Le prime notizie su Garlenda cominciarono a diffondersi e ad essere documentate intorno all'Alto Medioevo[6], quando divenne parte integrante della Marca di Albenga[6]. Nel 1091 il marchesato, e quindi Garlenda, passò sotto la giurisdizione della famiglia Clavesana[6], discendenti da Bonifacio del Vasto[6]. I Clavesana, però, non riuscirono a dominare appieno il marchesato, tanto che nel 1127[6] la città albenganese e la sua marca si costituì come territorio autonomo. L'ottima posizione nel mercato e commercio marittimo, e la costituzione in sede vescovile, contribuì certamente all'indipendenza politica.
Il 13 aprile 1153[6] il vescovo di Albenga Odoardo, in accordo con il vescovo di GenovaSiro[6], conferì ad Anselmo dei Quaranta (o Quadraginta[6]) - capostipite della famiglia Della Lengueglia e, sembrerebbe, parente degli stessi marchesi Clavesana - l'incarico di riscuotere le decime in diversi borghi - appartenenti a altri signori - a cavallo tra i territori dell'Albenganese e dell'Imperiese: Garlenda, Bossoleto, Tenaigo, Orsorio, Marta, Casanova, Bosco, Maremo, Paravenna, Ligo, Andora, Lingueglietta, Sanremo, Bussana, Taggia, Montalto, Carpasio, Cipressa, Pompeiana e Terzorio. La figura di Anselmo venne accolta positivamente dagli abitanti del territorio, tanto da diventarne in breve tempo signore feudale di parte di questo lembo di ponente ligure[6]; nel 1182 il Comune di Genova lo investì ufficialmente quale nuovo signore del feudo di Lingueglietta - Castellaro e Garlenda, avendo ottenuto nel 1162 una pretesa investitura dall'imperatore Federico I il Barbarossa e successivamente da Federico II nel 1226; i diplomi di investitura sono considerati dagli storici falsi, non essendoci documenti ufficiali. In compenso si stipularono ottimi rapporti diplomatici con la Repubblica di Genova e il suo comune, ottenendo in cambio della nobile fedeltà maggiori territori nella val Lerrone e del borgo di Andora.
Ancora nel 1233, tuttavia, i conti dei Ventimiglia, del ramo di Maro, mantenevano giurisdizione nell'alta val Merula e media val Lerrone, probabilmente anche come signori feudali dei da Lengueglia:
Il conte Filippo del Maro si affrettò [16 settembre 1233 ndr], vedendo Genova vittoriosa, a ratificare la convenzione firmata con Genova, anche a suo nome, dal fratello Raimondo e da Giacomo Casanova [ cosignore di Andora ndr] promise al comune di Genova di pagare per le collette L. 250 per i castelli di Lingueglia, di Castellaro e della valle di Andora, ratificando le convenzioni fatte anche a suo nome da Anselmo di Lingueglia. Genova sfruttò i successi conseguiti mettendo subito in funzione gli articoli dei patti fatti con i conti di Ventimiglia[7])
Nel 1280[6], alla morte di Anselmo II, i due figli ed eredi Giacomo e Bonifacio divisero il feudo del padre in due possedimenti o rami nobiliari: i Maremo e i Garlenda[6]. Bonifacio divenne così signore di Garlenda, Casanova e Lingueglietta stringendo rapporti di collaborazione e protezione più con Genova e la sua repubblica. Il 15 aprile 1385[6] entrambi i rami dei Della Lengueglia giurarono fedeltà al comune genovese, riconoscendosi vassalli e feudatari di tutti i paesi che avevano ricevuto in feudo dalla famiglia Clavesana.
