Grande edificio a pianta ottagonale destinato al rito battesimale, sorge a fianco del campanile del Duomo sulla stessa piazza. Fu progettato da Benedetto Antelami in uno stile che segna il passaggio dal romanico al gotico. L'esterno è interamente rivestito in marmo rosa di Verona. Un'iscrizione sul portale attesta che la decorazione iniziò nel 1196, mentre la conclusione avvenne entro il 1270, quando l'edificio venne solennemente consacrato. L'interno è costituito da 16 arcate che compongono delle nicchie contenenti affreschi e dipinti risalenti al XIII e XIV secolo; la notevole cupola a ombrello del soffitto è dipinta con figure di Santi. All'interno è inoltre conservata una buona parte del corredo scultoreo dell'epoca.[2]
Abbazia di San Giovanni Evangelista e relativa chiesa
Notevole complesso monastico benedettino, sorge immediatamente alle spalle del Duomo. La sua ricostruzione nelle forme attuali iniziò nel 1490 circa, con un progetto definitivo del 1510 di Bernardino Zaccagni, per concludersi verso il 1519. All'esterno la facciata marmorea della chiesa fu realizzata da Simone Moschino in stile tardo manierista tra il 1604 e il 1607, mentre l'interno è a croce latina con tre navate decorate da affreschi cinquecenteschi di vari autori, tra i quali spiccano Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani, Girolamo Mazzola Bedoli e soprattutto il Correggio; a quest'ultimo si devono il Fregio, varie grottesche sui semipilastri, la rimarchevole lunetta del portale che porta alla sagrestia con San Giovanni e l'aquila ed in particolare la splendida Cupola affrescata nel 1520, pochi anni prima della sua Assunzione della Vergine nel vicino Duomo. Adiacente alla chiesa, il monastero ruota attorno a tre chiostri: il primo cortile presenta un colonnato in stile ionico, il secondo contiene alcune decorazioni del Correggio e nel terzo, detto chiostro di San Benedetto, sono visibili affreschi di inizio '500. Nel grande complesso monastico sono presenti anche le quattro sale dell'antica spezieria, risalente a prima del 1201 ma successivamente risistemata tra la fine del XVI secolo ed i primi anni del XVII.[3]
Monastero benedettino, è situato tra piazza Duomo e il Palazzo della Pilotta. Fu fondato nell'XI secolo come conseguenza dello spirito di riforma monastica che attraversò la città nei primi anni del nuovo millennio. Al suo interno è conservata la Camera della Badessa, stanza di pianta quadrata posta all'interno dell'appartamento privato della badessa; l'ambiente deve la sua fama al notevole affresco incentrato sul tema della dea Diana che ne decora la volta tardogotica ad ombrello e la cappa del camino, realizzato tra il 1518 ed il 1519 dal Correggio, per volere della badessa Giovanna Piacenza.[4]
Chiesa neoclassica a navata unica, sorge sul lato ovest della centralissima piazza Garibaldi. Fu realizzata nelle forme attuali nel 1761 da Ottavio e Giovanni Bettoli seguendo un progetto dell'architetto Ennemond Alexandre Petitot, che ne disegnò in particolare la caratteristica facciata che prospetta sulla piazza e il trofeo in stucco con le chiavi e la tiara pontificia, modellato da Benigno Bossi.[6]
Luogo di culto dalle forme barocche sito a fianco del palazzo del Comune sull'attuale strada della Repubblica, è una delle più antiche chiese erette nel centro della città medievale. Fu completamente ricostruita a partire dal 1651 secondo i progetti di Cristoforo Rangoni detto "Ficarelli", coadiuvato dallo scultore Luca Reti, e completata nel 1676 da Domenico Valmagini. Conserva all'interno la cappella della Beata Vergine di Costantinopoli, con lo scenografico Monumento Beccaria, capolavoro della scultura in stucco del barocco emiliano.[7]
Chiesa dalle forme barocche, sorge in strada della Repubblica. Fu interamente ricostruita nelle forme attuali su disegno di Ferdinando Galli da Bibbiena tra il 1712 e il 1766. All'interno presenta una caratteristica doppia volta: quella inferiore, traforata, è sovrastata da un'altra superiore affrescata con le Figure di angeli e la scena dell'Apoteosi di sant'Antonio di Gaetano Ghidetti e Antonio Bresciani.[8]
