Nacque a Firenze, in via Coluccio Salutati, nel quartiere di Gavinana, il 17 luglio 1926 da Guido e Eleonora Cecconi. Studiò presso il Liceo classico statale Galileo di via de' Martelli, nel pieno centro storico del capoluogo toscano. Durante l'adolescenza era solito ascoltare la radio svizzera che trasmetteva spesso la musica di Duke Ellington, il cui stile, il Jazz, era inviso dal regime fascista e perciò vietato.
«Negli anni '40 vivevo a Firenze. Un giorno vidi in un negozietto un disco dal titolo Hot & Bothered edito da un'etichetta di New York. In Italia, all'epoca, nessuno sapeva chi fosse Duke Ellington e ascoltare quel genere di musica era proibito, illegale, al punto che se venivi scoperto si poteva anche finire in galera! Scoppiò la guerra e io ricordo che ogni volta che suonavo Mood Indigo al pianoforte mi dicevo che era il più bel pezzo di musica mai scritto. Una melodia così dolce, così diversa da tutto quello che avevo ascoltato e suonato fino ad allora... Quando, finalmente, le truppe americane arrivarono a Firenze portarono i V-disc. È così che ho scoperto il ritmo e il suono di questa musica.[1]»
(Estratto dal diario di Piero Umiliani.)
Nel 1942 inviò al periodico Il nuovo quotidiano di Firenze una lettera, che fu successivamente pubblicata, in cui difendeva e giustificava lo stile Jazz e le cui idee gli attirarono critiche nonché elogi.[2] Un elogio gli fu rivolto dal compositore Pippo Barzizza che decise di mettersi in contatto con Umiliani per invitarlo negli studi EIAR di Roma, la futura Rai, per ascoltare l'orchestra diretta da Barzizza che avrebbe suonato proprio musica jazz. Con l'arrivo dell'esercito alleato in Italia, Umiliani fece conoscenza con i soldati americani e insieme ad altri suoi amici formò il Quintetto Stella con cui suonava, in veste di pianista, nei locali frequentati da quei soldati.[3]
Queste prime attività musicali gli fecero prendere in considerazione l'idea di frequentare il conservatorio di Firenze. Nel 1952 si diplomerà in contrappunto e fuga. Grazie alle continue esibizioni con musicisti come Francesco Ferrari e il già citato Pippo Barzizza, Umiliani divenne ben presto una figura nota nel mondo del jazz italiano. In questo periodò collaborò anche con Gianni Basso, Oscar Valdambrini e Gil Cuppini. Nei primi anni '50 incominciò anche a comporre musiche e a suonare nei locali di Milano e Firenze. Nel 1955 prese la decisione di trasferirsi a Roma dove fondò un ottetto jazz e, tra il 1955 e il 1956, incise numerosi dischi insieme al cantante Rino Loddo. In concomitanza del festival di Napoli del 1956, Umiliani decise di registrare dei classici della tradizione musicale napoletana arrangiati in stile dixieland e il cui album, Dixieland in Naples fu pubblicato dalla RCA Italiana. Il successo di questo album lo fece partecipare nel 1958 a due serate del Festival Internazionale del Jazz di Sanremo. Nello stesso anno ricevette dal regista Mario Monicelli l'incarico di comporre le musiche per il film I soliti ignoti, le quali Umiliani compose in quindici giorni. Il successo ottenuto dal film fece sì che Umiliani entrasse nel mondo delle colonne sonore cinematografiche.[4] L'anno successivo divenne inoltre responsabile musicale del programma televisivo Il Mattatore, con Vittorio Gassman.[5] La collaborazione con la Rai continuò e nei primi anni sessanta gli fu affidata la conduzione di alcune trasmissioni televisive dedicate al jazz. Iniziò in questo periodo anche la sua attività di compositore di colonne sonore per il cinema. Nel 1960 collabora con Pier Paolo Pasolini, che si occupò del testo, per scrivere la musica del Valzer della toppa brano reso celebre da Laura Betti, con la quale Umiliani incise il disco, e successivamente eseguito anche da Gabriella Ferri.
