Fino ai primi anni del terzo millennio la diocesi annoverava 128 parrocchie. Dopo la riorganizzazione del territorio diocesano, il numero delle parrocchie è stato ridotto a 45, suddivise in 10 decanati: Nizza-Varo, Nizza litorale, Nizza alta (Hauts de Nice), Pays de Grasse, bacino di Antibes (Bassin Antibois), Baous, valle del Paillon, vallate dell'Alto Nizzardo (Vallées du Haut-Pays Niçois), Mentone, Pays de Lérins.[1]
Storia
Incerte sono le origini del cristianesimo e della diocesi a Nizza. La tradizione agiografica, accreditata dagli storici locali, attribuisce la fondazione della comunità cristiana a san Basso, che sarebbe stato il primo vescovo nizzardo e che avrebbe subito il martirio all'epoca dell'imperatore Decio (metà del III secolo).[2] A lui sarebbe succeduto un altro martire, Ponzio di Cimiez, morto nel 261. Entrambi questi santi sono esclusi dalla cronotassi di Gallia christiana.
Dal punto di vista storico, una comunità cristiana di Nizza è attestata per la prima volta al primo concilio di Arles del 314, dove venne rappresentata dal diacono Innocenzo e dall'esorcista Agapista. Tuttavia non è dato sapere se questi due personaggi rappresentassero il loro vescovo, assente al concilio, oppure fossero solamente i responsabili della comunità nizzarda, che dal punto di vista ecclesiastico dipendeva ancora all'inizio del IV secolo da Marsiglia; negli atti di quel concilio infatti Innocenzo e Agapista firmano come delegati ex portu Nicaensi e non ex civitate Nicaensi. Secondo Duchesne, questa espressione è indizio che Nizza, non avendo lo status di civitas, non poteva essere sede di un episcopus.[3]
A pochi chilometri da Nizza sorgeva la città di Cimiez, l'antica Cemenelum, primitiva capitale della provincia romana delle Alpi Marittime, sede di un vescovo. Attorno al 451papa Leone Magno decretò l'unione delle sedi di Cimiez e di Nizza a vantaggio della prima sede; tuttavia nel 462papa Ilario separò nuovamente le due sedi, ma la separazione durò poco, perché, su istanza di Ingenuo di Embrun, le due diocesi furono nuovamente unite (circa 465/466), questa volta a vantaggio di Nizza.[5] Questa decisione fu motivata dalla decadenza di Cimiez,[6] per l'elevazione di Embrun al doppio rango di capitale e di sede metropolitana della provincia, e per l'accresciuta importanza di Nizza, entrata nell'orbita dell'arcidiocesi di Embrun come sua suffraganea. Tuttavia, ancora nel VI secolo, al concilio di Orléans del 549, partecipò il vescovo Magno, che si firma come episcopus Cemelensis et Nicaensis, mentre nel successivo concilio di Arles del 554, lo stesso si presenta solo come episcopus Cemelensis. È l'ultima menzione di un vescovo di Cimiez, la cui sede scomparve, annessa definitivamente da Nizza.[7] Tuttavia, fino all'XI secolo i vescovi di Nizza porteranno anche il titolo di Cimiez.[8]
Poco si conosce della diocesi nizzarda nei secoli che vanno dal VI al X inoltrato, per le incursioni dei popoli germanici e per le devastazioni successive operate dai Saraceni che ebbero nel X secolo una loro roccaforte nei pressi di Saint-Tropez, il Frassineto. Unico periodo di relativa calma per la regione fu l'epoca carolingia, durante la quale a Cimiez nell'VIII secolo fu dapprima fondato l'importante monastero benedettino di Nostra-Signora dell'Assunzione, nel periodo in cui si intrecciano legami con l'abbazia di San Dalmazzo di Pedona[9], che deteneva numerosi possessi nelle valli del nizzardo. In seguito verso il IX secolo a Nizza viene fondata la celebre abbazia dedicata a San Ponzio (abbaye de Saint-Pons) da parte del vescovo Siagrio e dai monaci dell'abbazia di Lerino.