Luogo di culto originariamente realizzato in stile gotico, è situata in strada della Repubblica. L'edificio fu costruito nel 1257, ma venne notevolmente modificato nei secoli: nel 1506 furono aggiunte le paraste in arenaria scolpita sulla facciata, nel 1603 fu innalzata la navata realizzandovi il pregevole soffitto ligneo a cassettoni (intagliato tra il 1613 e il 1617 da Lorenzo Zaniboni e Giacomo Triolione) e nel 1701 fu restaurata la fiancata laterale sulla via Emilia in stile neoclassico. Inoltre nel 1616 venne innalzato il campanile in stile barocco, su progetto attribuito a Giovan Battista Trotti detto "Malosso" o a Simone Moschino.[9]
Imponente chiesa a carattere gotico, antica sede francescana risalente al XIII secolo, sorge quasi a ridosso della cerchia urbana del centro storico, non lontano dall'abbazia di San Giovanni Evangelista. Nei secoli successivi alla sua realizzazione divenne una delle chiese più importanti della città (la sua lunghezza supera perfino quella del Duomo), ma, in seguito alle soppressioni napoleoniche di inizio '800 e fino agli inizi degli anni novanta del '900, fu adibita a carcere cittadino. Vennero aperte nuove finestre rettangolari sulla facciata, distruggendo l'antico pronao, e furono ricoperti gli affreschi gotici; la chiesa venne divisa in settori e vari piani, in modo tale da ospitare le celle carcerarie e una falegnameria nella navata centrale.[10] Dal 2018, l'edificio è oggetto di un radicale intervento di ristrutturazione, comprendente l'eliminazione di tutte le superfetazioni, il recupero degli affreschi e la chiusura delle aperture ottocentesche nella facciata; la riapertura, con la dedicazione e riconsacrazione, è avvenuta il 3 ottobre 2021.[11]
Ex luogo di culto costruito in stile gotico, è situata in adiacenza al Lungoparma nell'attuale via Duse, nel cuore del centro cittadino. Fu costruita alla fine del XIII secolo per i frati Carmelitani, ma, in seguito alla soppressione napoleonica dei conventi decisa nel 1810, fu confiscata unitamente all'attiguo convento ed in seguito riutilizzata in svariati modi. Recentemente è stata restaurata completamente e trasformata in auditorium del conservatorio Arrigo Boito, che ne occupa l'ex convento.[13]
Importante edificio religioso annesso al monastero francescano maschile, sito nella zona detta anche "Capo di Ponte" all'inizio dell'attuale strada D'Azeglio, rappresenta uno dei monumenti più significativi del Manierismo sperimentale della seconda metà del XVI secolo. La costruzione della chiesa iniziò nel 1566 su progetto di Giovan Battista Fornovo, allievo del Vignola, per volere del duca Ottavio Farnese, mentre l'adiacente chiostro fu completato solo nel 1688. La facciata è costituita da un monumentale arco di ingresso, attraverso il quale si accede al corpo centrale a pianta ellittica con dieci absidiole (cinque per lato) disposte a raggiera attorno all'aula sacra ed arricchite da opere di artisti tra i quali Luca e Giovanni Battista Reti, Biagio Martini, Giuseppe Sbravati, Sebastiano Galeotti e Giovanni Battista Tinti.[15]
Piccolo oratorio dalle forme barocche, sorge nella zona detta anche "Capo di Ponte" nell'attuale via dei Farnese. Fu edificata nel 1617 su progetto attribuito a Giovanni Battista Magnani quale sede della confraternita delle Stigmate di San Francesco e per accogliervi una venerata immagine della Vergine del Soccorso, ma venne modificata nel 1644 dall'architetto romano Girolamo Rainaldi. A pianta centrale, conserva la cupola affrescata da Sebastiano Galeotti con un'Assunzione ispirata a quella realizzata dal Correggio per il Duomo e, nelle cappelle laterali, due importanti dipinti di Sisto Badalocchio e Antonio Savazzini.[16]
Importante edificio religioso del 1210 e prima tappa tra le chiese arcipresbiteriane della via Francigena, sorge sull'omonimo piazzale al termine di strada D'Azeglio. L'originaria costruzione romanica era suddivisa in tre navate e terminava con un'abside semicircolare, ma subì varie modifiche nei secoli, dapprima nel 1415 e successivamente tra il 1635 e il 1666. Dell'antico edificio si conservano i capitelli sui pilastri della navata centrale e alcune tracce all'esterno. L'interno è decorato con affreschi del XVII secolo realizzati da Giovanni Maria Conti della Camera ed aiuti.[19]