Nel XVI secolo crisi finanziarie e mal gestione dei feudi fece sì che i borghi cominciarono a ribellarsi contro i propri signori feudali; nell'autunno del 1543[6] anche Garlenda si ribellò ai Della Lengueglia. Nonostante i forti contrasti nei borghi, la Repubblica di Genova nominò nel 1564[6] Antoniotto Della Lengueglia nuovo signore di Garlenda e delle terre circostanti. La nomina, però, non servì a placare i forti dissidi tanto che nel 1590[6], alla morte di Antoniotto, il feudo garlendese venne conteso da molti pretendenti nobiliari, non avendo di fatto Antoniotto eredi legittimi. Nel 1592[6] seguirono così occupazioni di nobili genovesi (i Costa), di Giacomo Della Lengueglia e dei suoi due figli con un piccolo esercito e dal governatore di Finale Ligure Bartolomeo Beccaria per sedare i contrasti ereditari.
I continui cambiamenti nobiliari non favorirono di certo il dialogo tra abitanti e nobili, in una situazione di vera crisi politica che ben presto fu portata alla conoscenza dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo a Praga[6]. Solamente alla fine del XVI secolo il feudo di Garlenda venne finalmente assegnato legittimamente a Violante Della Lengueglia in Costa[6], sorella del defunto Antoniotto Della Lengueglia. Dopo il pagamento di 10.000 fiorini d'oro[6] alla corte imperiale fu ratificato il 6 maggio 1599[6] l'atto di ufficiale appartenenza dei territori di Garlenda e di Paravenna alla famiglia albenganese dei Costa. Al 1618[6] risale la revisione degli antichi statuti - datati e concessi nel 1564 - ad opera dell'abate Alessandro Costa, in nome e per conto del fratello reggente (ma dimorante a Roma per l'incarico di banchiere papale) Ottavio.
Interessato dagli scontri tra la Repubblica di Genova e il Ducato di Savoia nel 1625[6] e ancora nel 1670[6], i territori feudali di Galenda-Paravenna passarono nel 1723[6] alla famiglia Del Carretto del ramo di Balestrino a causa della mancanza di discendenza maschile da parte dei Costa. Il nuovo marchese Ottaviano II sottoscrisse e accettò quindi le clausole imposte quasi cent'anni prima dal signore Ottavio Costa[6].
La famiglia carrettesca amministrò il feudo per oltre sessant'anni, affrontando nel tempo le invasioni straniere causate dalla guerra di successione austriaca[6] (1747) e dagli eventi napoleonici a partire dal 1797[6]. Caduta la Repubblica di Genova e dissolti i feudi imperiali, la nuova municipalità di Garlenda rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del I cantone, con capoluogo Albenga, della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del IV cantone della Centa nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Oratorio dei Disciplinanti a Garlenda. La struttura viene menzionata in una visita pastorale del 1585; conserva una tela ad olio dell'Annunciazione datato al 1713. È sede della confraternita dell'Annunciazione della Santissima Vergine Maria.
Oratorio di San Rocco, lungo la sponda destra del torrente Lerrone, presso la regione San Rocco a Garlenda. Situata nei pressi del locale campo di golf, la struttura originaria (risalente ad un periodo antecedente al XVI secolo) fu distrutta[11] durante il terremoto del 1887 e al 1890 risalirebbe[11] l'attuale ricostruzione.
Oratorio dei Santi Fabiano e Sebastiano nella frazione di Castelli.
Oratorio di Santa Caterina nella frazione di Castelli. L'edificio, edificato dai Conti Della Lengueglia, venne distrutto in una rivolta popolare nel 1543 e poi ricostruita nel corso del 1562.
Oratorio di Sant'Antonio Abate nella frazione di Paravenna. Al suo interno è conservato un dipinto ad olio raffigurante Sant'Antonio Abate tra i santi Pietro e Paolo di ignoto pittore del XVIII secolo.
Oratorio di Santo Stefano nella frazione di Paravenna, edificato nella seconda metà del XVII secolo.
Cappella di San Bernardo nella frazione di Paravenna, del XV secolo con affreschi datati al 1561.
Oratorio dei Santi Giacomo e Filippo nella località di Cà dei Corsi, eretta nel febbraio del 1610.
