Commedia all'italiana strutturata in tre episodi sul tema dell'inibizione sessuale e della degenerazione della coppia.
A emergere nettamente rispetto agli altri due, è l'episodio diretto da Marco Ferreri che, insieme a Rafael Azcona, costruisce un fulminante e grottesco apologo sulle maniacali perversioni e le turbe compulsive inerenti alla sfera erotica grazie a un camaleontico Ugo Tognazzi.[1][2]
Trama
«La donna è uno strano animale, ha una vita completamente dominata dal sesso: in tutto vede l'intenzione nascosta, il desiderio del peccato»
Ugo Tognazzi interpreta un professore delle Magistrali feticista e morboso che, per evitare che le allieve si allontanino durante gli esami, si inventa un armadio con un gabinetto incorporato, dando così sfogo alle sue fantasie sessuali represse.
Una donna d'affari
Nino Manfredi è un musicista che si invaghisce di una donna in carriera, Giovanna (interpretata da Dolores Wettach) ma, nonostante i suoi mille tentativi, la relazione rimarrà solo platonica.
Critica
"[...] Il mestiere e il nome dei registi come la classe e la popolarità degli attori tende ad assicurare quella patina di disinvoltura che rende accettabili gli episodi [...]. La sobria e tagliente abilità del regista si rivela alla lunga inetta a mantenere la storia su un ritmo di rapidità e incisività [...]. Qualche accento umoristico e tutta una [...] filastrocca di battute [...] di sapore grassoccio [...]".[3]
"[...] Tre episodi di sesso all'italiana dall'inconfondibile sapore anni sessanta. L'episodio migliore è di gran lunga quello di Ferreri, scritto insieme a Rafael Azcona".[4]
Produzione
Il professore di Ferreri
Girato a Spoleto, l'episodio Il professore nasce come prima parte di una trilogia su temi analoghi abortita dopo i problemi riscontrati da Marco Ferreri per la distribuzione di La donna scimmia a causa della censura.[5] Il produttore Carlo Ponti mise il veto al progetto, non volendo rischiare altre disavventure con i censori. Ferreri disse di considerare il protagonista dell'episodio: "non un pervertito, ma un uomo che non è capace di reagire a certe situazioni e che se ne vergogna".[6] Un individuo chiuso dentro un microcosmo privato prigioniero della sua solitudine e dei suoi tabù, oppresso da una società provinciale e castratrice. Il professore anticipa la ricerca del regista di quella "rarefazione narrativa" (dove sembra non succedere nulla) che perfezionerà in opere successive quali Dillinger è morto e Break-up.[7]