Chiesa dalle forme barocche, sorge all'inizio dell'omonima strada su un lato di piazzale Picelli. Fu costruita tra il 1604 ed il 1619 in una zona allora non edificata all'interno delle mura cittadine, su progetto attribuito a Giovan Battista Aleotti detto l'"Argenta", lo stesso architetto che realizzò il Teatro Farnese all'interno del Palazzo della Pilotta. La chiesa, a forma di prisma esagonale, presenta uno spazio interiore centrale dominato da una grande cupola con magnifici affreschi del Paradiso, realizzati nel 1619 da Pier Antonio Bernabei.[20]
Principali edifici religiosi situati all'esterno dell'area urbana
Ex abbazia cistercense, la sua imponente mole si eleva nelle campagne della Bassa parmense pochi chilometri a nord della città, in località Paradigna. Conosciuta anche sotto il nome di abbazia di San Martino dei Bocci, viene comunemente ed erroneamente definita certosa di Parma, in quanto potrebbe aver ispirato Stendhal per il suo omonimo romanzo. La sua costruzione iniziò per volere del cardinale parmigiano Gerardo Bianchi nel 1298 e terminò verso il 1385, ampliandosi e modificandosi ulteriormente nel corso dei successivi secoli. La chiesa, la cui facciata fu costruita all'inizio del XVIII secolo, si sviluppa su una pianta a croce latina; la copertura a crociera delle tre navate si presenta in stile gotico lombardo, arricchita dalle tracce di affreschi cinquecenteschi. Inoltre il presbiterio è decorato da affreschi del Baglione. Fu sconsacrata in seguito alla soppressione napoleonica dei conventi del 1810 ed oggi appartiene all'Università di Parma, che vi ha realizzato il Centro studi e archivio della comunicazione (CSAC), inaugurato definitivamente al pubblico nel maggio del 2015.[21]
Grande complesso monastico dei certosini, sorge alle porte della città a nord-est, nei pressi di via Mantova. Conosciuta anche sotto il nome di "Certosa di Parma", fu fondata nel 1285 da Rolando Taverna comprendendo già una chiesa, due chiostri e le celle dei monaci all'interno di mura perimetrali esterne; tuttavia, in seguito alla parziale distruzione del complesso, tra il 1673 e il 1722 la chiesa venne ricostruita in forme barocche da Francesco Pescaroli e fu realizzato un nuovo chiostro. I monaci vi abitarono per 483 anni, fino al 1805, quando la Fabbrica Ducale dei Tabacchi di Parma vi si stabilì. Dal 1975 è sede della Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria. Ricco di opere d'arte di artisti quali Francesco Pescaroli, Alessandro Baratta, Gian Battista Natali e Ilario Spolverini, il complesso attuale comprende, oltre alla sede della polizia penitenziaria, la chiesa dedicata a san Girolamo, una sagrestia e un chiostro maggiore (entrambi del XVI secolo), ed infine un chiostro minore (del XV secolo).[22]
Chiesa parrocchiale sorta sull'antico tracciato della via Francigena, è situata nell'omonima frazione di San Pancrazio Parmense, pochi chilometri ad ovest della città lungo la via Emilia. La costruzione, sorta originariamente su una preesistente basilica romana, risale all'XI secolo, ma subì nei secoli successivi varie modifiche, soprattutto nel XVI e nel XVIII secolo. Considerata in epoca medievale tra le parrocchie cittadine, al suo interno si conservano le originarie colonne con capitelli d'epoca romana e romanica.[23]
Chiesa parrocchiale sorta sull'antico tracciato della via Francigena, è situata nella frazione di Vicofertile, pochi chilometri a sud-ovest della città. La costruzione originaria, risalente al XIII secolo, subì importanti modifiche nei secoli, fino all'attuale aspetto romanico frutto di restauri terminati nel 1927. Conserva all'interno capitelli figurati risalenti al XII-XIII secolo ed un pregevole fonte battesimale medievale, ornato con bassorilievi raffiguranti scene religiose legate al pellegrinaggio.[24]
Luogo di culto risalente all'epoca romanica, è situata nella frazione di Gaione, pochi chilometri a sud della città. L'originaria costruzione, sorta sui resti di una villa romana, risale al IX secolo, ma subì nei secoli successivi alcune modifiche, fino al restauro del 1952 che ripristinò l'assetto medievale parzialmente perduto. Contiene vari reperti archeologici di rilievo, oltre ad affreschi del XVII e XVIII secolo.[25]