendo dalle cose che sono dopo di lui» (Enneadi, V, 3).
^«[...] la teoria ontologica cartesiana è tutta assorbita dall'esigenza critica del cogito al quale si riduce ogni dato; l'essere è condizionato dal conoscere» (Antonino Stagnitta, Laicità nel Medioevo italiano: Tommaso d'Aquino e il pensiero moderno, p. 78, Armando editore, Roma 1999 ISBN 88-7144-801-4).
^Abbagnano, Storia della filosofia, vol. 2, UTET, 2005.
^Per illustrare come il metodo della conoscenza usato dall'uomo sia di carattere critico-deduttivo, Kant così argomentava: «Allorché Galilei fece rotolare lungo un piano inclinato le sue sfere, il cui peso era stato da lui stesso prestabilito, e Torricelli fece sopportare all'aria un peso, da lui precedentemente calcolato pari a quello di una colonna d'acqua nota [...] una gran luce risplendette per tutti gli indagatori della natura. Si resero allora conto che la ragione scorge soltanto ciò che essa stessa produce secondo il proprio disegno, e compresero che essa deve procedere innanzi coi princìpi dei suoi giudizi secondo leggi stabili, costringendo la natura a rispondere alle proprie domande, senza lasciarsi guidare da essa, per così dire, colle dande. In caso diverso le nostre osservazioni casuali, fatte senza un piano preciso, non trovano connessione in alcuna delle leggi necessarie di cui invece la ragione va alla ricerca ed ha impellente bisogno» (Critica della ragion pura, B XII-XIII, trad. it., Torino, UTET, 1967, pag. 42).
^«[Per conoscere la realtà delle cose] occorre non già la coscienza immediata dell'oggetto stesso, la cui esistenza si vuole conoscere, ma la coscienza del collegamento tra l'oggetto e una qualche percezione reale, in base alle analogie dell'esperienza, che espongono ogni connessione reale in un'esperienza in generale» (Kant, Critica della ragione pura, Berlino, 1904: 289 sgg., trad. it. di Giorgio Colli, Torino 1957). «Se noi indaghiamo quale nuova natura sia data alle nostre rappresentazioni dal riferimento ad un oggetto, e quale sia la dignità che esse ricevono con ciò, troviamo allora che questo riferimento consiste soltanto nel rendere necessaria la congiunzione delle rappresentazioni in un determinato modo» (Kant, 1904: 269, ibidem).
^Heidegger fu per questo fautore di un ritorno a Parmenide (cfr. Battista Mondin, Ontologia, metafisica, ESD, 1999, pag. 69).
Nello stesso periodo in Italia, nell'ambito del movimento neotomista, Giuseppe Zamboni con i suoi studi di Gnoseologia pura cercava una via razionale che confermasse l'oggettività della conoscenza e dell'esistenza di Dio a partire dalla riflessione mediata dalla propria coscienza, cfr. Josef de Vries, Il significato della gnoseologia di Giuseppe Zamboni, in Rivista di Filosofia Neo-Scolastica, vol. 68, n. 2, 1976, pp. 257–268. URL consultato il 21 agosto 2020. Cfr. anche
Gaetano Peretti, Mons. Zamboni a cent'anni dalla nascita, in Verona Fedele, 12 ottobre 1975.
^Annamaria Cascetta e Laura Peja, La prova del Nove: scritture per la scena e temi epocali nel secondo Novecento, Milano, Vita e Pensiero, 2005, p. 573-4, ISBN 88-343-1194-9, dove tuttavia viene messo in evidenza come l'odierna frattura tra sapere scientifico e umanistico venga vissuto da più parti sempre più come anacronistico.
^In ambito esistenzialista, oltre al già ricordato Heidegger, anche Jaspers ha sottolineato l'esigenza di recuperare quella coscienza del reciproco rapportarsi soggetto/oggetto da cui si è posta fuori la scienza, che presume di poter prescindere dalla soggettività (cfr. Umberto Galimberti, Il tramonto dell'Occidente, Milano, Feltrinelli, 2005, p. 51, ISBN 88-07-81849-3).
^G. Reale e D. Antiseri, Storia della filosofia: Empirismo e Razionalismo, vol. 5, Bompiani, 2008.
^Carlo Sini, Filosofia, op. cit., p. 216, alla voce "Criticismo".
^Venne attribuito da Fichte alla filosofia di Spinoza: «Nella misura in cui il dogmatismo può essere coerente, il suo più coerente prodotto è lo spinozismo» (Fichte, Scritti sulla dottrina della scienza, pag. 291, Novara, UTET, 2013 ISBN 978-88-418-9397-5).
