Cisano sul Nèva (Cisan in ligure[4]) è un comune italiano di 2 112 abitanti[1] della provincia di Savona in Liguria.
Il borgo, a forma quadrangolare, sorge nella valle del torrente Neva poco prima della confluenza del corso d'acqua con il torrente Pennavaira. Adiacente a quest'ultimo rio sorge la frazione di Conscente, dominata dal castello medievale, mentre la seconda frazione, Cenesi, è ubicata in una piccola valle laterale.
Tracce e testimonianze d'epoca romana nel territorio di Cisano sul Neva (fundus Caesiani) sono visibili nei resti del mozzato monumento funebre, datato al II secolo, che impropriamente è conosciuta come la torre dei Saraceni. Il successivo borgo di Chiusano, così viene storicamente denominato nei carteggi (Clusanium, in latino), venne quindi compreso nel X secolo nella marca degli Aleramici e, dal 1091, tra i possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto.
Forse possedimento dei marchesi di Clavesana a partire dal XII secolo, nel corso del 1274[5] l'antico fondo di Cisano fu acquistato dal Comune di Albenga che impostò un nuovo borgo fortificato, a pianta quadrata con mura e torri circolari ai lati[5], sul modello urbanistico-militare dei centri di Villanova d'Albenga e Pogli (Ortovero)[5], in modo da fronteggiare il sempre più crescente dominio feudale della famiglia Clavesana nella valle del Neva e nella sottostante piana ingauna[5].
Amministrativamente fu quindi legato all'albenganese quartiere del Torlaro[5] (come i centri di Leca, Massaro e Coasco[5]). Verso la fine del trecento vengono ricostruite le mura del borgo, opera eseguita dal prete Serafino Mignano[6][7]. Nei secoli successivi ebbe ampie autonomie sotto dei Rettori[5] prima e, dal XVIII secolo, sotto due Consoli e sei Agenti scelti in base al censo[5]. Facente parte dei domini della Repubblica di Genova[5], il borgo di Cisano, così come centri vicini della valle, subì l'assedio delle truppe del Ducato di Savoia nel corso del 1672[5]. In una delle tante battaglie che videro contrapposti sabaudi e genovesi e i loro due stati confinanti, alla devastazione e al danneggiamento delle mura medievali, si aggiunse di li a poco anche un fenomeno alluvionale del torrente Neva che interessò il centro storico[5].
Interessato dagli scontri tra le truppe austro-piemontesi e francesi correlati alla battaglia di Loano (1795)[5], con la successiva dominazione napoleonica il territorio di Cisano acquisì una propria autonomia amministrativa[5] rispetto alla municipalità ingauna rientrando dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure[5]. Dal 28 aprile del 1798[5] fece parte del I cantone, con capoluogo Albenga, della Giurisdizione di Centa e dal 1803[5] centro principale del IV cantone della Centa nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte[5].
Nel 1815 fu inglobato nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861[5]; assunse l'attuale denominazione di Cisano sul Neva con Regio decreto del 1863[5]. Dal 1859 al 1926[5] il territorio fu compreso nel I mandamento di Albenga del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927[5] con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona[5].
Subisce gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale nel 1929[8] quando le fu unito il soppresso comune di Cenesi e le due frazioni di Conscente e Martinetto dal comune di Zuccarello.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Ingauna e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[9], fino al 2011 della Comunità montana Ponente Savonese.
Nello stemma, tagliato d'argento e d'azzurro, sono raffigurate quattro torri quadrate di rosso, a rappresentare le quattro torri medievali poste in funzione difensiva agli angoli dell'abitato.
«Drappo di bianco…[10]»
Nel territorio di Cisano sul Neva sono ancora presenti le vecchie mura del borgo, quest'ultimo fortificato tra il 1274 e il 1288[5] dalla vicina Albenga, e le quattro torri poste agli angoli del centro storico. La stessa torre Civica, di fronte alla parrocchiale di Santa Maria Maddalena, ne è testimonianza.
Nella frazione di Conscente sorgono due testimonianze di presidi difensivi. Il primo, d'origine medievale[12], fu edificato durante la dominazione dei marchesi di Clavesana[12] sovrastante l'odierna località di Gombo, sul luogo localmente denominato come Paràgiu[12] e dove ancora insistono le tracce di un torrione[12].
Verso l'abitato di Conscente, invece, venne edificato nella seconda metà del XVI secolo[12] dalla famiglia Costa di Albenga[12] l'attuale struttura difensiva che si erge in una posizione sovrastante il borgo. Collegato "visivamente" ai due castelli di Zuccarello e Castelvecchio di Rocca Barbena[12], il "nuovo" castello di Conscente si presenta ben conservato con un mastio a forma quadrangolare, coronato di caditoie e garitte agli angoli della struttura[11]. Nel periodo napoleonico di fine Settecento ed inizio Ottocento il castello fu adibito a macello[13]. Nel corso del XIX secolo, dopo un restauro conservativo[13], fu aggiunta alla struttura la quadrata torre sul lato nord-ovest[13].
Sulla strada per Albenga si può scorgere la cosiddetta torre dei Saraceni, monumento funerario dell'Impero Romano databile intorno al II secolo[5].
Abitanti censiti[14]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Cisano sul Neva sono 241[15], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[16]:
Fanno parte del territorio comunale le frazioni di Cenesi, Conscente, Martinetto e Pianboschi per una superficie territoriale complessiva di 12,27 km²[17].
Confina a nord con i comuni di Zuccarello e Balestrino, a sud con Albenga, ad ovest con Arnasco, ad est con Ceriale ed Albenga.
Si basa principalmente sull'agricoltura, fiorente la produzione di olio d'oliva, vino e la coltivazione della frutta e ortaggi. Anche il turismo vacanziero è una importante voce, grazie anche alla scoperta, da parte della comunità di rocciatori-free climber del finalese, delle vallate restrostanti Cisano e delle loro pareti di roccia, soprattutto quelle della Val Pennavaire.
Il territorio di Cisano sul Neva è attraversato principalmente dalla strada statale 582 del Colle di San Bernardo che permette il collegamento stradale con Zuccarello, a nord, e l'entroterra di Albenga a sud. Ulteriore arteria viaria è la provinciale 3 per la frazioni albenganesi di Salea e Campochiesa.
Cisano sul Neva è gemellata con:
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