Oratorio di Nostra Signora dell'Assunta nella borgata di Fuenza.
Oratorio della Madonna della Neve nella borgata di Praglione, eretta nel 1616.
Architetture militari
Castello di Garlenda. Datato al XVII secolo, è detto anche della Meridiana ed era in origine una casa di guardia trasformata poi in alloggio residenziale dei signori del luogo, gli albenganesi Costa. Posto all'inizio del paese fu abitato dalla famiglia Costa-Del Carretto. Divenuto oggi proprietà del comune di Garlenda è sede di convegni, spettacoli e mostre.
Ruderi del castello dei Lengueglia. Risalente al XII secolo e distrutto a metà del XVI da una rivolta contro i Lengueglia, rimangono solo i ruderi (un torrione monco a sud est, sbocchi di gallerie, l'area perimetrale ancora rilevabile e coincidente con l'attuale sommità dell'altura, non abitata) nella frazione di Castelli. La frazione non casualmente è da sempre denominata "U Burgu" (il borgo), posta sul punto estremo del costone che divide la val Lerrone da una vallone laterale, sulla cui costa opposta a quella di Castelli sorge la frazione di Marta nel comune di Villanova d'Albenga. Sul luogo è ora presente una cappella relativamente recente dedicata a santa Caterina e molte delle case del borgo antico di Castelli sono state edificate anche con l'utilizzo di materiale originariamente appartenente al castello devastato. Esiste un provvedimento di tutela dell'area da parte della Soprintendenza, valido sino alla strada comunale sottostante.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Garlenda sono 131[13], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[14]:
"Amici nell'Arte", Associazione di Promozione Sociale. Il Circolo Artistico-Culturale, fondato 1999 da un’idea di Carmen Spigno, pittrice con terre e resine naturali, e di due amici stranieri, Rudolf van de Poll, fotografo e naturalista olandese, e Karl Schoenfeld, caricaturista tedesco, ha la finalità di promuovere e divulgare l'arte e la cultura nel territorio.
Musei
Museo multimediale della Fiat 500 "Dante Giacosa", inaugurato ed aperto al pubblico il 6 luglio 2007[15] presso la sede del Fiat 500 Club Italia. Dal 2017 il museo possiede un'opera di Filippo Biagioli.[16]
Eventi
Il primo weekend di luglio vi si tiene il Meeting Internazionale della Fiat 500, organizzato dal Fiat 500 Club Italia[17] con il patrocinio del Comune e della Pro Loco Garlenda[18].
Geografia antropica
Il territorio comunale è costituito, oltre al capoluogo, dalle due frazioni di Castelli e Paravenna per una superficie territoriale di 8,03 km²[19].
L'attività principale del comune rimane principalmente l'agricoltura ed i suoi prodotti naturali. Fiorente la coltivazione e la raccolta delle olive e della vite, da cui si ricavano due pregiati vini: il Rossese e il Pigato. Recentemente il borgo è meta di turisti italiani e stranieri, attratti dalle principali strutture turistiche-sportive di Garlenda come il golf club con campo da golf a diciotto buche, il maneggio, un resort di lusso con rinomato ristorante.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio di Garlenda è attraversato principalmente dalla strada provinciale 6 che permette il collegamento stradale con Villanova d'Albenga, ad est, e con Casanova Lerrone ad ovest.
Garlenda Golf Club, campo golf a diciotto buche realizzato tra il 1964 e il 1965[15] su progetto degli architetti inglesi John Morrison e John Harris. Circondato da uliveti e pinete, il percorso di gioco si sviluppa su 6.085 m2.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^N. Calvini, Relazioni medioevali tra Genova e la Liguria occidentale (secoli 10.-13.),Bordighera: Istituto internazionale di studi liguri, 1950, p. 70; sul rapporto vassallatico dei da Lengueglia con i conti di Ventimiglia vedi R. Pavoni, Liguria medievale, Genova: ECIG, 1992, pp. 169, 172, 243.