Nell'architettura, si dice pianta centrale la pianta di quegli edifici in cui tutte le parti sono organizzate intorno ad un centro (cioè che hanno simmetria centrale). La forma della pianta è una figura geometricaregolare, come il quadrato, il cerchio, l'ottagono, la croce greca, o l'ellisse[senza fonte]; la simmetria centrale è solitamente sottolineata da una cupola. Nel caso di un edificio a pianta circolare, si usa anche il termine più specifico di rotonda, mentre nel caso di un edificio religioso con quattro bracci di uguale lunghezza si parla più specificamente di pianta a croce greca.
Sviluppo storico
Architettura antica
Tra i primi edifici a pianta centrale si ricordano i thòlos diffusi in particolare nella cultura micenea e poi in quella etrusca.
Per tutto il medioevo continua inoltre la tradizione sorta nel periodono paleocristiano dei battisteri ottagonali, diffusi in particolare in Italia con esempi molto famosi.
L'apice degli studi sulla pianta centrale fu raggiunto durante il Rinascimento: la tipologia architettonica centralizzata favoriva una sintesi geometrico-razionale delle parti dell'edificio, con tutti i risvolti simbolici legati al cerchio, che per Marsilio Ficino era forma prediletta della natura e rappresentazione divina; inoltre la cupola, secondo un'antichissima simbologia religiosa, era assimilata al cielo[2].
A porre il tema della pianta centrale al centro del dibattito architettonico fu, alla metà del secolo, Leon Battista Alberti che nel libro settimo del suo trattato De re aedificatoria, trattando della pianta degli edifici sacri raccomanda l'uso del cerchio[3] e delle figure geometriche inscritte del cerchio: quadrato, esagono, ottagono, decagono e dodecagono. In tal modo pose le basi delle successive teorizzazioni e ricerche sulla pianta centrale come modello ideale della chiesa-tempio.[4] Alberti come progettista affrontò il tema degli edifici a pianta centrale intese come tribune ad impianto centrico associato all'impianto basilicale: ricordiamo in primis la soluzione della tribuna del Tempio malatestiano di Rimini, pensata dell'Umanista ad impianto centrico (ottagono, o a croce greca o a 'cerchio'). Soluzioni che ALberti ripropone nelle chiese di San Sebastiano a Mantova e nella tribuna della Santissima Annunziata (progetto del 1469) a Firenze. Soluzioni per cercare di fondere le due tipologie di chiese, quella ad impianto centrico che richiamava il rito greco-orientale e quello basilicale latino[5]. Mentre in altri casi vengono realizzati sempre nel Regno di Napoli edifici esclusivamente ad impianto centrale ottagono liberi e isolati da corpi di fabbrica, penati come fulcri urbani veri e propri: è il caso del Tempietto quadrilobato di Santa Caterina a Conversano di difficile datazione, anche se gli studiosi sono concordi nel porlo in un arco cronologico ristretto che oscilla tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento; altri realizzati invece negli anni Sessanta e Settanta del Quattrocento, ed è il caso del Tempio di San Flaviano a Giulianova di probabile ascendenza progettuale albertiana[6].
Durante la prima metà del Quattrocento le più importanti famiglie del Regno di Napoli, dai Caracciolo del Sole, agli Orsini di Vicovaro, dagli Orsini Del Balzo ai Sanseverino di Bisignano, fino ai Ventimiglia di Geraci in Sicilia fanno realizzare i loro mausolei ad impianto centrale[5], generalmente ottagono in fondo al coro (on in adiacenza o isolati) delle chiese in genere francescane[5]. Sul finire del Quattrocento edifici a pianta centrale cominciarono a comparire, in forme monumentali anche negli sfondi dei dipinti, come la Consegna delle chiavi di Perugino[7].
Tra i primissimi esempi nel Rinascimento di pianta centrale applicata non ad un edificio religioso o pubblico, ma privato, è Villa Almerico Capra detta "La Rotonda" (1566) a Vicenza, progettata come residenza suburbana, uno dei capolavori di Andrea Palladio, la sua villa più famosa[8] e uno degli edifici più imitati della storia dell'architettura. Benché soprannominato "rotonda", l'edificio palladiano è a pianta quadrata, con una cupola e un salone centrale a pianta circolare.
^"la natura medesima si compiace sopra ogni altra della forma rotonda, come è provato dalle sue creazioni stesse, quali la terra, le stelle, gli alberi, i nidi degli animali"
^R. Wittkower, Principi architettonici nell'età dell'Umanesimo, Torino 1963, pp. 9-15.
^abc V. C. Galati, Mausolei e tribune ottagone nel primo Umanesimo baronale del Regno di Napoli, Il Mausoleo di Giovanni I Ventimiglia a Castelbuono (Palermo), in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 24-25, 2015-1016, pp.473-481.
^ V. C. Galati, Templi a pianta centrale del XV secolo, come fulcri urbani e territoriali nella committenza degli Acquaviva d'Aragona. Il tempietto di Santa Caterina a Conversano, dalla committenza deglo Orsini e dei Cavalieri di Rodi al beneficio degli Acquaviva. La fondazione di San Flaviano a Giulianova tra Leon Battista ALberti e Francesco di Giorgio Martini., in ASUP . Annali di Storia dell'Urbanistica e del Paesaggio, vol. 2, 2014, pp..