Verso la metà dell'XI secolo fu consacrata la cattedrale medievale, in sostituzione della primitiva cattedrale del V secolo. Una seconda cattedrale fu scelta nel 1590, ma ben presto venne abbandonata e nella seconda metà del XVII secolo venne costruita l'attuale.
Si deve al vescovo Enrico Provana, sul finire del XVII secolo, la costruzione del seminario diocesano.
Il 30 aprile 1868 la diocesi di Nizza cedette il territorio del principato di Monaco a vantaggio dell'erezione dell'abbazia territoriale dei Santi Nicola e Benedetto, che fu elevata a diocesi il 15 marzo 1886 per essere ulteriormente elevata al rango di arcidiocesi nel 1981.
Nel 1947 le variazioni del confine di stato tra Italia e Francia, con la cessione a quest'ultima della valle superiore del Roja, hanno comportato il passaggio alla diocesi di Nizza delle parrocchie di Tenda, Briga Marittima, Piena e Libri, precedentemente nella diocesi di Ventimiglia, e della parrocchia di Molières, che prima apparteneva alla diocesi di Cuneo.[10]
Il 1º settembre 2001, in base a una convenzione con l'arcidiocesi di Monaco, la parrocchia di Santo Spirito di Beausoleil, comprendente i comuni di Beausoleil, Cap-d'Ail, La Turbie e Peille, limitrofi al principato di Monaco, è stata affidata alla cura pastorale dell'arcidiocesi monegasca, pur restando sotto la giurisdizione della diocesi di Nizza.
^È una questione tuttora dibattuta quella della storicità di san Basso e della sua appartenenza alla Chiesa di Nizza. La critica storica ritiene che Basso sia stato un martire di Nicaea di Bitinia, città che, a partire dal XVI secolo con Cesare Baronio, fu confusa con Nicaea ad Varum, nome latino di Nizza. Cfr. Histoire des diocèses de France, p. 12.
^Duchesne, p. 296. Histoire des diocèses de France, p. 15.
^Tutte le fonti, ad eccezione di Cappelletti, riconoscono in Amanzio il primo vescovo di Nizza.
^Il redattore degli atti del falso concilio di Narbona, che si suppone si sia celebrato nel 788, menziona ancora un Giovanni, vescovo di Cimiez. Cfr. Histoire des diocèses de France, p. 21.
^Universalis Ecclesiae (12 giugno) e Cum publicarum rerum (10 luglio). I testi sono pubblicati in: (LA) Leonis XIII pontificis maximi acta, vol. VI, 1887, pp. 97-101 e pp. 111-115.
^Dopo Valeriano, Gallia christiana mette, con il beneficio del dubbio, un san Duterio, che sarebbe stato ucciso dai Vandali nel 483 o 493. Secondo Duchesne le prove a sostegno di questa tesi sono molto deboli; l'Histoire des diocèses de France lo ignora.
^Secondo gli autori dell'Histoire des diocèses de France (p. 20), in occasione della prima unione di Cimiez con Nizza, erano vescovi delle due sedi rispettivamente Valeriano e Valerio, che successivamente furono confusi in un'unica persona.
^Questo vescovo venne consacrato da Ingenuo di Embrun prima di recarsi a Roma per perorare presso il papa i suoi diritti metropolitici.
^Questo vescovo è ignoto a Gallia christiana, che al suo posto inserisce il successivo san Siagrio, il cui nome è fornito, secondo Duchesne, «par un document des plus suspects» (p. 298). Secondo l'Histoire des diocèses de France dopo Abramo non sono più noti vescovi di Nizza fino a Bernard all'inizio dell'XI secolo.
^Menzionato negli atti del falso concilio di Narbona con il titolo di Cimelanensis episcopus.
^L'Histoire des diocèses de France ignora il vescovo Goeffroi, per cui Pons I e Pons II costituiscono un unico vescovo. Per i successivi vescovi, l'Histoire riporta una cronologia diversa da quella accettata da Gams (cfr. pp. 36 e seguenti e p. 365).