Un grande punto di svolta avvenne nel 1968, quando il regista Luigi Scattini chiese ad Umiliani di comporre la colonna sonora del film Svezia inferno e paradiso. Durante la composizione della musica per questo film, Umiliani compose anche la celebre canzone Mah-nà mah-nà, originariamente intitolata Viva la sauna svedese, con cui ottenne il successo mondiale grazie ai numerosi utilizzi da parte di programmi televisivi internazionali. Un ulteriore cambiamento avvenne il 27 dicembre 1968 quando Umiliani decise di comprare dei locali a Roma che trasformò in studio di registrazione personale che prese il nome di Sound Work-Shop Studio, prendendo ispirazione dal più famoso BBC Radiophonic Workshop. In questo studio compose e registrò quasi tutti gli album e le colonne sonore degli anni successivi, dedicandosi al contempo anche alla realizzazione di album destinati al mercato di sonorizzazioni per i programmi e i documentari della Rai.[6]
Nel febbraio 1984, dopo un'intervista radiofonica presso gli studi Rai di Via Asiago a Roma, viene colto da un ictus debilitante che lo tiene lontano dal lavoro per un lungo periodo. Nel 1991, dopo la riabilitazione, ritorna in scena e, l'anno seguente, esce l'album Umiliani Jazz Family, nato dalla collaborazione con Paolo Fresu, Giovanni Tommaso e Gianpaolo Ascolese, con la figlia Alessandra in veste di vocalist per la prima volta[7]. Sul finire degli anni novanta, la musica di Umiliani è stata rivalutata grazie all'esplosione del fenomeno lounge, ovvero brani ispirati ad atmosfere da quelle colonne sonore, esotiche, maliziose e divertenti delle quali Piero Umiliani fu uno dei massimi esponenti[senza fonte].
Una serie di raccolte e ristampe di successo (per lo più realizzate da Right Tempo e Cinevox) convinsero Umiliani a ritornare a suonare dal vivo partecipando a diversi festival e rassegne fino all'ultimo concerto, tenuto al Classico Village per il Roma Jazz Festival, il 25 ottobre del 2000.
Il 15 settembre 2021, nel ventennale della morte, è stata inaugurata una targa commemorativa nella sua residenza fiorentina, in via Vacchereccia numero 3, con la partecipazione del Comune di Firenze, alla presenza dei suoi familiari.[9]
Nel 2022, al 40° Torino Film Festival, viene presentato Il tocco di Piero – Le mille vite di Piero Umiliani film documentario diretto da Massimo Martella in cui la carriera di Umiliani viene ripercorsa grazie all'aiuto di famigliari e amici come Elisabetta e Alessandra Umiliani, Stefania Boffa in Umiliani, Dario Salvatori, Vincenzo Mollica, Pierpaolo De Sanctis, Luca Sapio, Edda Dell'Orso, Giovanni Tommaso, Gegè Munari, e Silvano Chimenti. Nel documentario la produzione jazz viene reinterpretata dall'Enrico Pieranunzi Quintet mentre le colonne sonore dai Calibro 35 accompagnati alla voce da Serena Altavilla[10].
Le colonne sonore
Umiliani è noto a livello internazionale per aver composto oltre 150 colonne sonore di film; il suo primo lavoro è del 1954, quando viene chiamato a comporre le musiche di un documentario dei fratelli Taviani.
Nel 1959, un tema sentimentale della colonna sonora del film I soliti ignoti era stato ripreso e, con il testo di Corbucci, era divenuto una canzone con il titolo Juke-box sentimentale ed era stato utilizzato come sigla della omonimatrasmissione radiofonica diretta da Lia Origoni con la collaborazione dello stesso Umiliani[11].
La sua composizione "Crepuscolo sul mare" è stata inserita nel film Ocean's Twelve del 2004.
Altre incisioni
Negli anni '60 e inizio dei '70 la sua canzone Dribbling fu la sigla iniziale della seguitissima trasmissione Rai della domenica sera La domenica sportiva. Dal 1968 al 1977 è l'autore della sigla iniziale de La Corrida, trasmissione radiofonica Rai di Corrado. Negli stessi anni compose la sigla iniziale della serie televisiva Stasera Fernandel, intitolata Una serata con te, e quella strunentale della riedizione, dal titolo Fernando Fernandel.
Nel 1972 ha inciso, con lo pseudonimo Rovi, l'album Storia e Preistoria.
Nel 1973 ha inciso, con lo pseudonimo L'ingegner Giovanni e famiglia, al moog il brano elettronico Telstar dell'inglese Joe Meek (pubblicato su 45 giri dalla RCA Victor).
Altri pseudonimi utilizzati nel corso della sua carriera sono stati Catamo, M. Zalla, Moggi, Tusco.[12]
Discografia
Album in studio
1962 - Boccaccio '70
1962 - Smog
1962 - Caratteristici
1962 - Ballabili
1963 - I piaceri proibiti
1963 - Il paradiso dell'uomo
1963 - Mondo matto al neon
1963 - 40 anni di jazz in Italia
1964 - Intrigo a Los Angeles
1964 - Il Dono del Nilo
1964 - Bianco, Rosso, Giallo
1964 - Comica Finale
1964 - Musica per due
1964 - Arie antiche
1965 - Una bella grinta
1967 - Commenti Musicali: Jazz
1967 - Jazz dall'Italia n. 1
1967 - Gli Italiani e l'Industria
1967 - Il Ponte dell'Asia
1967 - Jazz dall'Italia n. 2
1967 - La Consolazione della Pietra
1967 - La Buona Stagione
1968 - Effetti musicali
1968 - Preistoria
1968 - Playtime
1968 - I classici del mare
1968 - Charlottiana
1968 - Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani