La Chiesa cattolica in Kenya è parte della Chiesa cattolica universale in comunione con il vescovo di Roma, il papa. Essa è formata da oltre 13 milioni di battezzati, pari a oltre il 25% della popolazione.
Storia
L'evangelizzazione delle terre oggi conosciute come Kenya risalgono agli inizi del XVI secolo, con i missionari portoghesi al seguito degli esploratori. Già nel 1498Vasco da Gama aveva piantato sulle coste di Malindi una croce, ancora oggi conservata sul luogo. Verso la fine del Cinquecento furono i missionari Agostiniani ad evangelizzare le popolazioni delle coste. Nel 1631 il sultano di Mombasa, Jeromino Chingulia, in precedenza convertito al cristianesimo, attua in seguito una politica di persecuzione delle comunità cristiane: il 21 agosto è la data del martirio di oltre 150 cristiani, chiamati i Martiri di Mombasa, di cui è in corso la causa di beatificazione.
Alla fine del 2014 la Chiesa cattolica in Kenya annoverava:
925 parrocchie;
2744 preti;
4 diaconi permanenti
1.463 seminaristi;
1.712 religiosi;
5.505 suore religiose;
10.354 istituti scolastici (2004);
1.860 istituti di beneficenza (2004).
La popolazione cattolica ammontava a 13.862.000, pari a oltre il 25% della popolazione totale.
Nunziatura apostolica
La delegazione Apostolica dell'Africa, con sede a Mombasa, è stata istituita da papa Pio XI l'11 gennaio 1930 con il brevePastoralis officii. Essa aveva giurisdizione su tutte le missioni cattoliche africane che dipendevano dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide, ad eccezione delle missioni del Sudafrica, del Congo Belga, dell'Egitto e dell'Abissinia (Eritrea ed Etiopia). Il primo delegato apostolico è stato nominato il 25 gennaio 1930. Il 2 gennaio 1947, in forza del decreto Cum Apostolicae di Propaganda Fide, la delegazione apostolica d'Africa è stata rinominata in Delegazione apostolica dell'Africa britannica Occidentale e Orientale. Il 3 ottobre 1959 essa assunse un nuovo nome, quello di Delegazione apostolica dell'Africa Orientale (o di Nairobi). Il 27 ottobre 1965 è stata istituita la nunziatura apostolica del Kenya con il breve Quantum utilitatis di papa Paolo VI, ed il suo responsabile ebbe fino al 1996 il titolo di pro-nunzio e in seguito quello di nunzio apostolico. Dal 2013 al 2024 il nunzio ha ricoperto anche la carica di nunzio nel Sudan del Sud.
Alain Paul Charles Lebeaupin, arcivescovo titolare di Vico Equense (14 gennaio 2005 - 23 giugno 2012 nominato nunzio apostolico presso l'Unione europea)
Charles Daniel Balvo, arcivescovo titolare di Castello (17 gennaio 2013 - 21 settembre 2018 nominato nunzio apostolico nella Repubblica Ceca)
Hubertus Matheus Maria van Megen, arcivescovo titolare di Novaliciana, dal 16 febbraio 2019
Conferenza episcopale
L'episcopato del Kenya costituisce la Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya (Kenya Conference of Catholic Bishops, KCCB), i cui statuti sono stati approvati dalla Santa Sede il 7 dicembre 1976. La massima autorità del KCCB è l'assemblea plenaria, cui partecipano di diritto tutti i vescovi diocesi, gli emeriti, gli ausiliari, il vicario apostolico e l'ordinario militare. L'assemblea dei vescovi del Kenya compie la sua missione attraverso il Segretariato cattolico (Catholic Secretariat) il quale, attraverso le Commissioni episcopali, coordina ed attua le decisioni dell'assemblea plenaria, fornendo gli adeguati supporti tecnici. Attualmente la KEC si avvale di 15 commissioni (liturgia, dottrina, apostolato dei laici, missioni, giustizia e pace, ecumenismo, dialogo interreligioso, rifugiati, ecc.) e di 2 sottocommissioni (diritto canonico e apostolato dei nomadi).