Il borgo, a forma quadrangolare, sorge nella valle del torrente Neva poco prima della confluenza del corso d'acqua con il torrente Pennavaira. Adiacente a quest'ultimo rio sorge la frazione di Conscente, dominata dal castello medievale, mentre la seconda frazione, Cenesi, è ubicata in una piccola valle laterale.
Storia
Tracce e testimonianze d'epoca romana nel territorio di Cisano sul Neva (fundus Caesiani) sono visibili nei resti del mozzato monumento funebre, datato al II secolo, che impropriamente è conosciuta come la torre dei Saraceni. Il successivo borgo di Chiusano, così viene storicamente denominato nei carteggi (Clusanium, in latino), venne quindi compreso nel X secolo nella marca degli Aleramici e, dal 1091, tra i possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto.
Forse possedimento dei marchesi di Clavesana a partire dal XII secolo, nel corso del 1274[6] l'antico fondo di Cisano fu acquistato dal Comune di Albenga che impostò un nuovo borgo fortificato, a pianta quadrata con mura e torri circolari ai lati[6], sul modello urbanistico-militare dei centri di Villanova d'Albenga e Pogli (Ortovero)[6], in modo da fronteggiare il sempre più crescente dominio feudale della famiglia Clavesana nella valle del Neva e nella sottostante piana ingauna[6].
Amministrativamente fu quindi legato all'albenganese quartiere del Torlaro[6] (come i centri di Leca, Massaro e Coasco[6]). Verso la fine del trecento vengono ricostruite le mura del borgo, opera eseguita dal prete Serafino Mignano[7][8]. Nei secoli successivi ebbe ampie autonomie sotto dei Rettori[6] prima e, dal XVIII secolo, sotto due Consoli e sei Agenti scelti in base al censo[6]. Facente parte dei domini della Repubblica di Genova[6], il borgo di Cisano, così come centri vicini della valle, subì l'assedio delle truppe del Ducato di Savoia nel corso del 1672[6]. In una delle tante battaglie che videro contrapposti sabaudi e genovesi e i loro due stati confinanti, alla devastazione e al danneggiamento delle mura medievali, si aggiunse di li a poco anche un fenomeno alluvionale del torrente Neva che interessò il centro storico[6].
Interessato dagli scontri tra le truppe austro-piemontesi e francesi correlati alla battaglia di Loano (1795)[6], con la successiva dominazione napoleonica il territorio di Cisano acquisì una propria autonomia amministrativa[6] rispetto alla municipalità ingauna rientrando dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure[6]. Dal 28 aprile del 1798[6] fece parte del I cantone, con capoluogo Albenga, della Giurisdizione di Centa e dal 1803[6] centro principale del IV cantone della Centa nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte[6].
Subisce gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale nel 1929[9] quando le fu unito il soppresso comune di Cenesi e le due frazioni di Conscente e Martinetto dal comune di Zuccarello.
Nello stemma, tagliato d'argento e d'azzurro, sono raffigurate quattro torri quadrate di rosso, a rappresentare le quattro torri medievali poste in funzione difensiva agli angoli dell'abitato.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena nel centro storico di Cisano sul Neva. Di origine medievale[12], l'attuale struttura risalirebbe ad un rifacimento datato al XVII secolo[12], stessa datazione del campanile in stile barocco. Di fronte alla parrocchiale vi è la torre civica, con annesso orologio e campana che scandisce le ore, a sua volta ricavata[12] da un già esistente campanile in stile romanico-gotico inglobato nelle mura medievali.
Oratorio di San Bartolomeo nel centro storico di Cisano sul Neva, antica sede della parrocchiale del borgo[12].
Chiesa di San Calogero nei pressi del locale cimitero. Secondo la tradizione popolare fu edificata dai monaci benedettini provenienti dall'isola Gallinara nell'XI secolo[12]. La costruzione, di cui ancora si conservano tracce dello stile romanico, archi e lesene originali[12], probabilmente asservì quale luogo di ricovero ospedaliero[12].
Chiesa parrocchiale di San Nicola nella frazione di Cenesi.
Chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro papa nella frazione di Conscente. Costruita pochi anni dopo il 1600[12], per la parrocchiale del borgo fu commissionata dal banchiere Ottavio Costa al pittore Guido Reni[12] una tela raffigurante la Decollazione di santa Caterina d'Alessandria, datata al 1606[12]. Tale opera fu in seguito trasferita[12] al museo diocesano di Albenga.
Oratorio di San Giovanni Battista nella frazione di Conscente. Lo stesso Ottavio Costa commissionò[12] per questo edificio il dipinto San Giovanni Battista, opera attribuita al Caravaggio[12], che in una data non precisata fu poi sostituito da una copia[12] e quindi trasferito nel museo della città ingauna[12].
Architetture militari
Nel territorio di Cisano sul Neva sono ancora presenti le vecchie mura del borgo, quest'ultimo fortificato tra il 1274 e il 1288[6] dalla vicina Albenga, e le quattro torri poste agli angoli del centro storico. La stessa torre Civica, di fronte alla parrocchiale di Santa Maria Maddalena, ne è testimonianza.
Nella frazione di Conscente sorgono due testimonianze di presidi difensivi. Il primo, d'origine medievale[13], fu edificato durante la dominazione dei marchesi di Clavesana[13] sovrastante l'odierna località di Gombo, sul luogo localmente denominato come Paràgiu[13] e dove ancora insistono le tracce di un torrione[13].
Verso l'abitato di Conscente, invece, venne edificato nella seconda metà del XVI secolo[13] dalla famiglia Costa di Albenga[13] l'attuale struttura difensiva che si erge in una posizione sovrastante il borgo. Collegato "visivamente" ai due castelli di Zuccarello e Castelvecchio di Rocca Barbena[13], il "nuovo" castello di Conscente si presenta ben conservato con un mastio a forma quadrangolare, coronato di caditoie e garitte agli angoli della struttura[12]. Nel periodo napoleonico di fine Settecento ed inizio Ottocento il castello fu adibito a macello[14]. Nel corso del XIX secolo, dopo un restauro conservativo[14], fu aggiunta alla struttura la quadrata torre sul lato nord-ovest[14].
Sulla strada per Albenga si può scorgere la cosiddetta torre dei Saraceni, monumento funerario dell'Impero Romano databile intorno al II secolo[6].
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Cisano sul Neva sono 241[16], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[17]:
Fanno parte del territorio comunale le frazioni di Cenesi, Conscente, Martinetto e Pianboschi per una superficie territoriale complessiva di 12,27 km²[18].
Si basa principalmente sull'agricoltura, fiorente la produzione di olio d'oliva, vino e la coltivazione della frutta e ortaggi. Anche il turismo vacanziero è una importante voce, grazie anche alla scoperta, da parte della comunità di rocciatori-free climber del finalese, delle vallate restrostanti Cisano e delle loro pareti di roccia, soprattutto quelle della Val Pennavaire.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Cisano sul Neva, su araldicacivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
^abcdefghijklmnopFonte dal libro di Enzo Bernardini, Borghi nel verde. Viaggio nell'entroterra della Riviera Ligure delle Palme, San Mauro (TO), Tipografia Stige, 2003.