Lilla Cabot PerrySelf portrait, The Green Hat, 1913LahirLydia Cabot(1848-01-13)13 Januari 1848Boston, MassachusettsMeninggal28 Februari 1933(1933-02-28) (umur 85)Hancock, New HampshireKebangsaanAmerikaPendidikan Cowles Art School Académie Colarossi Académie Julian Dikenal atasLukisanGerakan politikImpresionismeSuami/istriThomas Sergeant Perry (m. 1874) Lilla Cabot Perry (13 Januari 1848 – 28 Januari 1933) adalah seorang seniman Amerika yang bekerja dengan gaya Impresio...
2003 video game 2003 video gameDevil May Cry 2North American PlayStation 2 box artDeveloper(s)Capcom Production Studio 1Publisher(s)CapcomDirector(s)Hideaki Itsuno[a]Producer(s)Tsuyoshi TanakaKatsuhiro SudoWriter(s)Katsuya AkitomoMasashi TakimotoShusaku MatsukawaComposer(s)Masato KohdaTetsuya ShibataSatoshi IseSeriesDevil May CryPlatform(s)PlayStation 2PlayStation 3Xbox 360PlayStation 4WindowsXbox OneNintendo SwitchRelease January 28, 2003 PlayStation 2NA: January 28, 2003[1]J...
Ritual in Hinduism Putrakameshti performed by King Dhasharatha-Rishyashringa performed the holy sacrifice and the final day of the event, a dark skinned deity appeared from sacrificial altar and handed over a vessel of payasam to Dasharatha. Putrakameshti (Sanskrit: पुत्रकामेष्टि, romanized: Putrakāmeṣṭi, lit. 'oblation in desire of children') is a special yajna performed in Hinduism for the sake of bearing children.[1] It is classifie...
Square in central Copenhagen, Denmark AmagertorvAmagertorvPart ofStrøgetLocationIndre By, Copenhagen, DenmarkPostal code1160Coordinates55°40′42.96″N 12°34′38.64″E / 55.6786000°N 12.5774000°E / 55.6786000; 12.5774000 Amagertorv (English: Amager Square) is a public square in the district of Indre By in central Copenhagen, Denmark. Today it forms part of the Strøget pedestrian zone, and is often described as the most central square in Copenhagen.[1] ...
Rutger HauerHauer pada bulan Maret 2018LahirRutger Oelsen Hauer(1944-01-23)23 Januari 1944Breukelen, BelandaMeninggal19 Juli 2019(2019-07-19) (umur 75)Beetsterzwaag, BelandaPekerjaan Aktor penulis aktivis lingkungan hidup Tahun aktif1969–2019Suami/istriHeidi Merz (cerai) Ineke ten Cate (m. 1985)Anak1Situs webrutgerhauer.org Rutger Oelsen Hauer (Belanda: [ˈrɵtxər ˈulsə(n) ˈɦʌuər]; 23 Januari 1944 – 19 Juli 2019) adala...
1983 song by Paul McCartney Pipes of PeaceSingle by Paul McCartneyfrom the album Pipes of Peace B-sideSo BadReleased5 December 1983Recorded10 September 1982[1]StudioAIR, LondonGenrePopLength3:56 (album version)3:24 (7 version)LabelParlophoneSongwriter(s)Paul McCartneyProducer(s)George MartinPaul McCartney singles chronology Say Say Say (1983) Pipes of Peace (1983) No More Lonely Nights (1984) Music video”Pipes of Peace” on YouTube Pipes of Peace is a song written by English musici...
PL-12 Sebuah model dari versi ekspor rudal PL-12, SD-10A, (pojok kiri bawah) dengan JF-17 Angkatan Udara Pakistan pada pameran Farnborough Airshow 2010. Jenis Medium-range, active radar homing air-to-air missile Negara asal People's Republic of China Sejarah pemakaian Digunakan oleh People's Liberation Army Air Force People's Liberation Army Naval Air Force Pakistan Air Force Spesifikasi Berat 180 kilogram (400 pon)[1] Daya jelajah 70–100 kilometer (43–62 ...
آل مهديمعلومات عامةالبلد السعوديةالمنطقة الباحةتعديل - تعديل مصدري - تعديل ويكي بياناتيفتقر محتوى هذه المقالة إلى الاستشهاد بمصادر. فضلاً، ساهم في تطوير هذه المقالة من خلال إضافة مصادر موثوق بها. أي معلومات غير موثقة يمكن التشكيك بها وإزالتها. (يوليو 2021) هذه المقالة تحت...
American politician (born 1938) Dave ObeyChair of the House Appropriations CommitteeIn officeJanuary 3, 2007 – January 3, 2011Preceded byJerry LewisSucceeded byHal RogersIn officeMarch 29, 1994 – January 3, 1995Preceded byWilliam NatcherSucceeded byBob LivingstonRanking Member of the House Appropriations CommitteeIn officeJanuary 3, 1995 – January 3, 2007Preceded byJoseph M. McDadeSucceeded byJerry LewisMember of the U.S. House of Representativesfr...
This article does not cite any sources. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Ocurí, Potosí – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (August 2016) (Learn how and when to remove this message) Place in Potosí Department, BoliviaOcuríOcuríLocation in BoliviaCoordinates: 18°50′33″S 65°47′47″W / 18.84250°S 65.79639°W...
Indian actor Gajanan JagirdarBorn(1907-04-02)2 April 1907Amravati, Central Provinces and Berar, British IndiaDied13 August 1988(1988-08-13) (aged 81)Bombay, Maharashtra, IndiaOccupation(s)Actor, screenwriter, director Gajanan Jagirdar (2 April 1907 – 13 August 1988) was a veteran Indian film director, screenwriter and actor. He worked in Hindi Cinema, also called Bollywood, as well as Marathi cinema. The period of 1942 to 1947, saw his rise as a film director with Prabhat Films.[1&...
ADO Den Haag 2007/2008 Plaats Den Haag Stadion ADO Den Haag Stadion Capaciteit 15.000 Voorzitter Henk Jagersma Algemeen directeur Piet van der Pol Trainer Wiljan Vloet Assistent Henk Fraser Marco Gentile Topscorer(s) Hans van de Haar (9 goals) (Hoofd)sponsor Stad Holland Zorgverzekeraar Competitie Jupiler League Tenue Geldig voor 2007/08 Portaal Voetbal ADO Den Haag speelde in het seizoen 2007/08 in de Jupiler League. Na de degradatie een seizoen hiervoor eindigde ADO in de Eers...
Runaway slave redirects here. For the 2012 film, see Runaway Slave (film). Eastman Johnson's A Ride for Liberty – The Fugitive Slaves, 1863, Brooklyn Museum In the United States, fugitive slaves or runaway slaves were terms used in the 18th and 19th centuries to describe people who fled slavery. The term also refers to the federal Fugitive Slave Acts of 1793 and 1850. Such people are also called freedom seekers to avoid implying that the enslaved person had committed a crime and that the s...
Film or video production principally using only one camera This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Single-camera setup – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (June 2016) (Learn how and when to remove this message) Diagram showing a single-camera setup The single-camera setup, or single-camera ...
Untuk kegunaan lain, lihat [[:Antiokhia(disambigunasi)]]. Peta lokasi Antiokhia. Antiokhia (bahasa Yunani: Αντιόχεια η επί Δάφνη, Αντιόχεια η επί Ορόντου or Αντιόχεια η Μεγάλη; bahasa Latin: Antiochia ad Orontem; juga Antiochia dei Siri, Antiokhia Suriah; bahasa Turki: Antakya; bahasa Suryani: ܐܢܛܝܘܟܝܐ Anṭiokia; Ibrani: אנטיוכיה, antiyokhya; bahasa Georgia: ანტიოქია; bahasa Armenia: Անտ�...
Wife of Austrian psychoanalyst Sigmund Freud Martha BernaysMartha Bernays (1882)Born(1861-07-26)26 July 1861Free and Hanseatic City of HamburgDied2 November 1951(1951-11-02) (aged 90)London, EnglandSpouseSigmund Freud (m.1886–1939; his death)Children6, including Ernst and AnnaRelativesIsaac Bernays (grandfather)Michael Bernays (uncle)Edward Bernays (nephew) Martha Bernays (/bɜːrˈneɪz/ bur-NAYZ, German: [bɛʁˈnaɪs]; 26 July 1861 – 2 November 1951) was the wife of Austri...
Questa voce sull'argomento calciatori giapponesi è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Misao Tamai玉井 操Nazionalità Giappone Calcio RuoloAttaccante CarrieraSquadre di club1 Waseda WMW Nazionale 1927 Giappone2 (1) 1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. Modifica dati su W...
اضغط هنا للاطلاع على كيفية قراءة التصنيف تونة بيضاء حالة الحفظ أنواع غير مهددة أو خطر انقراض ضعيف جدا المرتبة التصنيفية نوع التصنيف العلمي فوق النطاق حيويات مملكة عليا أبواكيات مملكة بعديات حقيقية عويلم كلوانيات مملكة فرعية ثانويات الفم شع�...
Class of murder Honour Killing redirects here. For the film, see Honour Killing (film). See also: Dueling Part of a series onHomicide Murder Note: Varies by jurisdiction Assassination Attempted murder Child murder Consensual homicide Contract killing Crime of passion Depraved-heart murder Felony murder rule Foeticide Honor killing Human cannibalism Child cannibalism Human sacrifice Child sacrifice Internet homicide Lonely hearts killer Lust murder Lynching Mass murder Mass shooting Mass stabb...